NO AL PONTE SULLO STRETTO DI MESSINA!
Pubblichiamo parte di un ampio documento elaborato dalla Rete no Ponte, movimento di lotta che vede la presenza attiva delle sezione locale del PdAC
A poco più di un anno dall'insediamento del governo Prodi, nulla è cambiato per
quanto riguarda il piano delle grandi opere licenziato dal governo Berlusconi.
Resta sostanzialmente immutato il programma delle infrastrutture da realizzare.
Solo il ponte sullo stretto è stato stralciato in quanto considerata
"opera non prioritaria".
Il nostro giudizio sul piano approvato dal governo Berlusconi era profondamente
negativo in quanto giudicato incentrato su mere operazioni di cementificazione,
speculazione, devastazione ambientale e spreco di denaro pubblico, così come
critici siamo sempre stati nei confronti della "legge obiettivo", in quanto
strumento per esautorare da qualsiasi potere decisionale le comunità locali e
piegare il territorio agl'interessi economici delle imprese interessate alla
realizzazione delle opere.
Parimenti negativo è il giudizio sul governo Prodi, che
raccoglie senza soluzione di continuità l'eredità ricevuta. La problematica
posta dalla questione "ponte sullo stretto" rimane preoccupante, perché, se è
vero che sono state sottratte alla Stretto di Messina Spa le risorse Fintecna,
è vero anche che la Società
del ponte continua ad esistere e con la stessa ragione sociale. Il contratto
con Impregilo, peraltro, a tutt'oggi non è stato rescisso.
Per queste ragioni, la Rete no Ponte ha deciso di rilanciare la mobilitazione
sulla base di una piattaforma articolata che agisca sul terreno specifico della
vertenza ponte, ma anche in collaborazione con il movimento dei lavoratori
marittimi dello stretto e degli altri movimenti che si oppongono alla
devastazione ambientale e sociale dei propri territori.
Chiusura della Stretto di Messina Spa!
Attraverso la modifica dell'art. 1 della legge n. 1158/70,
che istituiva la società Stretto di Messina Spa (avvenuta con D.L. 266/2006,
convertito in L. 286/2006), essa continuerà le sue attività e potrà addirittura
effettuare infrastrutture trasportistiche all'estero.
La Fintecna
ha ritirato il proprio impegno finanziario dalla società, ma le sue quote
passeranno ad altre società pubbliche non identificate, lasciando quindi aperto
l'impegno statale, non soltanto nello stretto di Messina ma anche nella
costruzione dell'attraversamento stabile dello stretto. Le rivendicazioni della
rete no ponte, che in questi anni ha portato in piazza migliaia e migliaia di
cittadini a protestare contro un'opera inutile e dannosa, erano altre.
L'attuale maggioranza di governo ha disatteso le
aspettative, pur se limitate, dichiarate in campagna elettorale, assumendo una
posizione ambigua. Mentre ministri e segretari di partito non nascondono la loro
posizione pro-ponte, il servizio di trasporto marittimo pubblico e privato
sullo stretto è stato gravemente depotenziato e sono stati promossi lavori
pubblici propedeutici al ponte.
Dunque, occorre un'inversione di tendenza, a partire dall'abrogazione della
legge n. 1158/70, con la conseguente liquidazione della Stretto di Messina Spa.
La rete no ponte chiede l'immediata rescissione del contratto stipulato dalla
Stretto di Messina Spa con la cordata vincitrice dell'appalto, capeggiata da
Impregilo. Il contratto, registrato nell'aprile del 2006, prevedeva che il
progetto definitivo del ponte sullo stretto avrebbe dovuto essere consegnato
entro 180 giorni, mentre ne sono trascorsi oltre 300 dal termine presunto per
la consegna del progetto definitivo e dalla dichiarazione del ministro delle
infrastrutture di voler avviare il procedimento per la cessazione del rapporto.
Ad oggi, nulla è stato fatto, e questo è ingiustificabile e intollerabile.
Unità d'azione con il movimento dei lavoratori marittimi e con i pendolari dello stretto!
L'area dello Stretto è attraversata da forti movimenti di lotta dei lavoratori marittimi che chiedono diritti e stabilizzazione del posto di lavoro. La tragedia dello scorso inverno, che ha causato morti e feriti, ha posto con forza il problema della sicurezza della navigazione nello stretto di Messina. La rete no ponte deve assumere questi temi come centrali nella propria azione e trovare momenti di collaborazione con tutti i soggetti interessati. La precarizzazione delle condizioni di lavoro e di trasporto sono propedeutiche alla riproposizione del ponte sullo stretto.
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