Fiat-Avio e burocrazia Cgil: insieme contro gli operai!
Fiat-Avio e burocrazia Cgil: insieme contro gli operai!
Intervista a Peppe Iannacone, operaio della Fiat-Avio di Pomigliano, rimosso dal suo incarico di delegato Rsu Fiom per aver lottato contro il diciassettesimo turno di lavoro
a cura di Pasquale Cordua
Pc-Rol: prima di parlare del tuo conflitto con i burocrati della Fiom, vogliamo sapere qualcosa sulla Fiat-Avio: quanti operai vi lavorano, qual è il livello di sindacalizzazione, quali sono le condizioni di lavoro, i ritmi, la sicurezza, le retribuzioni?
Iannacone: Il sito Avio in Campania è composto da due realtà produttive: Pomigliano ed Acerra. A Pomigliano vi sono 837 dipendenti, ad Acerra poco più di 300. In entrambe le realtà, in aggiunta, ci sono più di 150 interinali. Sono presenti Fiom-Fim-Uilm, la Fismic e la Cisal, ma nonostante questa frammentazione non vi è un grosso livello di politicizzazione dei lavoratori. In questo ambito i delegati di turno espropriano del tutto la base operaia e lavorano per annebbiare le menti degli operai, non certo per far capire loro qual è la linea giusta per la difesa dei loro interessi di classe. Comunque ci sono compagni che, come me, sono molto combattivi e, sul piano della lotta, possono e vogliono dare molto per raggiungere l’obiettivo dell’emancipazione della classe operaia. In produzione i ritmi di lavorazione stanno diventando sempre più stretti, giacché si lavora a cottimo, ed è in atto un processo di ristrutturazione dell’azienda che prevede non solo la diminuzione dei tempi di lavorazione, ma anche l’eliminazione dei fermi macchina dovuti alla movimentazione dei materiali. In altre parole, ci sarà da qui ad un anno la risistemazione di tutti gli impianti in modo da formare vere e proprie celle di produzione. Ne consegue che i livelli di sicurezza, già oggi bassissimi poiché sugli impianti non vi sono le necessarie misure di emergenza, finiranno per peggiorare. Qualche mese fa capitò un incidente che costò quasi la vita ad un operaio della ditta Comau addetto alla manutenzione che riportò una serie di fratture al volto e agli arti. La Rsu, in quella occasione, non fu capace (o non volle) di gestire il problema, limitandosi a denunciare con un comunicato l’accaduto e non proseguendo con altri provvedimenti. Dopo una tempestiva messa in sicurezza degli impianti da parte dell’azienda, oggi si è tornati al punto di partenza e gli operai sono costretti a lavorare in un ambiente quasi privo di misure di sicurezza ed in condizioni igieniche da “schifo”. Nonostante questo i livelli di retribuzione sono poco al di sopra della fascia di povertà. La maggior parte di noi, ragazzi con il terzo livello di inquadramento, percepisce un salario netto che si aggira tra i 1000 ed i 1100 € al mese. Ci sono poi i lavoratori di quinto livello, al massimo della carriera, che arrivano a percepire anche 1600 € ma è da considerare che questi hanno una famiglia e quindi, percependo gli assegni familiari, si trovano qualcosa in più in busta paga.
Pc-Rol: C’è stata qualche lotta esemplare, anche di reparto, in questi ultimi tempi? Com’è nata e come si è risolta? Quale ruolo ha avuto il sindacato?
Iann.: L’unica lotta davvero esemplare c’è stata dal giugno all’agosto 2005 per sostenere l’accordo integrativo. Più del 90% delle due realtà ha partecipato alle iniziative ed alle relative manifestazioni indette dal sindacato, ma solo con un’astensione dallo straordinario si è messa in ginocchio l’azienda. Ma dal momento che tutti i lavoratori volevano andare avanti fino a che non c’erano risposte concrete dall’azienda, quest’ultima ha deciso di giocare d’anticipo comunicando alla Rsu di voler partire con i diciotto turni. Inizialmente la Rsu ha detto all’azienda che se fosse partita unilateralmente con i turni di servizio si sarebbe assunta gravi responsabilità. L’azienda però è andata avanti per la sua strada facendo pervenire a tutti noi lavoratori le carte che attestavano i turni di lavoro che ci toccavano di settimana in settimana. Da allora in poi la grossa mobilitazione cominciò a venir meno dato che la Rsu invece di mettere in discussione l’atto unilaterale dell’azienda, così come era successo poche settimane prima all’Avio di Torino, intavolò una trattativa per portare a casa un accordo su diciasette turni di lavoro; questo è il grande risultato ottenuto! Prima dell’approvazione definitiva di tale accordo sono stati fatti ben due referendum a distanza di quattro mesi l’uno dall’altro, poiché il primo fu bocciato dai lavoratori. Molte altre lotte sono scemate sino ad annullarsi perché si è puntato sulla rassegnazione della maggior parte dei lavoratori i quali, come dicevo prima, hanno un basso livello di coscienza. E’ stato proprio questo lo strumento nelle mani del sindacato per avere tornaconti personali e far credere di aver portato a casa qualche beneficio economico, mentre i lavoratori hanno avuto solo briciole e, ad oggi, vedono addirittura peggiorare le loro condizioni di lavoro.
Pc-Rol: Il fatto che l’azienda abbia perso commesse ha vanificato l’accordo per i sabati lavorativi a cui ti eri opposto e che ti è costato la rappresentanza nella Rsu. Cosa è successo dopo?
Iann.: Da luglio di quest’anno l’Avio ha perso la sua più importante commessa: un accordo commerciale con l’Alitalia per la revisione dei motori per la durata di vent’anni. Ho denunciato, non da solo, questa situazione già dall’inizio dell’anno. Io mi sono esposto più degli altri decidendo di non firmare quell’accordo - sui diciassette turni - firmato a giugno, mentre a fine luglio la commessa Alitalia non è stata rinnovata perché dirottata verso una compagnia israeliana che poi si è dimostrata priva delle necessarie competenze per la revisione, competenze che invece l’Avio possedeva. Questo episodio ha fatto anche capire che l’Avio non è interessata alla revisione dei motori ed oggi l’azienda chiede alla Rsu ed al Governo la Cassa integrazione per 250 lavoratori. La mia posizione è rimasta quella di allora. Dal mese di giugno sono stato destituito e, nonostante abbia avuto ragione a dire che quello era un accordo capestro, nonostante abbia denunciato la grave crisi cui l’azienda andava incontro, nonostante la Rsu sia andata a disdire l’accordo sui diciassette turni perché mancavano le condizioni per lo sviluppo (principio cardine dell’accordo), nonostante abbia fatto ricorso al collegio di verifica nazionale della Fiom, nonostante i messaggi di solidarietà giunti da tutt’Italia, non sono stato reintegrato.
Pc-Rol: Dopo la raccolta delle firme all’appello per il tuo reintegro nella Rsu, cosa è successo? E tu cosa intendi fare, anche in vista delle prossime elezioni in fabbrica?
Iann.: Ormai sono giunto alla conclusione che esiste anche una “sindacatopoli” visto che non c’è posto per chi si batte per l’emancipazione degli operai. Comunque col mio atto ho voluto dimostrare che per essere una Rsu degna di questo nome bisogna mettersi in discussione sempre e non attaccarsi a un ruolo e a una poltrona i cui titolari sono i lavoratori. Non voglio essere a tutti i costi un rappresentante sindacale, ma faccio questa battaglia per svegliare le coscienze degli operai e portarli ad essere protagonisti attivi del loro futuro. Continuerò la mia battaglia nella Fiom fino alle elezioni di novembre/dicembre per dimostrare che le battaglie di principio si possono e si devono ancora fare. Per quanto mi riguarda dico che non è necessario assumere un ruolo per essere punto di riferimento di una collettività, anzi, tale ruolo è frutto del proprio agire ed unicamente subordinato ad esso. Ecco, cari compagni, cosa voglio fare nella mia vita e vorrei che a tutti fosse chiaro. I lavoratori hanno un grande potere se messi assieme. E’ solo che ancora non lo sanno ed è solo facendogli acquisire coscienza che potranno capire.
Intervista a Peppe Iannacone, operaio della Fiat-Avio di Pomigliano, rimosso dal suo incarico di delegato Rsu Fiom per aver lottato contro il diciassettesimo turno di lavoro
a cura di Pasquale Cordua
Pc-Rol: prima di parlare del tuo conflitto con i burocrati della Fiom, vogliamo sapere qualcosa sulla Fiat-Avio: quanti operai vi lavorano, qual è il livello di sindacalizzazione, quali sono le condizioni di lavoro, i ritmi, la sicurezza, le retribuzioni?
Iannacone: Il sito Avio in Campania è composto da due realtà produttive: Pomigliano ed Acerra. A Pomigliano vi sono 837 dipendenti, ad Acerra poco più di 300. In entrambe le realtà, in aggiunta, ci sono più di 150 interinali. Sono presenti Fiom-Fim-Uilm, la Fismic e la Cisal, ma nonostante questa frammentazione non vi è un grosso livello di politicizzazione dei lavoratori. In questo ambito i delegati di turno espropriano del tutto la base operaia e lavorano per annebbiare le menti degli operai, non certo per far capire loro qual è la linea giusta per la difesa dei loro interessi di classe. Comunque ci sono compagni che, come me, sono molto combattivi e, sul piano della lotta, possono e vogliono dare molto per raggiungere l’obiettivo dell’emancipazione della classe operaia. In produzione i ritmi di lavorazione stanno diventando sempre più stretti, giacché si lavora a cottimo, ed è in atto un processo di ristrutturazione dell’azienda che prevede non solo la diminuzione dei tempi di lavorazione, ma anche l’eliminazione dei fermi macchina dovuti alla movimentazione dei materiali. In altre parole, ci sarà da qui ad un anno la risistemazione di tutti gli impianti in modo da formare vere e proprie celle di produzione. Ne consegue che i livelli di sicurezza, già oggi bassissimi poiché sugli impianti non vi sono le necessarie misure di emergenza, finiranno per peggiorare. Qualche mese fa capitò un incidente che costò quasi la vita ad un operaio della ditta Comau addetto alla manutenzione che riportò una serie di fratture al volto e agli arti. La Rsu, in quella occasione, non fu capace (o non volle) di gestire il problema, limitandosi a denunciare con un comunicato l’accaduto e non proseguendo con altri provvedimenti. Dopo una tempestiva messa in sicurezza degli impianti da parte dell’azienda, oggi si è tornati al punto di partenza e gli operai sono costretti a lavorare in un ambiente quasi privo di misure di sicurezza ed in condizioni igieniche da “schifo”. Nonostante questo i livelli di retribuzione sono poco al di sopra della fascia di povertà. La maggior parte di noi, ragazzi con il terzo livello di inquadramento, percepisce un salario netto che si aggira tra i 1000 ed i 1100 € al mese. Ci sono poi i lavoratori di quinto livello, al massimo della carriera, che arrivano a percepire anche 1600 € ma è da considerare che questi hanno una famiglia e quindi, percependo gli assegni familiari, si trovano qualcosa in più in busta paga.
Pc-Rol: C’è stata qualche lotta esemplare, anche di reparto, in questi ultimi tempi? Com’è nata e come si è risolta? Quale ruolo ha avuto il sindacato?
Iann.: L’unica lotta davvero esemplare c’è stata dal giugno all’agosto 2005 per sostenere l’accordo integrativo. Più del 90% delle due realtà ha partecipato alle iniziative ed alle relative manifestazioni indette dal sindacato, ma solo con un’astensione dallo straordinario si è messa in ginocchio l’azienda. Ma dal momento che tutti i lavoratori volevano andare avanti fino a che non c’erano risposte concrete dall’azienda, quest’ultima ha deciso di giocare d’anticipo comunicando alla Rsu di voler partire con i diciotto turni. Inizialmente la Rsu ha detto all’azienda che se fosse partita unilateralmente con i turni di servizio si sarebbe assunta gravi responsabilità. L’azienda però è andata avanti per la sua strada facendo pervenire a tutti noi lavoratori le carte che attestavano i turni di lavoro che ci toccavano di settimana in settimana. Da allora in poi la grossa mobilitazione cominciò a venir meno dato che la Rsu invece di mettere in discussione l’atto unilaterale dell’azienda, così come era successo poche settimane prima all’Avio di Torino, intavolò una trattativa per portare a casa un accordo su diciasette turni di lavoro; questo è il grande risultato ottenuto! Prima dell’approvazione definitiva di tale accordo sono stati fatti ben due referendum a distanza di quattro mesi l’uno dall’altro, poiché il primo fu bocciato dai lavoratori. Molte altre lotte sono scemate sino ad annullarsi perché si è puntato sulla rassegnazione della maggior parte dei lavoratori i quali, come dicevo prima, hanno un basso livello di coscienza. E’ stato proprio questo lo strumento nelle mani del sindacato per avere tornaconti personali e far credere di aver portato a casa qualche beneficio economico, mentre i lavoratori hanno avuto solo briciole e, ad oggi, vedono addirittura peggiorare le loro condizioni di lavoro.
Pc-Rol: Il fatto che l’azienda abbia perso commesse ha vanificato l’accordo per i sabati lavorativi a cui ti eri opposto e che ti è costato la rappresentanza nella Rsu. Cosa è successo dopo?
Iann.: Da luglio di quest’anno l’Avio ha perso la sua più importante commessa: un accordo commerciale con l’Alitalia per la revisione dei motori per la durata di vent’anni. Ho denunciato, non da solo, questa situazione già dall’inizio dell’anno. Io mi sono esposto più degli altri decidendo di non firmare quell’accordo - sui diciassette turni - firmato a giugno, mentre a fine luglio la commessa Alitalia non è stata rinnovata perché dirottata verso una compagnia israeliana che poi si è dimostrata priva delle necessarie competenze per la revisione, competenze che invece l’Avio possedeva. Questo episodio ha fatto anche capire che l’Avio non è interessata alla revisione dei motori ed oggi l’azienda chiede alla Rsu ed al Governo la Cassa integrazione per 250 lavoratori. La mia posizione è rimasta quella di allora. Dal mese di giugno sono stato destituito e, nonostante abbia avuto ragione a dire che quello era un accordo capestro, nonostante abbia denunciato la grave crisi cui l’azienda andava incontro, nonostante la Rsu sia andata a disdire l’accordo sui diciassette turni perché mancavano le condizioni per lo sviluppo (principio cardine dell’accordo), nonostante abbia fatto ricorso al collegio di verifica nazionale della Fiom, nonostante i messaggi di solidarietà giunti da tutt’Italia, non sono stato reintegrato.
Pc-Rol: Dopo la raccolta delle firme all’appello per il tuo reintegro nella Rsu, cosa è successo? E tu cosa intendi fare, anche in vista delle prossime elezioni in fabbrica?
Iann.: Ormai sono giunto alla conclusione che esiste anche una “sindacatopoli” visto che non c’è posto per chi si batte per l’emancipazione degli operai. Comunque col mio atto ho voluto dimostrare che per essere una Rsu degna di questo nome bisogna mettersi in discussione sempre e non attaccarsi a un ruolo e a una poltrona i cui titolari sono i lavoratori. Non voglio essere a tutti i costi un rappresentante sindacale, ma faccio questa battaglia per svegliare le coscienze degli operai e portarli ad essere protagonisti attivi del loro futuro. Continuerò la mia battaglia nella Fiom fino alle elezioni di novembre/dicembre per dimostrare che le battaglie di principio si possono e si devono ancora fare. Per quanto mi riguarda dico che non è necessario assumere un ruolo per essere punto di riferimento di una collettività, anzi, tale ruolo è frutto del proprio agire ed unicamente subordinato ad esso. Ecco, cari compagni, cosa voglio fare nella mia vita e vorrei che a tutti fosse chiaro. I lavoratori hanno un grande potere se messi assieme. E’ solo che ancora non lo sanno ed è solo facendogli acquisire coscienza che potranno capire.