Partito di Alternativa Comunista

Il metodo degli annegamenti e le stragi di Stato

Il metodo degli annegamenti e le stragi di Stato

 

 

 

Nota della redazione web

 

 

Codice penale dello Stato capitalista italiano, art. 40. (Rapporto di causalità): «(…) Non impedire un evento, che si ha l'obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo». A Cutro se ne sono infischiati,e lo stesso è successo in Grecia. Mai come ora è evidente che i codici, le leggi degli Stati servono solo alle classi abbienti per sottomettere quelle oppresse.
Un altro massacro di immigrati, una strage di proporzioni angosciose, centinaia di adulti e bambini delle classi oppresse sono annegati di fronte all’indifferente sguardo delle forze di mare degli Stati borghesi che si affacciano sullo Jonio. Dopo Cutro, un altro massacro nello specchio del Mediterraneo, i cui flutti rappresentano la paura e la speranza negli occhi dei migranti.
E ancora, nel silenzio protratto dei governi e dei loro asserviti organi di stampa cui, come di consueto, seguono poi ipocrite giaculatorie e dichiarazioni scaricabarile, ripugnanti come le bocche che le emettono e le penne che le trascrivono.
Non di fatalità si tratta ma di massacri deliberati, perché quel battello precario e sovraccarico era osservato da terra, da mare e da cielo da decine di occhi elettronici. E così Cutro; e tanti altri prima e tanti altri in futuro.
È il «metodo degli annegamenti», un deterrente contro le masse di proletari oppressi che osano spostarsi spinti dalla disperazione la cui causa è il mondo capitalista: i loro spostamenti non sono approvati dai capitalisti. Non da quelli dei Paesi da cui fuggono, che negano loro il diritto ai documenti di espatrio e viaggi in sicurezza; né da quelli dove tentano di approdare, che se ne sbarazzano quando ancora sono in mare.
Una sorta di punizione per aver osato sperare in una vita migliore; una ritorsione preventiva per aver solo osato pensare di approdare nei loro Stati, dove non sono voluti perché per i capitalisti l’esercito industriale di riserva stanziale è già abbastanza reclutato per tenere bassi i salari e il costo di riproduzione della forza-lavoro.
Nessuna pace ma lotta di classe rivoluzionaria per impedire ulteriori massacri, perché i proletari di tutto il mondo sono già uniti nella loro condizione di prigionieri del capitale; perché nessuno Stato capitalista può difendere né accettare le classi oppresse che reclamano un mondo migliore.
Siamo al fianco dei tanti manifestanti che, ad Atene e in altre città greche, stanno scendendo in piazza numerosi per protestare contro questa ennesima strage di Stato (e dell’Unione europea).

Ancor una volta occorre gridare: socialismo o barbarie!

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