PER SALVARE LA SCUOLA PUBBLICA DAL MASSACRO
SOSTENIAMO LO SCIOPERO DEL 17 OTTOBRE
INDETTO DA CUB, COBAS E SDL
Grave la decisione delle burocrazie di Cgil, Cisl e Uil di indire uno sciopero della scuola per il 30 ottobre quando i giochi saranno fatti.
La decisione da parte dei sindacati confederali, Cgil, Cisl e Uil di annunciare - alla vigilia dello sciopero del 17 ottobre indetto da Cub, Cobas e SdL - uno sciopero della scuola per il 30 ottobre (anche se la Cisl si dice già disposta a ritirarlo se la Gelmini "si mostra disponibile al dialogo"...) provoca un grave danno alle mobilitazioni in corso.
Prima di tutto, ha lo scopo evidente di boicottare la riuscita dello sciopero del 17 ottobre, attorno alla cui piattaforma in questi mesi sono nati momenti di mobilitazione tra i lavoratori (precari in primis) per il ritiro del decreto Gelmini. In seconda istanza, crea una divisione tra i lavoratori della scuola e gli altri lavoratori del pubblico impiego, che scenderanno in piazza il 17. Infine e soprattutto, la convocazione dello sciopero il 30 ottobre getta acqua sul fuoco delle lotte in corso, dato che il decreto Gelmini dovrà essere approvato entro il 31 ottobre e, quindi, al momento dello sciopero i giochi saranno fatti (e probabilmente il decreto già approvato).
E' una decisione tanto più grave -che conferma il ruolo storico della burocrazia quale pompiere delle lotte - se si pensa al fatto che, in virtù delle potenzialità di mobilitazione della Cgil, lo sciopero sarà molto partecipato e, se convocato il 17 ottobre insieme a quello del sindacalismo extraconfederale, avrebbe potuto effettivamente dare slancio a una grande mobilitazione fino al blocco delle manovre in atto, rendendo concreta la possibilità del ritiro del famigerato decreto Gelmini. Convocato a fine mese, alla fine della partita, rischia di tramutarsi in azione puramente dimostrativa. Nonostante questo, il Partito di Alternativa Comunista sostiene attivamente tutte le mobilitazioni in difesa della scuola pubblica, dallo sciopero del 17 ottobre fino allo sciopero del 30 ottobre, che - sebbene convocato fuori tempo massimo per non arrecare troppo disturbo - deve trasformarsi in mobilitazione di massa e ad oltranza fino alla cacciata della Gelmini e di Berlusconi.