Partito di Alternativa Comunista

Fermare il genocidio a Gaza!


Fermare il genocidio a Gaza!
Contro il sionismo, avamposto dell'imperialismo!
Tutti a Roma sabato 17 per la manifestazione nazionale
 

 
di Davide Margiotta
 
Mai come in questi giorni i professionisti della menzogna, cioè i media borghesi, si stanno prodigando in giganteschi sforzi nell’impresa, ardua persino per loro, di giustificare l’infame attacco sionista contro il popolo palestinese.


palestina corteo
Quando viene affermato che la tregua di sei mesi è stata rotta da Hamas (tesi peraltro sostenuta dallo stesso presidente collaborazionista Mamhoud Abbas), si afferma il falso. Le forze israeliane durante la “tregua” hanno ucciso a Gaza almeno 40 palestinesi. Hamas ha ripreso il lancio di razzi Kassam (in verità alcuni botti di Capodanno possono essere più pericolosi) unicamente perché Israele ha rifiutato di togliere l’assedio a Gaza come condizione per rinnovare la “tregua”.
Sempre durante la “tregua” l’embargo genocida imposto da Israele, dall’imperialismo mondiale e dall’Egitto ha massacrato gli abitanti della Striscia di Gaza come ora fanno i bombardamenti dell’aviazione e le cannonate dell’esercito.
Human Rights Watch ha accusato Israele di utilizzare munizioni al fosforo bianco, ma sulla stampa e nei Tg trovano spazio le ridicole argomentazioni israeliane secondo cui Hamas starebbe usando i civili come scudi umani.
Ad oggi sono oltre 900 i palestinesi massacrati dall’inizio dell’offensiva sionista e il numero aumenta ora dopo ora, incluso un gran numero di pericolosi terroristi tra i 6 mesi e i 12 anni.
Nonostante questo immane sforzo propagandistico le manifestazioni di solidarietà alla causa palestinese si moltiplicano in tutto il mondo, e persino Renato Mannheimer, sul Corriere della Sera, ha dovuto certificare come la maggioranza degli italiani si senta più vicina ai palestinesi che agli israeliani.
 
Il sionismo non può tollerare Gaza
Come abbiamo scritto in tanti altri articoli e risoluzioni, Israele è uno Stato artificiale, creatura dell’imperialismo mondiale nelle terre strategiche del Medioriente, suo avamposto militare.
Per garantire la sua esistenza lo Stato ebraico (Stato confessionale) deve necessariamente attuare una politica espansionista all’esterno, attuando una politica di pulizia etnica dei palestinesi, e duramente repressiva di ogni dissenso all’interno, in una società la cui economia è dominata dalle spese militari.
Gaza rappresenta la invincibile volontà di liberazione del popolo palestinese. La vittoria di Hamas, la cui roccaforte è nella Striscia, alle elezioni del 2006, ha significato proprio questo: il rifiuto dei palestinesi della politica collaborazionista della vecchia direzione di Al Fatah.
Nonostante gli appelli alla lotta e il rifiuto di riconoscere Israele, Hamas nei fatti ha sempre portato avanti una politica di unità con i collaborazionisti di Al Fatah, come dimostrato dai vari tentativi per formare un governo di unità nazionale prima del tentato golpe organizzato da Abbas che ha costretto l’organizzazione islamica a rompere gli indugi ed espellere da Gaza le forze di Abbas e Abu Mazen. Al di là del nostro giudizio su Hamas, che resta una forza reazionaria e anticomunista, questo fatto ha avuto una grande importanza storica: ha rappresentato la liberazione di Gaza dalle forze collaborazioniste e una dura sconfitta per Israele e l’imperialismo mondiale.
Ecco perché la situazione nella Striscia di Gaza non può essere tollerata dal sionismo.
 
Il piano franco-egiziano
Sempre più spesso i peggiori reazionari del mondo si appellano accoratamente al “piano franco-egiziano” per fermare la “guerra" in atto (che in realtà è un massacro unilaterale).
Il piano è sponsorizzato dal presidente francese Nicolás Sarkozy, cioè colui che definì i giovani in rivolta delle banlieus “feccia”  e da quello egiziano Hosni Mubarak, cioè un fantoccio filoimperalista, complice dell’embargo genocida a Gaza avendo bloccato le frontiere con la Palestina e preoccupato soprattutto di annientare Hamas (parente dell’organizzazione dei Fratelli musulmani, la principale opposizione interna al suo regime) e ogni movimento di massa che possa cambiare lo status quo in Medioriente.
Si tratta in realtà di un piano reazionario, che comprende il cessate il fuoco per un periodo limitato per consentire l'apertura di corridoi umanitari, l’apertura della frontiera tra Egitto e Gaza, ma a fronte di fatto dell’invio di una forza internazionale (su cui il ministro degli Esteri italiano Frattini si è già detto disponibile) e/o delle forze dell’Autorità nazionale Palestinese di Abbas, espulse dalla Striscia dopo il tentato golpe come già ricordato, per impedire il riarmo di Hamas.
E’ del tutto evidente che nessun piano presentato dall’imperialismo mondiale o dai suoi agenti diretti può rappresentare una vittoria per il popolo palestinese.
 
Viva la resistenza palestinese!
Il Partito di Alternativa comunista e la Lega Internazionale dei Lavoratori - Quarta Internazionale (Lit-Ci) sono incondizionatamente a fianco del popolo palestinese.
La sua lotta eroica è la lotta di tutti i popoli sottomessi del pianeta. Persino in condizioni così impari riesce a tenere testa all’invasore, a volte persino a portare imboscate vittoriose contro l’occupante.
Ancora oggi, l’unica soluzione reale alla questione palestinese è la distruzione dello Stato sionista di Israele e la costruzione di una Palestina unica, laica e socialista in cui siano garantiti i diritti alla minoranza ebraica, nell’ottica di una Federazione socialista del Medioriente, che spazzi via i vari regimi fantoccio filo-imperialisti della regione.
L’imperialismo mondiale è in un momento di estrema debolezza: la crisi economica, le sconfitte militari americane in Iraq e Afhganistan, la sconfitta di Israele in Libano, le rivolte in Sudamerica e quella in Grecia, le numerose manifestazioni in favore della resistenza palestinese sono solo alcuni esempi dello sgretolamento dell’ordine mondiale capitalista che pareva invincibile dopo il crollo dell’Urss.
Tutti questi elementi sono tra loro strettamente correlati in un mondo globalizzato come quello di oggi. E’ possibile sconfiggere Israele, come è possibile sconfiggere l’imperialismo.
Facciamo appello a tutte e tutti a partecipare alla manifestazione nazionale per la causa palestiense indetta per questo sabato a Roma. La buona riuscita della quale ha ora più che mai una importanza enorme.
 
sabato 17 gennaio
Roma h. 15,30 Piazza Vittorio (vicino stazione Termini)
manifestazione nazionale per la Palestina
 
il Pdac aderisce e dà appuntamento ai propri militanti e simpatizzanti dalle ore 13 in poi in Piazza Vittorio, angolo via Statuto, davanti ai grandi magazzini M.A.S.
 
 

Iscrizione Newsletter

Iscrizione Newsletter

Compila il modulo per iscriverti alla nostra newsletter - I campi contrassegnati da sono obbligatori.


Il campo per collaborare col partito è opzionale

 

Campagne ed Iniziative





campagna

tesseramento 2024

 






Il libro sulla lotta in Alitalia

 




16 marzo

Milano

 


21 febbraio: zoom nazionale

 

 


4 febbraio

Bari


 

21 gennaio

formazione

 


31 dicembre

Bari


giovedì 21 dicembre

modena


domenica 17 dicembre

Cremona

 

 
 
 

 
4 dicembre
 
 

 
 16 ottobre ore 20.45
 
 

Cremona

sabato 14 ottobre ore 1530

 
 
 1-8-15 ottobre
 
 

 
festa in baracca
Cremona
 

 
martedì 27 giugno
zoom Milano
 
 
 

 
 
17 maggio
zoom nazionale su Marx
 
 
 

 

 

Lega Internazionale dei Lavoratori - Quarta Internazionale

NEWS Progetto Comunista n 131

NEWS Trotskismo Oggi n 22

Ultimi Video

tv del pdac