Partito di Alternativa Comunista

Non

Non è che l’inizio!
Dopo lo sciopero del 17 ottobre, lotta ad oltranza fino alla  cacciata del governo Berlusconi
 
 
di Michele Scarlino
 
Il 17 ottobre si è tenuto lo sciopero indetto dai sindacati di base (Cobas, Rdb ed Sdl) con la partecipazione al corteo romano di un fiume di manifestanti, tra cui molti lavoratori della scuola, precari, studenti giovani e giovanissimi scesi in piazza per dire No alla riforma Gelmini.
 
manifestazione17 2008
Foto del partecipato spezzone del Pdac il 17. 
 
 Lo sciopero ha avuto una altissima adesione - senza precedenti sotto alcuni punti di vista - e una partecipazione molto combattiva, nonostante la pioggia battente, alla manifestazione tenutasi a Roma venerdì mattina. Come Partito di Alternativa Comunista, abbiamo contribuito con tutti i nostri mezzi, organizzando un consistente e combattivo spezzone.
 
 
Il risveglio di studenti, immigrati e lavoratori
Il bilancio è positivo considerando molti fattori e “coordinate storiche” in cui questo sciopero si inscrive: è il primo grande sciopero dall’insediamento del governo Prodi del 2006, il primo segno di risveglio di un movimento di opposizione alle politiche dei governi padronali dopo la sindrome da “governo amico” e dopo il ruolo di “anestetico”, per le lotte operaie e studentesche, rappresentato dalla socialdemocrazia (Prc, Pdci) al governo.
La sinistra radicale al governo ha prodotto danni che solo ora, finalmente, con il ritorno di lotte sociali reali (non quelle per la Franzoni libera...) stanno iniziando ad essere riparati. Il governare al fianco dei banchieri e dei loro rappresentanti politici ha politicamente disarmato i lavoratori, gli immigrati e gli studenti che, infatti, nei due anni di governo Prodi, e sino al mese scorso, sono stati disorganizzati e incapaci di rispondere ai violenti attacchi del governo.
In queste settimane, venuta meno l’illusione del “governo amico” (fomentata da chi in quel governo faceva, ad esempio, il ministro, come Paolo Ferrero ma anche da chi si limitava a "criticare" offrendo tanti voti a favore e qualche astensione, come Sinistra Critica), i lavoratori hanno iniziato la riorganizzazione e si preparano a un “Autunno caldo”.
La prima mobilitazione è arrivata dagli immigrati, con la riuscita manifestazione dello scorso 4 ottobre, poi gli studenti hanno occupato scuole e università, organizzando cortei in ogni città per dire "No alla Gelmini"; venerdì è stata la volta dei lavoratori e le mobilitazioni studentesche proseguono anche in queste ore in tutta Italia.
Lo sciopero è riuscito bene nonostante l’azione di pompieraggio svolta da Rifondazione Comunista (insieme ai Comunisti italiani, o al gruppo di Ferrando, il quale anche il 17 era incollato ai taccuini dei giornalisti ma senza nessun seguito di militanti) che hanno deciso di indire una manifestazione tutta politica, fondata sull'orgoglio socialdemocratico, proprio alla vigilia dello sciopero generale. La data dello sciopero del 17 era fissata ben prima di quella dell'11 ottobre, che è stato creata ad hoc per togliere linfa al 17. Nonostante ciò, in pieno stile rifondarolo, Liberazione del 18 ottobre aveva il coraggio di titolare: “Torna la lotta. Benvenuta!”. Ebbene sì, malgrado voi le lotte continuano,  bisognerebbe commentare.
Oltre a questo è da sottolineare il ruolo della Cgil che ha deciso di indire uno sciopero autonomo il 30 ottobre, depotenziando in maniera notevole lo sciopero dei sindacati di base. Vista la grande adesione, se ci fosse stata anche la partecipazione della Cgil, si sarebbe arrivati ad imporre al governo il ritiro del famigerato decreto Gelmini - quello che prevede il ritorno al maestro unico, il taglio di 160 mila posti di lavoro, la privatizzazione dell'università. Lo sciopero del 30 è fuori tempo massimo: il governo avrà buon gioco per approvarlo prima. Lotte permettendo, ovviamente.
 
 
Dopo questo risultato cosa fare?
Ovviamente questo, come detto da molti studenti e lavoratori impegnati nelle lotte di questi giorni, non è che l’inizio. La crisi economica che sta vivendo l’economia capitalistica a livello globale avrà dei costi che i governi dei vari Stati (che fanno gli interessi delle classi che dominano l’economia e, quindi, la società) faranno ricadere come una mannaia sulla vita reale di tutti i lavoratori del pianeta.
Nei prossimi anni i lavoratori italiani conosceranno altre finanziarie “lacrime e sangue”, altri attacchi ai salari per far pagare le spese della crisi ancora una volta ai lavoratori. Questa crisi dovrà mietere ancora numerose vittime. Ma i lavoratori non si lasceranno trovare impreparati.
Dobbiamo costruire sin da ora una opposizione reale allo spietato attacco che si prepara all’orizzonte.
A partire dallo sciopero del 17, sosteniamo le lotte studentesche e le occupazioni contro la Gelmini, appoggiamo ogni sciopero, a partire dal prossimo del 30 ottobre (pur condannando la scelta che è stata fatta di dividere i lavoratori): occorre costruire una opposizione politica e sociale in questo Paese che, con la lotta ad oltranza, porti alla cacciata del governo Berlusconi.
Il Partito di Alternativa Comunista si sta costruendo nelle lotte reali degli studenti, negli scioperi e nelle mobilitazioni con l’obiettivo di creare quell'opposizione comunista e rivoluzionaria di cui c’è bisogno ora più che mai. In questa ottica continuiamo a sostenere la prospettiva politica della Costituente dei comunisti rivoluzionari, l’unica che non offre né nell’immediato (come la "costituente della sinistra" bertinottiana) né in un futuro più o meno prossimo (come la finta "svolta a sinistra" di Ferrero) alcuna alleanza con i governi della borghesia.
Proprio partendo dall’insegnamento dei due anni di governo Prodi, con la sinistra riformista al governo, invitiamo i compagni che a noi e a questa Costituente guardano con interesse a trarre le loro conclusioni e a partecipare attivamente a questo progetto. E’ possibile sacrificare le lotte sociali sull’altare del governo sperando di influenzare più o meno un governo che fa gli interessi reali di banche e gruppi imprenditoriali? Noi crediamo di no, e la storia recentissima ha dato un’altra volta ragione ai comunisti rivoluzionari confermando questa lezione storica. Solo le lotte di opposizione pagano, nel breve e nel lungo periodo. Solo un partito comunista forte e radicato può consentire alle lotte di vincere realmente.
La piazza del 17 ha dato un forte segnale: il vento della lotta ha ripreso a soffiare. Rafforziamo le lotte e costruiamo il partito comunista con influenza di massa che ancora non c'è.

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