BASTA VIOLENZA CONTRO LE DONNE!
ORGANIZZIAMO LE DONNE CONTRO
IL MASCHILISMO E CONTRO IL CAPITALISMO
Volantino elaborato dalla Commissione donne del Pdac
Ma di pari passo cammina quella ferocia che, come dicono numeri ed esperti, rende per una donna molto più pericoloso il tratto che separa il soggiorno dalla cucina, piuttosto che una strada buia, in piena notte, in un quartiere malfamato. Ecco allora che i volti di coloro che ci dovrebbero, secondo i canoni della cultura borghese, proteggere, assumono le sembianze del mostro. E mentre tv e giornali si contendono il primato dello scoop, il corpo delle vittime subisce ancora violenze, come fosse ulteriormente squartato. Nella gara del sensazionale si dimentica la quotidiana indecenza di chi non ha più voce, né mai l'avrà per dire il proprio dolore. Sono, aldilà di quanto si potrebbe immaginare, proprio i Paesi a capitalismo avanzato a vedere aumentare a dismisura l'aggressione al corpo femminile, e in particolar modo il tasso di violenza cresce di pari passo al tenore di vita ed al livello di istruzione.
La crisi economica ha aggravato sia i fenomeni di violenza nei confronti delle donne, spesso trasformate in veri e propri capi espiatori del malessere economico e sociale, sia, più in generale, gli attacchi alle donne lavoratrici. I governi borghesi, (di centrodestra e centrosinistra) di tutta Europa scaricano i costi della crisi sulla classe lavoratrice, e in particolare sui suoi strati più oppressi, come le donne. Sulle spalle delle donne ricade un doppio lavoro: il lavoro salariato e la cura della famiglia. Oggi, per finanziare banchieri e grandi industriali, i governi smantellano le già poche strutture pubbliche di sostegno alle famiglie proletarie: asili, consultori, tempo pieno a scuola. In Italia, recentemente le donne lavoratrici sono state colpite senza pietà dalle politica dei tagli: innalzamento dell’età pensionabile, licenziamenti di massa (pensiamo al licenziamento di 180 lavoratori della scuola, un settore lavorativo in gran parte femminile), per non parlare dei contratti precari che eludono la tutela delle lavoratrici in maternità.Per porre fine a questo massacro è necessario porre fine prima di tutto al sistema che lo genera. Anziché leggi ad hoc che continuino a tentare di assicurare la parità di genere, che sembrerebbe un dato acquisito, occorre un radicale mutamento della società. Un mondo di uomini e donne non siano più sottomessi alle leggi del profitto e dello sfruttamento di classe sarà anche un mondo di concreta parità e di vera giustizia.