Partito di Alternativa Comunista

Elezioni locali del 25 maggio I nostri candidati

Elezioni locali del 25 maggio
I nostri candidati
per propagandare un programma di classe
 

 
di Patrizia Cammarata

 
candidati 

Perché un partito, il Partito di Alternativa Comunista, che si definisce rivoluzionario, internazionale e internazionalista (e che è sezione italiana della Lit-Qi, la Lega Internazionale dei lavoratori-Quarta internazionale, che è presente in più di trenta Paesi al mondo di Europa, America e Africa), partecipa alle prossime elezioni amministrative? Parteciperemo con lo stesso spirito, e le stesse motivazioni, che ci hanno animato negli scorsi anni quando ci siamo presentati in altre elezioni nazionali, provinciali e comunali; citiamo, ad esempio, le scorse elezioni a Salerno, Barletta, Vicenza, Verona, ecc… A Verona, ricordiamo, abbiamo presentato nel 2012, contro il sindaco Flavio Tosi della Lega Nord, il compagno operaio Ibrahima Barry, il primo candidato sindaco immigrato, nero, della storia del nostro Paese. Lo facciamo per propagandare al maggior numero di lavoratori il nostro programma, per usare gli organi di diffusione (come giornali e tv di proprietà dei padroni) che spesso censurano le nostre posizioni rivoluzionarie e che durante le elezioni sono costretti a concederci degli spazi, usiamo la tribuna elettorale per intervenire con contenuti e prospettive di rottura al sistema capitalistico. Un programma, il nostro, che non è compatibile e realizzabile nel sistema economico attuale di sfruttamento per la stragrande maggioranza della popolazione mondiale e per l’ambiente ormai al collasso (sistema economico che nessuno dei partiti mette in discussione, limitandosi a criticarne la forma o l’applicazione ma senza nessun intento di rovesciarlo). Siamo alternativi e indipendenti dal centrodestra e dal centrosinistra e dal programma reazionario del Movimento 5 Stelle del comico miliardario Grillo e dall’ altrettanto ricchissimo “guru” imprenditore Casaleggio che hanno costruito un movimento (in realtà un partito mascherato) con un programma interclassista ("né di destra e né di sinistra") ma che nella sostanza è l’erede, soprattutto nel Nord, del programma e dei contenuti della Lega e della destra, come dimostrano le storie politiche personali, non dei numerosi generosi e spesso ignari attivisti di base, ma di diversi fra senatori, consiglieri e parlamentari e che sono  molto vicini alla “corte” di Grillo e Casaleggio.

Sulla questione delle elezioni: il monito di Lenin
Pur essendo consapevoli, come ci ricordano tanti compagni, che “ se le elezioni della borghesia servissero a cambiare veramente, il potere non ci permetterebbe di andare a votare”, e che questa frase porta alla logica conseguenza che, quindi, il momento elettorale dovrebbe essere ignorato, pensiamo che il problema sia da affrontare in modo diverso. Le nostre forze in Italia, relativamente deboli (al momento) ci hanno fatto scegliere, ad esempio, di non impegnare tutti i nostri compagni nelle competizioni elettorali poiché la difficile raccolta firme (di fatto impossibile per le elezioni europee) non sottraesse al partito energie importanti che in questo momento sono rivolte a sostenere alcune lotte sindacali e di movimento. Ma, pur essendo nemici implacabili di amministrazioni comunali e dell’Europa dei padroni e delle banche (che potrà essere rovesciata con una rivoluzione vera e non con un referendum o una rivoluzione affidata ai meet-up organizzati da comici e imprenditori miliardari) ,sulla partecipazione alle elezioni in generale facciamo tesoro dell’insegnamento che ci è stato trasmesso dall’esperienza bolscevica (unica esperienza che, seppur per un breve periodo, ha portato la classe lavoratrice al potere) e del grande compagno Lenin che ai  comunisti tedeschi “di sinistra”, che respingevano le ipotesi elettorali  e affermavano che bisognava respingere ogni uso del parlamentarismo, chiedeva(1):  “ Ritorno al parlamentarismo? Forse già esiste in Germania la repubblica dei Soviet? Non sembra…”
Risultava chiaro, per Lenin, che i “sinistri” in Germania avevano scambiato il loro desiderio, la loro posizione ideale e politica, per una realtà oggettiva e ricordava che questo è l’errore più pericoloso per dei rivoluzionari. Al contempo è necessario ricordare che non bisogna ritenere ciò che è superato per noi come superato per la classe nel suo insieme, come superato anche per le masse. Lenin diceva: “Voi siete in dovere di non scendere al livello delle masse, al livello degli strati arretrati della classe. Questo è incontestabile.” ma Lenin ribadiva con forza  che la partecipazione alle elezioni parlamentari e la lotta dalla tribuna parlamentare è necessaria per il partito rivoluzionario proprio al fine di educare gli strati arretrati della propria classe. “Fino a quando non siete in condizione di sciogliere il parlamento borghese e tutte le istituzioni reazionarie d’altro tipo… avete l’obbligo di lavorare all’interno di tali istituzioni appunto perché in esse si trovano ancora gli operai ingannati dai preti e sviati dal provincialismo: in caso contrario rischiate di essere dei semplici ciarlatani”.
Lenin si spingeva anche più avanti affermano che “è dimostrato che persino alcune settimane prima della vittoria della Repubblica sovietica, e persino dopo questa vittoria, la partecipazione a un parlamento borghese non solo non danneggia il proletariato rivoluzionario, ma anzi lo aiuta a dimostrare alle masse arretrate perché questi parlamenti meritino d’essere sciolti…” ripetendo, però, al contempo, che “l’azione delle masse- un grande sciopero per esempio- è più importante dell’attività parlamentare in ogni situazione .”… “La critica –la più aspra, implacabile e intransigente delle critiche – deve essere diretta non contro il parlamentarismo o l’attività parlamentare, ma contro quei capi che non sanno- e ancor più quelli che non vogliono-utilizzare in modo rivoluzionario, comunista, le elezioni parlamentari e la tribuna del parlamento”.
 
Il nostro programma per Bari
Il candidato sindaco del Partito di Alternativa Comunista di Bari si chiama Giacomo Petrelli, ed è un postino di 35 anni.
La lista dei candidati è significativa: Francesco Carbonara, operaio, Rsu Fiom Presidio Om carrelli; Mauro Mongelli, operaio, Rsu Cub-Cobas Telecom Puglia; Nicola Porfido, maestro di musica; Domenico Petruzzelli, coordinatore disoccupati organizzati; Donato Muti, avvocato del lavoro; Valeria Bianchino, insegnante precaria; Matteo Antonio Fiorente, artigiano; Vincenzo Mansi, studente universitario; Anna Maria Cutrone, lavoratrice precaria della sanità; Giuseppina Papeo, studentessa universitaria; Antonio Fiore, studente universitario; Antonella Prodon, studentessa universitaria; Alessia Colella, lavoratrice call center; Lara Carbonara, studentessa universitaria; Salvatore Cossa, operaio tessile; e altri compagni, tutti impegnati in prima fila nelle lotte.
Alcuni punti del programma: piano di gestione operaia delle fabbriche e taglio di tutti i finanziamenti pubblici alle imprese: le fabbriche che chiudono o che licenziano vanno poste sotto la gestione dei lavoratori stessi, a cominciare da quelle in crisi, a partire dall'Om carrelli per la quale, al fianco degli operai in presidio, abbiamo condotto una lotta di quasi due anni. Reddito sociale per i disoccupati e i precari finanziato dal taglio dei finanziamenti pubblici alle multinazionali. Salvaguardia dell’ambiente, opposizione alle cementificazioni della città. Edilizia pubblica per i lavoratori. Blocco di tutti i 1.500 sfratti esecutivi in città e requisizione di tutti gli alloggi sfitti che devono essere assegnati alle famiglie senza casa. Destinazione della Caserma Rossani al collettivo di ragazzi che la sta gestendo, con grande abnegazione, da quasi tre mesi. Destinazione di tutti gli altri spazi sociali a centri sociali per giovani e anziani. Sanità pubblica, efficiente e gratuita. Battaglia contro governo regionale e nazionale per cancellare il Piano sanitario pugliese che taglia 2.500 posti e venti ospedali pubblici, favorendo le lobby della sanità privata. Rilancio della sanità pubblica ed eliminazione delle liste d'attesa. Rilancio della scuola pubblica, per l'azzeramento di tutti i finanziamenti, diretti ed indiretti, attualmente stanziati alle scuole private. Opposizione inflessibile alle politiche razziste attuate contro i lavoratori immigrati: stop al selvaggio sfruttamento cui sono sottoposti gli immigrati nelle campagne e nelle fabbriche; chiusura immediata di tutti i Cie (Centri di identificazione ed espulsione) o simili!
 
Il nostro programma per Caltanissetta
Il Partito di Alternativa Comunista, che da pochi mesi ha avviato la propria attività politica anche sul territorio siciliano, partecipa per la prima volta in Sicilia ad una competizione elettorale. Concetta Fasciana (detta Conny), impiegata, è la candidata a sindaco e spiega: “ Per chi, come noi, s’ispira coerentemente alla cultura comunista, le elezioni non sono il fine dell'attività politica, cioè il trampolino di lancio verso le poltrone e i palazzi, ma rappresentano uno strumento per propagandare a platee più vaste il nostro programma di rottura radicale col sistema capitalista. In tal senso, una competizione elettorale, concedendoci quei piccoli spazi di propaganda che ci sono costantemente negati dai mezzi d’informazione di sistema al soldo dei potentati economici, può essere per noi un utile strumento per veicolare a settori più ampi delle masse popolari, che spesso lo ignorano in quanto vittime della disinformazione di sistema, l'unico programma che può consentire l'uscita dalla crisi di sistema non dal versante dei padroni (ovverosia attraverso il massacro sociale, il taglio dell'occupazione e dei servizi!) ma dal versante della maggioranza della società. La tribuna elettorale ci serve, dunque, per trasmettere la nostra proposta politica alle tante persone che non stanno all'interno delle lotte e che magari coltivano ancora l'illusione di poter cambiare il sistema attraverso il voto, così come ci serve come strumento per provare a riconquistare alla lotta i tanti compagni ormai dispersi e disillusi, dopo anni di amarezze e tradimenti subiti, e per guadagnare nuove persone alla militanza politica rivoluzionaria. Una politica che non passa dai palazzi ma dalle piazze, dalle scuole, dalle università, dalle fabbriche, dai luoghi di lavoro. Ciò che ci differenzia radicalmente da tutte le altre forze politiche è la nostra prospettiva anticapitalista: per noi, la soluzione sta nel rovesciare il sistema economico capitalista, un sistema che si fonda sul profitto di pochi sulla pelle di molti, sullo sfruttamento selvaggio dell'uomo sull'uomo e sulla natura. Pertanto, se anche Grillo si mostra comprensivo verso i grandi imprenditori che delocalizzano e vanno a sfruttare nell'est Europa la manodopera a basso costo (come da lui espresso in merito alla vicenda Electrolux), palesando così sfacciatamente la sua accettazione del sistema, noi invece rifiutiamo un sistema disumano fondato sulla mercificazione delle persone e sulla venerazione del dio denaro, un sistema che sta facendo scivolare sempre più l'umanità verso la barbarie e l'autodistruzione.  Dato che il capitalismo esiste a livello internazionale, è proprio a  livello internazionale che deve essere promossa la lotta più radicale contro di esso. Siamo estranei alle logiche nazionaliste, promuoviamo l'unione delle lotte degli sfruttati di tutti i Paesi contro il potere mondiale del capitale. Per noi lo sfruttamento di un italiano, o di un rumeno, o di un marocchino è da condannare nella medesima misura e pertanto va combattuto radicalmente. I principi per noi non cambiano secondo le coordinate geografiche.
Siamo per la chiusura dei C.i.e. (Centri di identificazione ed espulsione), vere e proprie prigioni per i migranti, rappresentazione esemplare del fallimento del sistema. Abbiamo denunciato attraverso le pagine del nostro giornale, Progetto Comunista, e in tutte le piazze siciliane che abbiamo toccato con le nostre iniziative, che lungi dal rispondere a logiche di accoglienza, i C.i.e. e le politiche migratorie che ne stanno alla base costituiscono un crudele business, un grosso giro di affari sulla pelle delle persone da parte di imprese senza scrupoli. Abbiamo denunciato le condizioni disumane in cui versano i fratelli migranti che, a centinaia, negli ultimi mesi, hanno trovato un riparo d'emergenza (non avendo le dovute risposte dalle istituzioni) nei pressi del Pala Cannizzaro di Pian del Lago, durante la lunga attesa per accedere al centro polifunzionale, battendoci assieme a loro – unici, nel desolante panorama politico della città - per il sacrosanto diritto all'acqua corrente, al cibo, all'assistenza sanitaria e a un tetto sotto cui dormire, nel silenzio assordante delle istituzioni. Il sindaco Campisi, dopo aver tolto loro l'acqua corrente in piena estate e dopo aver provato a sgomberarli (senza pensare a un’adeguata sistemazione), ha deciso in periodo pre-elettorale di trasferire a San Cataldo i migranti che fino ad allora avevano trovato riparo nei pressi del Pala Cannizzaro, le cui strutture abbandonate sono state chiuse ermeticamente con delle barre di ferro onde evitare che qualche senza tetto possa trovarvi riparo. Benefici umanitari dello sceriffo Campisi!
In periodi di crisi, il capitalismo, attraverso i suoi servi politici e i suoi apparati accentua l'attacco ai diritti delle persone e la repressione delle lotte. I provocatori e le squadracce fasciste sono uno degli strumenti utilizzati dal padronato per contrastare le lotte delle masse oppresse. Contrariamente a quanto sostiene Grillo, non pensiamo che il fascismo sia un problema ormai archiviato nei manuali di storia: basta guardare, ad esempio, a quanto sta accadendo in Grecia, dove i neonazisti di Alba dorata sono entrati in parlamento e contribuiscono a diffondere nel Paese ellenico un clima di odio e intolleranza verso i migranti e le minoranze. Per questi motivi, l'antifascismo va per noi di pari passo con l'anticapitalismo, e denunciamo la posizione ambigua e opportunista di chi, come Grillo, rifiuta di definirsi antifascista (anche per raccattare voti negli ambienti della destra, anche estrema). Non è possibile operare un intervento politico efficace se si parte da un'analisi scorretta del sistema, constatazione che rende evidente l'inaffidabilità di presunti progetti “alternativi” come quello del M5s. Non è possibile sperare che i partiti che fanno gli interessi delle classi dominanti (Pd, Pdl, Udc, Lega ecc) possano venire incontro alle esigenze delle masse oppresse. Quanto alle forze riformiste, come il Prc o Sel, si tratta di organizzazioni che continuano a illudere la gente rispetto alla “riformabilità” del sistema (cioè alla possibilità di trasformarlo attraverso “riforme” graduali), quando è evidente che un sistema siffatto non è affatto riformabile ma deve essere spezzato per poter spianare la strada al socialismo, che diviene sempre più un necessità storica innegabile”.
Il programma del PdAC Caltanissetta avanza obiettivi di questo tipo: No alla privatizzazione dei servizi; pubblicizzazione di tutti i servizi essenziali, mantenendo gli organici attualmente in servizio con azzeramento di qualsiasi carica dirigenziale; gestione comunale di ogni servizio della pubblica amministrazione; trasparenza nelle gestioni, attraverso assemblee, divulgazione costante e coinvolgimento dei cittadini, al fine di consentire un controllo dal basso; blocco totale degli appalti finalizzati alla costruzione di centri commerciali e alla speculazione edilizia; recupero edilizio degli edifici pubblici esistenti e riqualificazione del centro storico, con apertura di cantieri di manutenzione permanenti; realizzazione di parcheggi auto comunali e abolizione dei parcheggi a pagamento con strisce blu; assegnazione ai residenti del posto auto a titolo gratuito nei pressi dell'abitazione; salvaguardia dell’ambiente, opposizione alla cementificazione della città; piano di bonifica e conversione in verde pubblico di tutti i siti contaminati e di tutte le aree verdi abbandonate o degradate; creazione di una filiera per la raccolta differenziata, con la progressiva chiusura delle discariche inquinanti, utilizzando gli spazi della zona industriale per avviare strutture di riciclaggio e ricompostaggio delle materie; piano di ristrutturazione delle case sfitte, per dare lavoro agli operai edili e guadagnare nuovi spazi abitativi per le famiglie indigenti; diritto alla casa per tutte/i attraverso l’assegnazione gratuita delle case ai senza tetto; apertura di spazi sociali pubblici e gratuiti per i giovani, gli anziani, i disabili, i bambini, per venire incontro alle crescenti drammatiche esigenze delle donne lavoratrici; concessione di spazi autogestiti per giovani, artisti ed associazioni, per lo svolgimento di attività ricreative e culturali; attivazione di impianti sportivi comunali e riqualificazione di quelli esistenti; no ai finanziamenti alle scuole private; investimenti per asili e scuole pubbliche;servizio pubblico di scuolabus per i bambini, gratuito per le famiglie povere; servizio doposcuola gratuito per i bambini indigenti;supporti economici per lo studio alle famiglie a basso reddito (per esempio libri in comodato d'uso gratuito per gli studenti appartenenti alle fasce sociali più deboli, sussidi didattici open source, biblioteche di classe con i testi in adozione sempre disponibili), mense scolastiche; assicurare alle persone e alle famiglie indigenti le necessità primarie, come l'alloggio, l'alimentazione, le spese per la sanità, l'istruzione e il trasporto; apertura di mense comunali per gli indigenti e per i lavoratori;  potenziamento del trasporto pubblico, gratuito per le fasce indigenti della popolazione, a corse continue;lotta per la riapertura delle tratte ferroviarie soppresse; potenziamento dell'attività dei consultori; assistenza medica gratuita per le persone indigenti e per i migranti, attraverso l'apertura di ambulatori comunali, di centri di ascolto gratuiti per i tossicodipendenti; assistenza medica domiciliare per le persone bisognose; costruzione di una rete pubblica gratuita wireless per consentire ad ogni cittadino l'accesso a internet; creazione di internet point pubblici dislocati in ogni quartiere per consentire la più ampia fruibilità del servizio; chiusura delle prigioni per migranti e avvio di politiche di reale integrazione; corsi gratuiti di lingua italiana per i migranti; lotta per le pari opportunità dei cittadini disabili, sia in campo lavorativo che rispetto alla fruibilità dei servizi e degli spazi urbani; lotta contro la precarietà del lavoro attraverso una graduale immissione in ruolo a tempo indeterminato di tutti i lavoratori precari impiegati nella gestione dei servizi comunali; i contratti di lavoro stipulati dal Comune di Caltanissetta non possono essere di tipo precari; lotta ai privilegi e alle clientele, con conseguente taglio radicale ad ogni forma di regalia, consulenze o incarichi dirigenziali; lotta per il diritto all'occupazione; scala mobile delle ore di lavoro, cioè distribuzione equa e razionale del lavoro, a parità di salario, al fine di garantire l'occupazione a tutti; creazione di fondi di solidarietà per i lavoratori in cassa integrazione o che hanno perso il lavoro; reddito sociale per i disoccupati, precari e indigenti e creazione di sportelli di avviamento al lavoro e alla formazione; lotta contro la delocalizzazione delle imprese; gestione operaia delle imprese che de-localizzano; nessuno spazio ai fascisti, propugnatori di politiche razziste e omofobe.
Nella lista dei candidati ci sono rappresentanti dell’associazionismo, studenti, disoccupati, rsu e delegati sindacali del sindacalismo conflittuale.   
 
Il nostro programma per Cremona
A Cremona il candidato sindaco del Pdac è Mirko Seniga, operaio.
Anche in questa città la lista dei candidati di Cremona è formata da insegnanti precari in lotta, operai, esponenti del sindacalismo conflittuale e della sinistra Cgil.
Nel programma della nostra lista leggiamo: "Cremona è in testa alle classifiche per l’impiego di cassa integrazione (che fa ricadere attraverso l’Inps sulle casse pubbliche, cioè sui lavoratori, una parte dei salari che il padrone non paga). Rispetto al 2012 la disoccupazione a Cremona ha avuto un aumento di 2 punti percentuali: dal 6,6% a oltre l’8%, superando la media regionale dell’8,1%. Per questo noi ci battiamo per: salario sociale ai disoccupati tutti, compresi ex artigiani, e ai giovani in cerca di occupazione; assunzione immediata a tempo indeterminato di tutti i dipendenti del Comune; costituzione di comitati di lavoratori per controllare le condizioni di sicurezza dei luoghi di lavoro; l’occupazione delle fabbriche e la nazionalizzazione senza indennizzo e sotto controllo operaio delle aziende che licenziano e dove manca la sicurezza con casi di morte sul lavoro. La scuola pubblica è sotto grave attacco: La scuola pubblica è sotto attacco, dopo vent’anni di politiche distruttive perseguite dai governi di centrodestra e centrosinistra, il nuovo governo Renzi non ha cambiato rotta. Milioni per le scuole private, mentre migliaia di studenti non tentano nemmeno l’iscrizione alle università a causa delle tasse sempre più alte. L’anno scolastico che sta per terminare è stato caratterizzato da una logorante precarietà: edifici scolastici fatiscenti che mettono a rischio la vita di studenti e docenti, classi-pollaio che rendono impossibile un servizio serio e di qualità. La politica dei tagli non ha risparmiato nemmeno gli alunni disabili con la riduzione delle ore di sostegno dovuta ai tagli del personale. Questo è il progetto del governo Renzi: distruggere la scuola pubblica. Le politiche locali non si discostano dalle linee nazionali.
Il nostro programma prevede l’istituzione di un piano locale di edilizia popolare e scolastica; scuola e servizi pubblici e gratuiti sotto controllo dei lavoratori, apertura di nuovi asili nido e scuole materne, che garantiscano un ampliamento del servizio, assunzione di nuovo personale e regolarizzazione dei precari; completa gratuità di mense e asili per le famiglie dei lavoratori salariati; istituzione di un reddito studentesco che preveda comodato d’uso dei libri di testo, libero, accesso a trasporti, alloggi universitari per i fuori sede e luoghi di cultura e memoria.
La Sanità, un altro diritto elementare, è stata privatizzata a ogni livello. La privatizzazione dell’ex Inam è l’ultima in ordine di tempo. Quanto resta della Sanità pubblica è sottoposto a ticket, tempi di attesa che obbligano a ricorrere a strutture private. Per questo noi ci battiamo per: effettivo diritto all’aborto, no all’obiezione di coscienza da parte del personale sanitario; sanità completamente pubblica e gratuità per i salariati e i pensionati, sotto il controllo dei lavoratori del settore e i lavoratori-utenti; apertura di poliambulatori di quartiere, potenziamento della prevenzione di malattie; apertura di consultori che organizzino anche corsi sulla sessualità fin dalle scuole elementari, sottratti alle ingerenze della morale reazionaria della Chiesa, distribuzione gratuità di profilattici ai giovani.
Per il sistema capitalista l’ambiente è solo fonte di possibili profitti per i padroni. La crisi economica ha favorito un minore controllo per l’ambiente. Le varie giunte di Cremona portano avanti da anni un programma che ha favorito le speculazioni in campo ambientale; le soglie di tollerabilità PM10 sono regolarmente superate e ciò pone Cremona fra le prime città d’Europa con un alto tasso di malattie da inquinamento. Noi ci battiamo contro le “priorità” indicate da Perri e Galimberti (e i loro alleati); diciamo no all’inutile autostrada Cremona-Mantova, al terzo ponte sul Po, alla strada sud. Si tratta di opere in cui si sperpera il denaro pubblico solo per alimentare profitti privati. Denunciamo il silenzio delle varie giunte comunali sull’elevato inquinamento prodotto negli anni dalla raffineria Tamoil: oggi, dopo la chiusura dell’impianto e il licenziamento di un migliaio di lavoratori, la bonifica dell’area si trascina nell’indifferenza delle istituzioni. Il tutto a favore della multinazionale che è stata lasciata libera di ignorare le regole fino a creare una situazione di pericolo estremo. Sosteniamo i Comitati attivi in queste battaglie e lottiamo: contro ogni forma di privatizzazione dell’acqua che comporta nuovi aumenti nelle tariffe e tagli delle utenze in caso di morosità; per la bonifica a spese della multinazionale della zona inquinata dalla ormai ex Tamoil; per la nazionalizzazione senza indennizzo e sotto controllo dei lavoratori delle aziende che inquinano e licenziano; contro le discariche di amianto, inceneritori e termovalorizzatori, per lo smaltimento dei rifiuti nel vero rispetto dell’ambiente; per il potenziamento del trasporto urbano con più autobus elettrici, più linee e più frequenza, per un servizio totalmente pubblico e gratuito; per risolvere il problema dei pendolari potenziando le linee ferroviarie a partire da quella di Milano; per un controllo pubblico sui trasporti garantito da comitati di lavoratori dei trasporti e dai lavoratori utenti; per l’incremento delle zone verdi e l’estensione della raccolta differenziata in tutta la città compreso il centro cittadino con la creazione d’isole di raccolta e officine pubbliche per il recupero e il riciclaggio del materiale raccolto dalle stesse Il nostro programma prevede il diritto alla casa per i lavoratori, italiani e migranti, spazi per i giovani e gli anziani. Gli affitti costituiscono una quota enorme delle spese di un salariato, impossibile da sostenere se si perde il lavoro; i giovani sono costretti a vivere con i genitori in quanto privi di reddito (studenti e disoccupati) o se ricevono un salario da fame (in special modo se precari). Moltissime strutture ricreative sono in mano alla chiesa. Per questo ci battiamo per: la requisizione delle grandi proprietà immobiliari e delle case sfitte dei grandi proprietari e la loro assegnazione sotto controllo dei lavoratori, con un tetto massimo per gli affitti proporzionale ai salari; la costruzione e ristrutturazione di case popolari da destinare gratuitamente ai disoccupati e ai giovani studenti, senza distinzioni fra nativi e migranti; l’allestimento di spazi, strutture ricreative per bambini e giovani, nuovi parchi pubblici e la riqualificazione di quelli esistenti; l’apertura di nuovi ospizi, con un servizio gratuito per chi è stato lavoratore dipendente; l’assunzione di giovani disoccupati per prestare assistenza domiciliare gratuita agli anziani.
A Cremona si spendono ingenti cifre per iniziative d’immagine e non si trovano i soldi per potenziare i centri di aggregazione e i servizi culturali. Per questo ci battiamo per: la completa gratuità di musei, di mostre e di ogni servizio culturale; l’apertura di biblioteche (assumendo disoccupati) anche la sera e nei festivi affinché possano essere utilizzate da chi lavora; biblioteche nei quartieri; l’apertura di nuovi cinema e l’accesso gratuito per i lavoratori salariati, gli studenti, i disoccupati e i pensionati, l’apertura di supermercati comunali per i lavoratori, pensionati, disoccupati, con prezzi fortemente ribassati, sotto la gestione e il controllo dei lavoratori e degli utenti.
I governi di centrodestra e centrosinistra hanno varato “pacchetti sicurezza” e norme razziste, come quelle del governo Prodi-Ferrero che criminalizzava i rumeni. Per distogliere l’attenzione dalla vera emergenza sociale, alimentano pulsioni razziste che contrappongono lavoratori nativi e immigrati. Perri e i suoi predecessori di centro sinistra sono sempre stati in prima fila in questo. L’ex sindaco Corada si era vantato di essere stato tra i primi a introdurre un “assessore alla sicurezza”. In continuità con queste politiche repressive si assumono nuovi vigili utilizzandoli per retate contro immigrati che vendono, da sempre, povere mercanzie per strada. Noi invece ci battiamo contro le ronde razziste che sono potenziali nuove squadracce fasciste; per l’organizzazione di un servizio d’ordine che difenda le lotte e le manifestazioni di lavoratori e immigrati; per pieni diritti politici e sociali a tutti gli immigrati.
Le giunte di centrodestra e centrosinistra a Cremona hanno sempre dimostrato il loro carattere guerrafondaio non perdendo occasione per celebrare la guerra: cittadinanza onoraria ai militari della Col di Lana impegnati nelle missioni coloniali; piazze intitolate ai militari che presidiavano i pozzi di petrolio a Nassyria o ai papi reazionari, senza dimenticare la strada intitolata al rastrellatore fascista di partigiani, Protti. Noi ci battiamo per il ritiro di tutte le truppe dell’imperialismo italiano e proponiamo che Cremona simboleggi il rifiuto delle guerre intitolando i giardini “Papa Giovanni XXIII” a Tarquinio Pozzoli, sindaco comunista di Cremona nel 1920, militante antifascista e antimilitarista.
Rivendichiamo una città ripulita dai fascisti: basta con vie e sedi ai fascisti di ieri e oggi; basta con spazi pubblici offerti per iniziative di stampo fascista come la messa per i caduti fascisti che ogni anno infanga il 25 aprile; basta con la militarizzazione della città per accogliere fascisti come fu per il convegno di Forza Nuova a Palazzo Cittanova e come di recente per il quartiere, zona Castello, dove Casa Pound ha celebrato la giornata delle foibe.
Partecipiamo a queste elezioni consapevoli che una prospettiva di reale alternativa non può uscire dalle urne: Alternativa Comunista partecipa alle elezioni non per guadagnare posti nelle istituzioni borghesi ma per dare voce alle lotte. Il PdAC è l’unico partito che si oppone risolutamente al governo Renzi (sostenuto da tutti i poteri forti, in Italia come all’estero) e che si batte per gli interessi dei lavoratori. Sel e Rifondazione Comunista si limitano a una critica parolaia e al contempo a Cremona sostengono (rinunciando ai propri simboli) senza se e senza ma un candidato che, se eletto, imporrà le stesse politiche di “lacrime e sangue” decise a livello nazionale. Solo il PdAC si schiera senza tentennamenti dalla parte dei lavoratori: lo dimostra la nostra partecipazione a tutte le lotte che si sono sviluppate in questi anni: dalla Tamoil a quelle dei lavoratori della logistica (Ikea, Granarolo, Esselunga) per arrivare alla Marcegaglia che ha appena annunciato la chiusura dello stabilimento di Milano, con il rischio di lasciare sul lastrico centinaia di lavoratori."

E’ solo con le lotte che i padroni possono essere sconfitti.
Le lotte stanno riprendendo vigore in tutto il mondo: milioni di lavoratori, giovani, donne e disoccupati invadono le piazze dalla Spagna alla Grecia e dalla Bosnia all’Ucraina.
Vere e proprie rivoluzioni sono scoppiate e tuttora in corso in Nord Africa (Siria ed Egitto su tutti). In America Latina il Brasile è teatro di una vera e propria ascesa della lotta di classe in cui milioni di proletari lottano contro un governo di centrosinistra (guidato dal PT di Lula), allievo prediletto del Fondo Monetario Internazionale, e responsabile di una brutale politica di austerità anti-operaia. Il nostro partito non si limita al sostegno passivo di queste lotte: siamo sezione della Lega Internazionale dei Lavoratori – Quarta Internazionale che è presente in decine di Paesi e che in molti di questi (Brasile su tutti) è alla testa delle mobilitazioni.
Anche il nostro programma ha dei costi che, a differenza di quelli di centrodestra e centrosinistra, non devono essere a carico dei lavoratori, ma devono ricadere sui padroni che si sono arricchiti sfruttando i lavoratori. E’ un programma basato su una prospettiva di esproprio senza indennizzo, sotto controllo operaio, delle aziende e nell’immediato sul reperimento di risorse, tassando i profitti e i patrimoni milionari.
Non ci illudiamo che attraverso le elezioni di Bari, di Caltanissetta, di Cremona, si possano migliorare la condizione degli sfruttati ma il voto al Partito di Alternativa Comunista è un voto a un programma di classe e una prospettiva contro l’austerità, il fiscal compact, il capitalismo.
E’ un voto a favore delle lotte, per diffondere un programma per un’ alternativa di classe al dominio della borghesia.
 
 
(1) Lenin, L’estremismo malattia infantile del comunismo, (1920).

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