Partito di Alternativa Comunista

ADERISCI ALLA COSTITUENTE DI UN NUOVO PARTITO COMUNISTA

PER COSTRUIRE L'OPPOSIZIONE DI CLASSE AL GOVERNO PRODI PER UNA VERA ALTERNATIVA ANTICAPITALISTA

Fin dalla nascita il nuovo governo Prodi mostra a chiare lettere la sua natura di classe: è il governo voluto da Confindustria, in cui i ministeri chiave sono affidati ai partiti liberali dell'Unione (Ds e Margherita, promotori del futuro "Partito democratico"). Ai partiti della sinistra dell'Unione (Prc, Pdci, Verdi) sono lasciate solo le briciole.
I primi segnali che dà il nuovo governo sono inequivocabili: il ministro dell'economia (Padoa-Schioppa, già dirigente della Banca Centrale Europea e uno degli artefici di Maastricht) lamenta la condizione disastrata dei conti pubblici e annuncia finanziarie "lacrime e sangue" per far pagare la crisi ai lavoratori; il ministro degli esteri (D'Alema) ribadisce la volontà di rifinanziare le missioni militari all'estero (a partire dall'Afghanistan dove centinaia di abitanti continuano a morire sotto i bombardamenti dei "liberatori" occidentali); il ministro del lavoro (Damiano) si affretta a garantire al padronato che la legge 30 non sarà abrogata ma solo ritoccata; il ministro dell'istruzione (Fioroni), uomo del Vaticano, suscita gli entusiasmi del mondo cattolico; il ministro delle infrastrutture (Di Pietro) si impegna a portare a termine il progetto Alta velocità in Valsusa ed è possibilista sul ponte sullo Stretto di Messina.

 

� evidente, fin dai primi passi, che sarà un governo della borghesia italiana, la quale infatti nel corso della campagna elettorale per voce di suoi autorevoli esponenti, Montezemolo in testa si è schierata a sostegno dell'Unione. Per la prima volta, Rifondazione Comunista, seppur con un ininfluente ministero "alla solidarietà" (Ferrero), entra a far parte organica del governo della settima potenza imperialista nel mondo: è il tradimento definitivo delle ragioni per cui Rifondazione è nata, con il passaggio da parte delle dirigenza del partito dall'altra parte della barricata: a fianco di Confindustria, contro i lavoratori. Per questo Progetto Comunista - Rifondare l'Opposizione dei Lavoratori (quella che per anni è stata la sinistra interna al Prc) ha dato il via, all'indomani della vittoria elettorale dell'Unione, al processo costituente di un nuovo partito, alla rifondazione di una forza comunista e rivoluzionaria.

UN NUOVO GOVERNO PRODI
UN NUOVO GOVERNO CONTRO I LAVORATORI

Un programma per la borghesia italiana
 

Le elezioni di aprile hanno dimostrato che l'Unione non aveva nulla da offrire al disagio dei milioni di lavoratori e giovani che hanno subito cinque anni di politiche antioperaie del governo Berlusconi. Il programma e la campagna elettorale dell'Unione con l'appoggio di Rifondazione Comunista non lasciavano spazio a dubbi: i cinque anni che ci aspettano saranno segnati da nuove liberalizzazioni e privatizzazioni, dall'innalzamento dell'età pensionabile, dalla riduzione del "cuneo fiscale" per le imprese in cambio di nuove tasse per i lavoratori, dalla prosecuzione delle politiche di esclusione per gli immigrati e di precarizzazione del lavoro per i giovani, da nuove guerre imperialiste.

Nessuna messa in discussione del lavoro precario

I primi passi del nuovo governo ci confermano nei fatti quello che il programma annunciava a parole. Dopo la straordinaria lotta dei giovani francesi contro la precarietà del lavoro lotta che è riuscita a piegare il governo francese, costringendolo al ritiro del Cpe il nuovo ministro del lavoro (Damiano, dei Ds) ha ribadito che il nuovo governo non ha alcuna intenzione di abrogare la legge 30 (Biagi). Nulla di cui stupirsi: è stato proprio il primo governo Prodi, con il pacchetto Treu (votato anche da Rifondazione comunista, che allora sosteneva dall'esterno il governo) a introdurre forme di lavoro precario peggiori di quelle contro cui hanno lottato i giovani francesi. La Legge Biagi (voluta dal governo Berlusconi), che ha rappresentato un ulteriore peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro per tanti giovani, fa comodo al padronato che infatti già da tempo, per bocca di Montezemolo, ha dettato la linea su questo terreno, prontamente seguita da Damiano. Come ribadito dal ministro, al massimo sarà prevista l'abolizione, di facciata, di un paio delle innumerevoli forme di lavoro precario (quelle scarsamente utilizzate dalle aziende: lavoro a chiamata e staff leasing); nella migliore delle ipotesi verrà introdotto qualche ammortizzatore sociale, per scongiurare il rischio di una rivolta sul modello francese.

Una finanziaria "lacrime e sangue" per far pagare la crisi ai lavoratori

Padoa-Schioppa, il nuovo ministro dell'economia, ha subito messo le mani avanti. Dopo aver scoperto l'acqua calda cioè che i conti pubblici sono in rosso e che il capitalismo italiano non è al massimo della sua formasi è affrettato ad annunciare quello che ci aspetta: una nuova finanziaria "lacrime e sangue". Esattamente come nei cinque anni di governo Berlusconi, saranno i lavoratori a dover pagare la crisi al posto dei padroni: non solo si annunciano nuovi tagli allo stato sociale; non solo la berlusconiana riforma delle pensioni non verrà messa in discussione; ma, addirittura, c'è l'impegno a chiudere le "finestre" di uscita anticipata del lavoro (cioè ai lavoratori verrà impedito persino di trovare qualche scappatoia per non perdere il diritto alla pensione).

Una politica estera imperialista

Ciò che più colpisce è che, mentre fin da subito il governo si affretta a cavar sangue dalle rape cioè da chi già è costretto a subire disoccupazione, precarietà, imbarbarimento delle condizioni di lavoro allo stesso tempo vengono investiti milioni di euro nel rifinanziamento delle missioni coloniali. Il ritiro delle truppe dall'Iraq sarà un "falso ritiro": non solo ogni decisione verrà concordata con gli Usa ma, soprattutto, come esplicitato dal capo di stato maggiore dell'esercito, almeno 800 militari italiani resteranno a Nassirya a tempo indeterminato (una missione "di ricostruzione", cioè di presidio del petrolio). Inoltre, mentre i bombardieri statunitensi fanno altre stragi in Afghanistan, i ministri di Difesa (Parisi) ed Esteri (D'Alema) garantiscono agli alleati l'immediato rifinanziamento di quella missione.

Dalla Tav alla scuola, nessun cambio di rotta

Ancor prima che il governo nascesse, l'Unione, con l'avallo di Rifondazione comunista, ha garantito che la Tav in Valsusa si farà: il nuovo ministro delle infrastrutture, Di Pietro, si è impegnato insieme al sindaco Ds di Torino, Chiamparino a portare a compimento il progetto che ha visto scendere in piazza la popolazione delle valli piemontesi contro lo scempio ambientale. Similmente, nessun cambio di rotta significativo è previsto per le altre misure contro le quali si sono battuti i movimenti in questi anni. Non solo è stato il primo governo Prodi a introdurre i Cpt (i lager disumani nei quali vengono rinchiusi gli immigrati che sbarcano sulle nostre coste), ma anche ora la logica dell'esclusione che accomuna la legge del centrosinistra (Turco-Napolitano) e quella del centrodestra (Bossi-Fini) non verrà abbandonata. Similmente, nella scuola e nell'università si annunciano semplici "accorgimenti" alla controriforma Moratti, senza mettere in discussione né l'autonomia e la parità scolastiche (è stato proprio il centrosinistra a introdurre i finanziamenti pubblici alle scuole private), né il doppio canale che obbliga alla formazione professionale i figli dei lavoratori, né l'intromissione delle aziende nell'istruzione, né i tagli alla ricerca. Significativo è il fatto che il ministero dell'Istruzione è stato affidato a Fioroni, uomo del Vaticano, che si è già impegnato a garantire attenzione (e finanziamenti pubblici�) alle scuole private.

RIFONDAZIONE COMUNISTA TRADISCE LE RAGIONI DEI LAVORATORI
I COMUNISTI RIFONDANO UN NUOVO PARTITO COMUNISTA

Rifondazione e Cgil nella gabbia della concertazione

Il futuro governo Prodi non potrà contare su una larga maggioranza in parlamento ma potrà tuttavia presentare al padronato italiano delle valide credenziali. Sarà infatti un governo basato sulla concertazione, cioè sulla svendita delle ragioni dei lavoratori sull'altare degli interessi di Confindustria. La Cgil, come annunciato esplicitamente da Epifani nelle conclusioni dell'ultimo congresso, farà da garante delle politiche antioperaie dell'Unione, nel tentativo di offrire ai padroni quella "pace sociale" che Berlusconi non ha saputo garantire. Similmente, l'ingresso di Rifondazione comunista in questo governo ha lo scopo di garantire una copertura "a sinistra" al governo di banchieri e industriali. In questo modo, Rifondazione abbandona definitivamente le ragioni dei lavoratori, degli immigrati, dei tanti giovani precari e disoccupati che hanno lottato in questi anni per un altro mondo possibile: passa dall'altra parte della barricata, con il triste ruolo di ammortizzatore delle lotte sociali. La storia e l'esperienza ci insegnano che non ci sono vie di mezzo: o si sta con i lavoratori o si sta con i padroni, o con i giovani precari e disoccupati o con i banchieri e Montezemolo. E Rifondazione oggi sceglie di stare con i padroni, i banchieri e Montezemolo, contro le ragioni dei lavoratori e dei giovani. Spazi per una battaglia interna al Prc non ce ne sono più perché la nuova collocazione del partito, come forza di governo al fianco dei liberali anti-operai, sta già trascinando Rifondazione in una rapida deriva burocratica, con i gruppi dirigenti interessati principalmente alla spartizione di ruoli e incarichi (sorte che ha già coinvolto anche i dirigenti delle minoranze interne, a partire dall'area dell'Ernesto, che sta confluendo nella maggioranza bertinottiana in nome del "superamento del congresso").

Rifondiamo un partito comunista, per l'opposizione di classe al governo Prodi

L'ingresso al governo di Bertinotti può rivelarsi positivo in un solo senso: il gruppo dirigente di Rifondazione cessa di occupare abusivamente uno spazio che non gli è proprio e che ha contraddittoriamente occupato per anni, quello di partito di lotta. E' ora di tornare a occupare quello spazio con una forza coerentemente comunista, che sappia garantire un'opposizione di classe a tutti i governi della borghesia, di centrodestra o di centrosinistra. E' per questo che Progetto ComunistaRifondare l'Opposizione dei Lavoratori (quella che è stata per anni la sinistra interna al Prc) all'indomani dalle elezioni ha avviato il processo costituente di un nuovo partito. Il partito che vogliamo costruire non ha nulla a che spartire con il "partito comunista del lavoro" proclamato da Marco Ferrando (che è infine uscito da Rifondazione con uno scarso seguito). Quel progetto è connotato da confini politici incerti, dal tentativo di tenere insieme posizioni inconciliabili, dall'assenza di una strutturazione organizzativa. Ferrando punta a costruire un partito non basato sui militanti ma una struttura federalista, l'ennesima setta raccolta attorno a un leader "carismatico" e alle sue proiezioni sui mass media, soggetta inevitabilmente a nuove derive opportunistiche. E' ora invece di costruire un partito comunista degno di questo nome: Non un partito qualsiasi, non una riedizione del Prc o di uno dei tanti gruppi di pura testimonianza che hanno continuato a sopravvivere anche quando c'era un Prc collocato (almeno formalmente) come partito di lotta. Quello che vogliamo fondare è un partito di militanti, un partito d'avanguardia partecipe di ogni lotta, piccola e grande, politica e sindacale, dotato di un programma in grado di collegare le rivendicazioni immediate alla prospettiva di una trasformazione rivoluzionaria e socialista della società. Un partito, insomma, che mira a costruire ciò che realmente è mancato in tutti questi decenni: non le lotte ma una prospettiva di sviluppo rivoluzionario delle lotte. Che si ponga quindi -e costruisca i rapporti di forza necessari- l'obiettivo del potere: non inteso come poltroncina offerta dalla borghesia alla classe operaia ma come potere della classe operaia contro la borghesia. Vogliamo costruire un partito internazionalista -cioè partecipe della rifondazione dell'Internazionale rivoluzionaria, cioè dell'Internazionale basata su un programma per il rovesciamento del capitalismo in ogni Paese. Per questo saremo impegnati nel processo di rifondazione della Quarta Internazionale. Migliaia di attivisti provenienti da Rifondazione o dai movimenti hanno già aderito al nostro appello. A tutti i compagni e le compagne che condividono questa prospettiva proponiamo di partecipare da subito alla costruzione del nuovo partito nella propria città, chiedendo la tessera (militante o simpatizzante) di Progetto Comunista - Rifondare l'Opposizione dei Lavoratori, strumento organizzato per la fase costituente che si concluderà a fine anno con un congresso fondativo del nuovo partito.

Il capitalismo offre solo miseria, sfruttamento e guerra!
No ai governi dei padroni, di centrodestra o di centrosinistra!
Per una reale prospettiva anticapitalistica, per un governo dei lavoratori!
Costruiamo un vero partito comunista!


PARTECIPA CON NOI AL PROCESSO COSTITUENTE DI UN NUOVO PARTITO COMUNISTA.

ISCRIVITI A PROGETTO COMUNISTA.

E' aperto il tesseramento a Progetto Comunista - Rifondare l'Opposizione dei Lavoratori. Sono disponibili le tessere militanti e simpatizzanti per il 2006, per partecipare alla fase costituente del nuovo partito.
Per informazioni o per fare richiesta di iscrizione, contatta PC Rol della tua città, vieni ai banchetti che organizziamo in ogni piazza, oppure scrivici a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. e visita il nostro sito www.progettocomunista.org


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