A proposito del Vaticano...
Una lunga storia di fatti, misfatti ed inganni
Ruggero Mantovani
La storia della chiesa cattolica e più in generale la vicenda del cristianesimo, è costellata da un infinito elenco di misfatti: caccia alle streghe, inquisizione e repressione degli eretici, schiavismo, sostegno al nazi-fascismo e alle dittature sudamericane degli anni settanta, pedofilia ecc.
Un infinito elenco di crimini commessi dal cattolicesimo in 2000 anni di storia, la cui esatta ricostruzione risulta ardua anche a sofisticati studiosi del settore: misfatti talmente abnormi da superare anche la più fervida fantasia di pubblicisti dell'horror. Solo per restringere il campo d'indagine e rimanere ad alcuni avvenimenti accaduti nella storia contemporanea, occorrerebbe una studio enciclopedico.
La vicenda del Vaticano nel XX secolo, pur essendo ancora avvolta da misteri, silenzi e reticenze svela alcuni episodi assolutamente significativi: dal coinvolgimento della chiesa cattolica nello sterminio nazista di ebrei, antifascisti, omosessuali e zingari; al sostegno delle dittature sudamericane dei primi anni settanta (scolpito è rimasto nella storia l'abbraccio tra Pinochet e il papa Wojtyla); dagli enormi affari finanziari ed economici del Vaticano (il Banco Ambrosiano, la vicenda di Roberto Calvi e Michele Sindona, il ruolo di Paul Marcinkus allora presidente della Banca del Papa); al vero movente dell'attentato a Woityla; dal rapimento di Emanuela Orlandi, alle misteriose morti delle guardie svizzere, fino agli angoli bui di una istituzione come l'Opus Dei.
Lo stato del Vaticano, malgrado oggi sia un minuscolo fazzoletto di terra posizionato al centro di Roma (0,44 chilometri con poco meno di 800 persone), al suo interno si configura come una teocrazia assoluta: il papa, vero monarca, è circondato dalla Curia composta da 2.300 persone e governa circa un miliardo di fedeli nel mondo.
Dal sostegno al nazi-fascismo alle dittature sudamericane degli anni settanta
Un caso esemplare nel XX secolo è rappresentato dal ruolo di papa Pio XII (1939-1958) in merito al rapporto avuto con il nazismo nello stermino degli ebrei: la mancata condanna del pogrom nazista del 1938 e il placet all'antisemitismo di Pétain a Vichy, ne costituiscono senz'altro una indelebile traccia storica.
L'antisemitismo espresso in quegli anni dalla chiesa di papa Pio XII (canonizzato non a caso da papa Giovanni Paolo II), è confermato da una serie di documenti storici: nel 1942, ad esempio, papa Pio XII giunse, in un incontro con l'ambasciatore americano Harold Tittmann, a ritenere esagerate le notizie circa gli eccidi dei nazisti contro gli ebrei e comunque a non essere disponibile, malgrado la fondatezza di quelle atrocità, a formulare un'esplicita denuncia.
D'altronde solo pochi anni prima, nel 1933, in Germania il partito cattolico Zentrum, votò i pieni poteri ad Hitler in cambio (ripetendo quanto era già accaduto in Italia con Mussolini) del concordato con la Santa Sede, che elargiva al Vaticano enormi privilegi materiali. Un mercimonio, quello consumato con il concordato, che produsse anche un'adesione ideologica del Vaticano al nazi-fascismo: in questo senso le radici dell'attuale papa nella gioventù hitleriana non sono state certamente un errore di percorso.
Tutta la travagliata storia del Vaticano nel XX secolo, ha riproposto costantemente il sostegno a sanguinose dittature, di cui la vicenda argentina e cilena ne costituiscono un aspetto esilarante.
La dittatura argentina di Videla (1976-1983) ottenne una copertura morale e politica da parte dei vertici ecclesiastici: la chiesa cattolica giustificò a più riprese un macellaio che sequestrò, per poi torturare e far scomparire per sempre, ben 30.000 oppositori politici tristemente passati alla storia come desaparecidos.
Un coinvolgimento denunciato da sempre dall'associazione "Madres de Plaza de Mayo", che nel 1997 inoltrò una denuncia alla magistratura italiana contro il Cardinale Pio Laghi (nunzio apostolico della Santa Sede in Argentina negli anni della dittatura, poi rientrato in Vaticano e divenuto prefetto della congregazione per l'educazione cattolica), per aver collaborato attivamente con i militari sanguinari, occultando le prove di quegli orrori e nominando cappellani militari per estorcere confessioni e garantire il silenzio sulle torture e sugli stupri.[1]
Il dossier redatto dall'associazione "Madres de Plaza de Mayo" che dettagliatamente ricostruì quelli orrendi crimini, contribuì nel 1985 a far condannare all'ergastolo i dittatori Videla e Missera che successivamente, però, vennero liberati grazie all'indulto concesso dal cattolico Presidente Menem.
Malgrado le corpose prove fornite dall'associazione delle Madres argentine, il Vaticano non aprì alcun procedimento per accertare la veridicità di quelle accuse: anzi i principali responsabili ottennero la protezione della cittadinanza vaticana e alcuni di loro conseguirono promozioni ecclesiali.
Se la vicenda argentina ha reso fin troppo chiaro il rapporto tra il Vaticano e la sanguinaria dittatura, la storia cilena ha confermato il coinvolgimento della chiesa cattolica nella politica di repressione degli oppositori.
Proprio in quegli anni il nunzio apostolico del Cile, Monsignor Angelo Sodano, strinse rapporti con il dittatore Augusto Pinochet al potere dal 1973 grazie ad un golpe militare, da cui emerse, come in Argentina, la medesima vicenda di repressioni e torture nei confronti degli oppositori politici.
Non è un caso che il futuro cardinale e segretario di stato del Vaticano, nell'esprimere valutazioni circa il regime cileno, affermò che: "anche i capolavori possono avere qualche macchia".[2]
Successivamente, nel 1987 papa Giovanni Paolo II, recatosi in Cile, si fece ritrarre affianco al dittatore Pinochet, preferendo il palazzo presidenziale ai locali della Vicaria della Solidariedad, la struttura che a Santiago ha assistito per anni le vittime della repressione.
La visita di Wojtyla fece emergere una profonda indignazione che sfociò in mobilitazioni duramente represse dai carabineros (nel silenzio del papa) con vari feriti e un morto nel fronte degli oppositori .
Una legittimazione, quella del Vaticano, a Pinochet continuata anche successivamente dopo la caduta della dittatura, tant'è che nel 1998, quando la magistratura spagnola chiese l'estradizione di quest'ultimo, il Vaticano si oppose, adducendo fantomatiche ragioni umanitarie.
Il Vaticano: gli affari, la pedofilia e l'Opus Dei
La funzione materiale del Vaticano nell'ordine capitalistico, emerge (non a caso) dall'intreccio tra le gerarchie ecclesiastiche e la proprietà capitalista nel settore finanziario, immobiliare e terriero: un potere, quest'ultimo, che costituisce il presupposto del governo temporale espresso dal Vaticano.
Con i Patti Lateranensi del 1929, il regime fascista stipulava con la Chiesa Cattolica una convenzione finanziaria con cui elargì a quest'ultima, un ingente patrimonio espresso in moneta corrente, in titoli azionari e in proprietà immobiliari.
L'enorme tesoro accumulato nel XX secolo dal Vaticano (in nome di dio ovviamente!), ha reso necessaria l'istituzione di tre macro organismi finanziari: Apsa, che ricopre il ruolo di banca centrale; il Ministero dell'Economia e lo Ior (Istituto Opere Religiose), quest'ultimo di esclusiva proprietà del Papa.
Tutta la storia di queste istituzioni finanziarie è pervasa da speculazioni e oscuri affari: trasferimenti allo Ior dalla Reichsbank di fondi dei gerarchi nazisti e del tesoro della Croazia indipendente (stato voluto dai nazisti) ammontante a 200 milioni di dollari; nei successivi cinquant'anni dalla stipula dei patti lateranensi il moltiplicarsi delle partecipazioni del Vaticano nell'industria, nella finanza e nei servizi sviluppò un patrimonio inestimabile, i cui gestori furono amministratori finanziari del calibro di Sindona e Calvi, le cui storie personali misero ben in evidenza (in particolare dopo il fallimento del Banco Ambrosiano) l'intreccio tra gli affari illeciti e la santa sede [3].
Da un altro versante (non certamente meno grave) la chiesa per secoli ha ben custodito l'orrido segreto degli abusi sessuali su minori (ma anche su giovani donne e suore) commessi dagli ecclesiastici.
Il Vaticano ha costantemente lavorato a celare e mettere a tacere gli atti di pedofilia commessi dagli ecclesiastici, limitandosi in alcuni casi a trasferire queste "pecorelle smarrite" in altre diocesi e, in casi più gravi, offrendo risarcimenti in denaro alle vittime delle violenze sessuali.
Alcuni dati (macabri ovviamente) forniscono le dimensioni del fenomeno della pedofilia ecclesiastica: nel giugno del 2005 la diocesi di Covington nel Kentucky annunciava che la chiesa cattolica statunitense aveva corrisposto 1,06 miliardi di dollari per risarcire 11.500 persone.
Un sistema di risarcimento civile che ha fatto emergere (tra l'altro in dimensioni assolutamente parziali) un enorme numero di vittime degli ecclesiastici pedofili, spesso salvati dall'ex cardinale Ratzinger che per anni ha ammonito i vescovi, pena la scomunica, di non divulgare il contenuto di inchieste su sacerdoti incriminati di atti di pedofilia.[4]
Ma la rassegna dell'horror del Vaticano non si ferma qui, al suo interno emergono associazioni come l'Opus Dei, che pur non dichiarandosi segreta (solo perché lo vieta il codice penale e la costituzione) non ha mai reso pubblici i nomi dei suoi aderenti (circa 80.000 nel mondo) e soprattutto dei suoi vertici.
Questa associazione legata a settori politici dell'estrema destra, rappresenta la punta più integralista del cattolicesimo ottenendo, non a caso, nel 1982 da Giovanni Paolo II lo status di prelatura personale: in definitiva non è sotto giurisdizione del Vaticano e risponde solo al suo leader che attualmente è il madrileno Xavier Echevarria. [5]
La religione è "l'Oppio del popolo"
Per il marxismo la critica della religione è il presupposto di ogni critica, poiché " la religione è la teoria generale di questo mondo, la sua logica in forma popolare (..). La religione è il sospiro della creatura oppressa, il sentimento di un mondo senza cuore...Essa è l'oppio del popolo ".[6]
Di conseguenza un'opposizione comunista deve assumere come finalità la conquista di settori di massa del mondo cattolico e far emergere le enormi contraddizioni tra le esigenze progressiste e la natura reazionaria della chiesa.
L'alternativa comunista che noi avanziamo ha il dovere di costruire un "fronte unico" con i settori radicali del mondo cattolico, ma sul terreno delle rivendicazioni democratiche, per costruire le forme e il potere di un blocco sociale alternativo che si ponga l'obiettivo transitorio di privare il fenomeno religioso dei suoi legami con la chiesa e il suo potere temporale e far regredire il culto collettivo ad un'opzione personale.
Il marxismo non è una fede che abolisce la religione, ma assume il compito di superarla a partire dai settori più coscienti del mondo religioso per costruire quel nuovo ordine sociale che non dovrà più ricorrere all'oppio della superstizione.
[1] www.ecn.org asicuba articolo madres.htm
[2] J. Fò S. Tomat L. Malucelli Il libro nero del cristianesimo, Nuovi Mondi Media.
[3] J. Fò S. Tomat L. Malucelli Il libro nero del cristianesimo, Nuovi Mondi Media.
[4] J. Fò S. Tomat L. Malucelli Il libro nero del cristianesimo, Nuovi Mondi Media.
[5] Sull'attività dell'Opus Dei si consiglia il libro di Maria Carmen del Tapia Oltre la soglia: una vita nell'Opus Dei.