OM CARRELLI di BARI
Bilancio di una lotta
di Michele Rizzi
La lotta dei lavoratori
dell’Om carrelli si è sviluppata per circa un anno e mezzo con una punta di maggiore
conflittualità tra la primavera e la fine dello scorso anno, in virtù d’un presidio
permanente operaio, di 24 ore su 24, fuori dei cancelli.
La lotta ha assunto una
grande rilevanza, con carattere anche nazionale, portando i lavoratori del
presidio al blocco dei cancelli e all'impedimento ai camion della
multinazionale Kyon di prendersi carrelli elevatori e macchinari.
Solidarietà diffusa e una manifestazione importante boicottata dai sindacati concertativi
Durante questi otto
mesi, il presidio organizzato dai lavoratori (fra cui Francesco Carbonara, dirigente
Pdac e Rsu Fiom) ha organizzato assemblee, cene d’autofinanziamento e
iniziative con artisti (tra cui il cantante Caparezza e gli attori Emilio
Solfrizzi e Antonio Stornaiolo).
Anche dal lontano Veneto, a Magrè di Schio (Vicenza), in occasione
dell’assemblea per ricordare il grande militante trotskista Pietro Tresso
(sindacalista in Puglia per il salario minimo garantito ai contadini), è stata
organizzata una cena sociale di raccolta fondi a favore della cassa di resistenza della
lotta degli operai pugliesi dell’Om
Un alto momento di
conflitto è stata la grande manifestazione barese del 31 ottobre scorso che ha
portato in piazza circa 500 persone, con rappresentanti di lavoratori di
Bridgestone, Natuzzi, Skf, llva, Poste italiane, Telecom, Ecoleather, Telcom.
In quell’occasione i sindacati concertativi Cgil-Cisl-Uil preferirono non
partecipare alla manifestazione, boicottandola nei fatti, ancorati sempre e in
ogni caso all'ottica della concertazione con Regione Puglia e padronato.
La proposta del Pdac e l’accordo- ricatto firmato dai sindacati concertativi
Il Pdac ha proposto fin
dall’inizio della lotta l'occupazione della fabbrica e la gestione operaia,
scontrandosi con la volontà concertativa dei sindacati e con la repressione
aziendale. L’azienda, infatti, ha denunciato i lavoratori per i blocchi ai
cancelli, puntando all'intimidazione diretta.
L'obiettivo della
multinazionale della Kyon era di sfiancare i lavoratori anche attraverso la via
giudiziaria, ridurne la capacità conflittuale, intimidirne la lotta, bloccare
la vertenza
I sindacati
concertativi, piuttosto che spingere per l'innalzamento della conflittualità,
hanno preferito la "trattativa" a perdere con i padroni in tavoli
istituzionali tra Bari e Roma (supportati dall'Assessore al lavoro della
Regione Puglia, il vendoliano Leo Caroli).
L'accordo firmato a
fine 2013 da alcuni sindacati (tranne la Fiom) ha portato alla rimozione del presidio in
cambio del ritiro delle denunce contro i lavoratori, trasformandosi in un
accordo pro-azienda fortemente voluto da padroni e sindacalisti concertativi
Attualmente la lotta è
ferma, con il picco della conflittualità raggiunto con la manifestazione del 31
ottobre ed il picco del riflusso della lotta raggiunto con l'accordo tra
sindacati e padroni sulla rimozione del presidio ed il ritiro delle denunce.
Il potere di
condizionamento di padroni e delle loro agenzie politiche e sindacali è molto forte,
specie in una fase in cui in Italia non si verifica ancora una conflittualità
generalizzata che spezzi l'isolamento di singole lotte coraggiose e unifichi le
lotte antipadronali sfociando nell'ccupazione delle fabbriche in crisi e nella
gestione operaia
Ma gli insegnamenti di una lotta non
evaporano. Rimane in tutti i lavoratori e in coloro che li hanno sostenuti, la consapevolezza che la lotta dei lavoratori Om è stato certamente un riferimento di
combattività operaia in Puglia e nazionalmente. Tale combattività non è finita
e per parte nostra, come Pdac, dopo aver sostenuto quotidianamente questa
lotta, ci impegneremo perché possa quanto prima riesplodere in altre vertenze.