Brasile
Siamo tutti
lavoratori
della metro di
San Paolo!

(manifestazione
a San Paolo in sostegno della lotta dei lavoratori della metro;
a destra Altino
de Melo Prazeres, leader della lotta, dirigente del sindacato Conlutas e del
Pstu)
Alla fine anche le televisioni e la stampa
italiane sono state costrette a parlarne: le gigantesche mobilitazioni che sono
iniziate a partire dal mese scorso in Brasile contro la Coppa del mondo delle
multinazionali stanno ormai facendo il giro del mondo. Il governo Dilma pensava
di poter usare il tifo calcistico per stendere un velo sulle enormi
contraddizioni che vive il Brasile, aumentate ancor di più a causa delle spese
folli per il Mondiale e che già si sono espresse nelle grandiose mobilitazioni
del giugno 2013.
Possiamo dire già da ora che il governo di centrosinistra (preso a modello per anni da tutta la sinistra riformista) ha fatto male i conti. E le immagini del poderoso sciopero dei lavoratori della metro di San Paolo sono una delle molte conferme: dal 5 al 10 giugno questi lavoratori sono riusciti a paralizzare una delle più grandi metropoli del mondo, provocando un ingorgo stradale che ha raggiunto 209 chilometri di code, rivendicando aumenti salariali sostanziosi e rifiutando tutti gli accordi al ribasso che sono stati loro proposti.
Una lotta diretta dalla Csp-Conlutas, il più grande sindacato di base del continente con più di tre milioni di iscritti e in cui svolgono un ruolo di primo piano i nostri compagni del Pstu, il nostro partito fratello, sezione brasiliana della Lit-Quarta Internazionale, di cui il Pdac è sezione italiana. Altino De Melo Prazeres, il presidente del sindacato dei trasporti di San Paolo, che la stampa definisce "l'uomo che mette a rischio l'apertura dei mondiali", è infatti un dirigente del Pstu.
Questi lavoratori non sono soli: ci sono gli edili di Santos, gli operai della General Motors, i lavoratori della pulizia di Rio de Janeiro; da oltre un mese sono in sciopero gli insegnanti, preceduti dalle lotte dei lavoratori del settore petrolifero contro la privatizzazione della compagnia statale, poi diversi settori popolari e il movimento studentesco.
Possiamo dire già da ora che il governo di centrosinistra (preso a modello per anni da tutta la sinistra riformista) ha fatto male i conti. E le immagini del poderoso sciopero dei lavoratori della metro di San Paolo sono una delle molte conferme: dal 5 al 10 giugno questi lavoratori sono riusciti a paralizzare una delle più grandi metropoli del mondo, provocando un ingorgo stradale che ha raggiunto 209 chilometri di code, rivendicando aumenti salariali sostanziosi e rifiutando tutti gli accordi al ribasso che sono stati loro proposti.
Una lotta diretta dalla Csp-Conlutas, il più grande sindacato di base del continente con più di tre milioni di iscritti e in cui svolgono un ruolo di primo piano i nostri compagni del Pstu, il nostro partito fratello, sezione brasiliana della Lit-Quarta Internazionale, di cui il Pdac è sezione italiana. Altino De Melo Prazeres, il presidente del sindacato dei trasporti di San Paolo, che la stampa definisce "l'uomo che mette a rischio l'apertura dei mondiali", è infatti un dirigente del Pstu.
Questi lavoratori non sono soli: ci sono gli edili di Santos, gli operai della General Motors, i lavoratori della pulizia di Rio de Janeiro; da oltre un mese sono in sciopero gli insegnanti, preceduti dalle lotte dei lavoratori del settore petrolifero contro la privatizzazione della compagnia statale, poi diversi settori popolari e il movimento studentesco.
Tutti quanti contro il governo Dilma, contro
la festa delle multinazionali che hanno accumulato milioni grazie
all'organizzazione di questa Coppa del mondo a spese di migliaia di persone
sfollate dai loro quartieri per far spazio agli stadi e sulla pelle di tanti
operai e operaie sfruttate.
Tutti questi settori in lotta, riuniti nello Spazio di unità di azione, di cui fanno parte Conlutas insieme ad altre organizzazioni, hanno lanciato una campagna per concentrare e unificare tutte le mobilitazioni intorno ai Mondiali, a partire dalla grande mobilitazione nazionale del 12 giugno, data di inaugurazione della Coppa.
Alternativa Comunista aderisce a questa campagna e fa appello in Italia a tutte le organizzazioni della sinistra conflittuale, politica e sindacale, a esprimere una solidarietà militante nei confronti dei lavoratori in lotta in Brasile: è fondamentale diffondere le notizie che i media censurano, organizzare azioni di solidarietà con questa mobilitazione, partecipare ad iniziative unitarie di lotta, come quella del 12 giugno sotto il consolato brasiliano a Milano, promossa da No Austerity, dal Si Cobas e da altre sigle politiche e sindacali, e a cui aderisce anche Alternativa comunista.
Tutti questi settori in lotta, riuniti nello Spazio di unità di azione, di cui fanno parte Conlutas insieme ad altre organizzazioni, hanno lanciato una campagna per concentrare e unificare tutte le mobilitazioni intorno ai Mondiali, a partire dalla grande mobilitazione nazionale del 12 giugno, data di inaugurazione della Coppa.
Alternativa Comunista aderisce a questa campagna e fa appello in Italia a tutte le organizzazioni della sinistra conflittuale, politica e sindacale, a esprimere una solidarietà militante nei confronti dei lavoratori in lotta in Brasile: è fondamentale diffondere le notizie che i media censurano, organizzare azioni di solidarietà con questa mobilitazione, partecipare ad iniziative unitarie di lotta, come quella del 12 giugno sotto il consolato brasiliano a Milano, promossa da No Austerity, dal Si Cobas e da altre sigle politiche e sindacali, e a cui aderisce anche Alternativa comunista.
E' importante anche in
Italia far risuonare il grido di battaglia Na Copa vai ter Luta!: durante la
Coppa ci sarà la lotta!