Brasile, la
grande giornata dell'11 luglio
La classe
operaia entra nella lotta
sciopero, blocchi e
picchetti in tutto il Paese
Pstu
(sezione brasiliana
della Lit-Quarta Internazionale)

Manifestazioni, blocchi stradali, picchetti
e scioperi contro il governo segnano la giornata di lotta dell'11 luglio,
convocata dalle centrali sindacali.
Questo 11 luglio ha segnato l'ingresso della
classe lavoratrice nell'ondata di proteste esplosa in tutto il Paese nel mese di
giugno. La giornata nazionale di lotta convocata dalle centrali sindacali ha
registrato blocchi della produzione, blocchi stradali e manifestazioni in almeno
23 Stati (1). È molto difficile che qualcuno in Brasile non abbia partecipato o
non abbia affrontato gli effetti delle manifestazioni e degli scioperi di questa
giornata. Mostrando grande disposizione alla lotta, categorie di peso come
quella dei metallurgici, degli operai edili, dei portuali, dei dipendenti
pubblici, e molte altre, hanno incrociato le braccia e sono scese in strada
questo giovedì.
Nonostante il presidente Dilma, con l'aiuto
della Cut (2), avesse cercato nei giorni scorsi di incanalare il malcontento
popolare con la manovra del plebiscito sulla riforma politica (3), quella
dell'11 luglio è stata una grande giornata di protesta contro il governo e la
sua politica economica. Alle rivendicazioni di maggiori risorse per la sanità,
l'istruzione e i trasporti, che hanno caratterizzato le giornate di giugno, si
sono aggiunte parole d'ordine storiche dei lavoratori, come la riduzione delle
ore di lavoro, l'adeguamento dei salari, la cancellazione del “fattore
previdenziale” (4) e la fine dell'inflazione. La piattaforma unitaria delle
centrali sindacali include anche la rivendicazione della riforma Agraria e la
sospensione delle aste sulle concessioni per l'estrazione del
petrolio.
Proteste
e scioperi in tutto il Paese
Se le giornate di mobilitazione che hanno attraversato il Brasile nel mese di giugno sono state caratterizzate da una relativa "spontaneità", questa volta i lavoratori sono scesi in strada a partire dai loro luoghi di lavoro e organizzati dalle loro organizzazioni di classe. Questo ha fatto si che importanti settori dell'economia fossero coinvolti, come i grandi centri industriali che si sono fermati a San Paolo e nella regione dell'Abc Paulista (5).
Se le giornate di mobilitazione che hanno attraversato il Brasile nel mese di giugno sono state caratterizzate da una relativa "spontaneità", questa volta i lavoratori sono scesi in strada a partire dai loro luoghi di lavoro e organizzati dalle loro organizzazioni di classe. Questo ha fatto si che importanti settori dell'economia fossero coinvolti, come i grandi centri industriali che si sono fermati a San Paolo e nella regione dell'Abc Paulista (5).
A San Paolo, i metallurgici hanno
picchettato e bloccato la produzione in 35 fabbriche della Zona Sud e hanno
realizzato un grande corteo che ha raccolto all'incirca otto mila lavoratori. Ci
sono stati picchetti con manifestazioni di lavoratori edili e del commercio, con
azioni sia nella Zona Ovest che Est. Strade e viali principali della città sono
stati occupati per tutta la giornata. Nel pomeriggio, una manifestazione
unitaria ha riunito qualcosa come 10mila persone nella Avenida Paulista (A). In
un'altra importante regione industriale dello stato e del Paese, a São José dos
Campos, ci sono stati picchetti e blocchi della produzione in almeno 20
fabbriche (B), coinvolgendo all'incirca 15 mila lavoratori. Un corteo in città
ha riunito 2 mila persone.
A Rio de Janeiro, i lavoratori delle Poste
hanno bloccato l'uscita dei camion dalla sede principale dell'azienda. Ci sono
state anche manifestazioni con picchetti dei metallurgici e dei dipendenti
pubblici, oltre che nelle scuole statali e municipali. Ci sono state inoltre
manifestazioni con blocchi della produzione da parte di lavoratori del settore
petrolifero, bancario e esternalizzati del Ministero della Sanità. Nel
pomeriggio, una protesta unitaria ha raccolto quasi 15 mila persone e, alla
fine, è stata duramente repressa dai reparti antisommossa. Relazioni di compagni
presenti alla manifestazione riferiscono che la polizia ha attaccato da dietro,
vigliaccamente, manifestanti pacifici, inseguendoli per un lungo tragitto. Un
altro capitolo vergognoso della brutalità della polizia a Rio.
Belo Horizonte, capitale del Minas Geiras, a
sua volta, ha vissuto praticamente una giornata di sciopero generale. La città
si è svegliata con lo stop degli autobus e della metropolitana. Lo
sciopero ha coinvolto anche l'insieme dell'istruzione statale e la maggior parte
delle scuole municipali. Nell'interno, lo sciopero e il blocco della produzione
si sono diffusi a varie aziende metallurgiche, oltre a quelle siderurgiche e
minerarie. A Porto Alegre, la cui Câmara Municipal (6) è stata occupata dai
manifestanti, c'è stato lo sciopero degli autisti d'autobus. Gli insegnanti del
Cpers hanno bloccato anche le strade d'accesso al centro della
città.
Anche nel Nord e nel Nord-Est, la giornata
di scioperi e proteste è stati intensa. A Belém c'è stato lo scipero dei
lavoratori edili e una manifestazione che ha riunito i lavoratori, gli studenti
e diverse altre categorie (C). Ad Aracaju, capitale del Sergipe, operai della
Petrobras (azienda petrolifera statale brasiliana - ndt) e bancari delle banche
pubbliche hanno incrociato le braccia, così come gli insegnanti della scuola
pubblica.
Nella capitale del Ceará, Fortaleza, i
lavoratori edili hanno fermato le loro l'attività in questo giorno e hanno
realizzato una manifestazione che ha visto la partecipazione di attivisti del
Movimento dei Consigli Popolari, del Mst (Movimento dos Trabalhadores Sem
Terra), di opposizione sindacale nel settore bancario e degli studenti di Anel
(Assembleia Nacional de Estudantes – Livre, sindacato studentesco componente di
CSP-Conlutas).
La città di Natal, capitale del Rio Grande
do Norte, a sua volta, ha visto una delle più grandi manifestazioni. La protesta
unitaria delle centrali sindacali ha riunito qualcosa come 20 mila persone per
la salute, l'istruzione, i trasporti, la riforma agraria e contro la politica
economica del governo Dilma.
Il ruolo
della CSP-Conlutas e lo sciopero generale
Se ad un certo punto delle mobilitazioni di giugno il crescente sentimento antipartito si è rivolto contro le organizzazioni dei lavoratori, come i partiti e i sindacati, questa volta, le bandiere hanno tinto di rosso le strade di tutto il Paese. I partiti di sinistra hanno ripreso il loro posto nelle strade, così come le organizzazioni sindacali.
Se ad un certo punto delle mobilitazioni di giugno il crescente sentimento antipartito si è rivolto contro le organizzazioni dei lavoratori, come i partiti e i sindacati, questa volta, le bandiere hanno tinto di rosso le strade di tutto il Paese. I partiti di sinistra hanno ripreso il loro posto nelle strade, così come le organizzazioni sindacali.
Anche se ancora minoritaria nel movimento
popolare e sindacale, la Csp-Conlutas ha avuto un ruolo importante in questa
giornata storica. Oltre ad essere risultata vittoriosa nella sua politica di
unità nella realizzazione di una giornata di scioperi e proteste, la
Csp-Conlutas ha contato su partecipazioni di peso in varie parti del Paese.
Organizzazioni affiliate alla Csp-Conlutas hanno portato in sciopero importanti
settori come quello metallurgico di São José dos Campos, gli operai edili a
Fortaleza e Belém, o i lavoratori petroliferi in regioni quali
Sergipe.
"Questo giorno segna l'ingresso della classe
lavoratrice nelle mobilitazioni, con i suoi propri metodi di lotta, e per dire
forte e chiaro al governo Dilma che i lavoratori non sopportano più di essere
ignorati", ha detto José Maria de Almeida, “Zé Maria”, della direzione di
Csp-Conlutas [e presidente del Pstu, ndt]. Per Zé Maria, le manifestazioni sono
contro il governo di Dilma e gli altri esecutivi, tanto a livello statale che
municipale.
"Vogliamo i cambiamenti di cui il nostro
Paese ha bisogno e di cui le masse popolari necessitano per avere una vita
degna, non accetteremo niente di meno di ciò". Zé Maria ha attaccato la politica
economica attuale del governo, che privilegia il pagamento del debito pubblico a
detrimento degli investimenti in salute e istruzione. "Dato che il governo
è un puntello di questo modello economico, la gente deve fare uno sciopero
generale in questo Paese, perché questa giornata di oggi è solo un primo passo,
se non cambia, faremo uno, due, tre giornate di sciopero generale" ha
affermato.
Traduzione
dall'originale portoghese di Giovanni “Ivan” Alberotanza
Note del
testo
(A) http://youtu.be/Et_oZcos4lw
(A) http://youtu.be/Et_oZcos4lw
Note del
traduttore
(1) Il Brasile è una repubblica federale composta da 27 stati.
(2) Centrale Unica dei Lavoratori, legata al Pt – Partito dei Lavoratori – di Dilma Roussef e Lula da Silva.
(3) Per l'“autorizzazione” popolare al varo di una costituente per le riforme [vedi http://www.elmundo.es/america/2013/06/24/brasil/1372105889.html]
(4) Fator previdenciário, un meccanismo introdotto nel 1999 dal governo neoliberista e agli ordini dell'Fmi di Fernando Henrique Cardoso che lega automaticamente l'età pensionabile all'aspettativa di vita media al momento del pensionamento calcolata dall'Igbe (equivalente brasiliano dell'Istat); solo a titolo d'esempio, secondo lo stesso istituto di previdenza brasiliano nel 1999 era necessario per un uomo che avesse cominciato a lavorare all'età di 18 anni, 39 anni di contributi per andare in pensione, nel 2011 ce ne volevano 42 di anni [vedi http://pt.wikipedia.org/wiki/Fator_previdenci%C3%A1rio]
(5) L'Abc San Paolo o paulista è una regione dello stato di San Paolo in Brasile inizialmente comprendente le tre città di Santo André, São Bernardo do Campo e São Caetano do Sul, caratterizzata dalla presenza a partire dagli anni '70 e '80 di un gran numero di stabilimenti di aziende multinazionali principalmente del settore automobilistico (Mercedes-Benz, Ford, Volkswagen, General Motors ecc.) e dalla nascita dei movimenti sindacali e operai che combatterono in quei decenni la dittatura militare tra cui la Cut e il Pt e la sua tendenza interna Convergencia Socialista “antenata” del Pstu (attuale sezione brasiliana della nostra Internazionale: il Pstu è, per riconoscimento di tutti, il più grande partito trotskista a livello internazionale). Cs fu espulsa dal Pt nel 1992 a causa dell'adattamento della maggioranza dirigente dello stesso al regime borghese che segnò il suo culmine nella decisione di Articulação – tendenza burocratica di Lula nel PT – di ridurre la parola d'ordine per l'abbattimento del corrotto governo del presidente Collor, lo slogan “Fuera Collor”, che stava diventando d'agitazione rivoluzionaria vera e propria tra le masse, a mera propaganda in vista delle elezioni presidenziali del 1994 nelle quali la tendenza opportunista di Lula contava che il Pt vincesse con lo stesso Lula candidato. Per un approfondimento sulla storia di Cs vedi la sezione all'interno dello speciale per i 30 anni della Lit http://litci.org/especial/index.php/partidos/brasil
(1) Il Brasile è una repubblica federale composta da 27 stati.
(2) Centrale Unica dei Lavoratori, legata al Pt – Partito dei Lavoratori – di Dilma Roussef e Lula da Silva.
(3) Per l'“autorizzazione” popolare al varo di una costituente per le riforme [vedi http://www.elmundo.es/america/2013/06/24/brasil/1372105889.html]
(4) Fator previdenciário, un meccanismo introdotto nel 1999 dal governo neoliberista e agli ordini dell'Fmi di Fernando Henrique Cardoso che lega automaticamente l'età pensionabile all'aspettativa di vita media al momento del pensionamento calcolata dall'Igbe (equivalente brasiliano dell'Istat); solo a titolo d'esempio, secondo lo stesso istituto di previdenza brasiliano nel 1999 era necessario per un uomo che avesse cominciato a lavorare all'età di 18 anni, 39 anni di contributi per andare in pensione, nel 2011 ce ne volevano 42 di anni [vedi http://pt.wikipedia.org/wiki/Fator_previdenci%C3%A1rio]
(5) L'Abc San Paolo o paulista è una regione dello stato di San Paolo in Brasile inizialmente comprendente le tre città di Santo André, São Bernardo do Campo e São Caetano do Sul, caratterizzata dalla presenza a partire dagli anni '70 e '80 di un gran numero di stabilimenti di aziende multinazionali principalmente del settore automobilistico (Mercedes-Benz, Ford, Volkswagen, General Motors ecc.) e dalla nascita dei movimenti sindacali e operai che combatterono in quei decenni la dittatura militare tra cui la Cut e il Pt e la sua tendenza interna Convergencia Socialista “antenata” del Pstu (attuale sezione brasiliana della nostra Internazionale: il Pstu è, per riconoscimento di tutti, il più grande partito trotskista a livello internazionale). Cs fu espulsa dal Pt nel 1992 a causa dell'adattamento della maggioranza dirigente dello stesso al regime borghese che segnò il suo culmine nella decisione di Articulação – tendenza burocratica di Lula nel PT – di ridurre la parola d'ordine per l'abbattimento del corrotto governo del presidente Collor, lo slogan “Fuera Collor”, che stava diventando d'agitazione rivoluzionaria vera e propria tra le masse, a mera propaganda in vista delle elezioni presidenziali del 1994 nelle quali la tendenza opportunista di Lula contava che il Pt vincesse con lo stesso Lula candidato. Per un approfondimento sulla storia di Cs vedi la sezione all'interno dello speciale per i 30 anni della Lit http://litci.org/especial/index.php/partidos/brasil
(6) Sede dell'omonimo organo esecutivo
municipale