G8: PROVE
TECNICHE DI REPRESSIONE
Ventuno arresti di studenti: gli apparati repressivi dello Stato si esercitano in vista dell'autunno caldo.
Ventuno arresti di studenti: gli apparati repressivi dello Stato si esercitano in vista dell'autunno caldo.
Organizziamo la difesa
operaia
Pubblichiamo: la dichiarazione del Pdac sui
ventuno arresti di ieri e, a seguire,
anticipiamo dal prossimo numero di
Progetto Comunista (in uscita a giorni)
un articolo di Alberto Faccini (coordinamento
Pdac Abruzzo) sul G8 all'Aquila.

Lunedì mattina la polizia ha eseguito
21 arresti in diverse città d'Italia contro decine di studenti che, negli scorsi
mesi, hanno partecipato alle mobilitazioni contro lo smantellamento della scuola
pubblica: il pretesto è quello di "tenere a bada" presunti "facinorosi" che il
19 maggio scorso a Torino, in occasione del corteo in opposizione al G8
University Summit, avrebbero provocato gli scontri con le forze dell'ordine
borghese: migliaia di manifestanti hanno attraversato, in quell'occasione, le
strade di Torino al grido di "Non pagheremo noi la vostra crisi" e sono stati
accerchiati e manganellati (cosa che si è ripetuta di recente anche a
Vicenza).
Non è un caso che questi arresti avvengano proprio alla vigilia del G8 e, soprattutto, in vista dell'autunno. Si tratta di un avvertimento e, allo stesso tempo, di una provocazione: il messaggio che gli apparati repressivi intendono dare in vista delle future mobilitazioni è quello della "linea dura". E' evidente che, anche nel nostro Paese come nel resto d'Europa, la situazione in autunno diventerà esplosiva: milioni di lavoratori si troveranno senza lavoro, situazione che potrà scatenare conflitti accesi. I padroni a breve non potranno più fare affidamento su "ammortizzatori sociali" (cassa integrazione, ecc) per attenuare il conflitto: i nodi verranno al pettine del capitalismo in crisi e il capitale, come sempre nella storia, comincia a organizzare le sue bande armate (dalla polizia alle ronde).
Il Partito di Alternativa Comunista esprime la propria solidarietà agli arrestati. Di fronte alla violenza degli sgherri dei padroni, operai, studenti, lavoratori, immigrati non hanno che una strada da seguire: quella della organizzazione dell'autodifesa, a partire dai picchetti di sciopero e dai comitati di lotta.
Non è un caso che questi arresti avvengano proprio alla vigilia del G8 e, soprattutto, in vista dell'autunno. Si tratta di un avvertimento e, allo stesso tempo, di una provocazione: il messaggio che gli apparati repressivi intendono dare in vista delle future mobilitazioni è quello della "linea dura". E' evidente che, anche nel nostro Paese come nel resto d'Europa, la situazione in autunno diventerà esplosiva: milioni di lavoratori si troveranno senza lavoro, situazione che potrà scatenare conflitti accesi. I padroni a breve non potranno più fare affidamento su "ammortizzatori sociali" (cassa integrazione, ecc) per attenuare il conflitto: i nodi verranno al pettine del capitalismo in crisi e il capitale, come sempre nella storia, comincia a organizzare le sue bande armate (dalla polizia alle ronde).
Il Partito di Alternativa Comunista esprime la propria solidarietà agli arrestati. Di fronte alla violenza degli sgherri dei padroni, operai, studenti, lavoratori, immigrati non hanno che una strada da seguire: quella della organizzazione dell'autodifesa, a partire dai picchetti di sciopero e dai comitati di lotta.
Loro si preparano a smorzare
l'autunno caldo: lavoratori e studenti dovranno essere pronti a rispondere e
contrattaccare.
Il G8 all’Aquila
Sfruttare il terremoto per imbavagliare il dissenso
di Alberto Faccini
(*)
L'Abruzzo è una regione piegata dal terremoto
che ha acuito la già dilagante crisi economica (sono innumerevoli le imprese che
stanno chiudendo); una regione già vessata da governi di centrosinistra, le cui
esperienze si sono infrante per accuse pesantissime a carico dei suoi massimi
esponenti (accuse già pagate non dagli interessati ma dai cittadini abruzzesi:
si pensi al disastro dei conti della sanità, che ha portato alla reintroduzione
degli odiosi ticket sui farmaci, alle mancate stabilizzazioni dei precari delle
Ausl, nonché alle centinaia di dipendenti del “famoso” Angelini, grande
accusatore di Del Turco e proprietario di numerose cliniche private, che non
vedono uno stipendio da mesi e mesi).
Perché un G8 all’Aquila: voglia di imbavagliare
il dissenso?
Ogni visita di Berlusoni nella regione è
occasione di innumerevoli servizi televisivi, il conflitto è mediaticamente
inesistente, ogni giorno si registrano tensioni nelle tendopoli e poco o nulla
si sa. Non una parola sulle testate nazionali sui paesi della provincia
dell'Aquila, esclusi dal novero dei 49 comuni considerati “terremotati” dal
governo, e che sono in continua mobilitazione.
Perfino nel cuore della stessa città de L'Aquila, dopo il clamore dei primi momenti e dopo le prime promesse di ricostruzione, la giunta comunale ha autorizzato, con delibera 147 del 12 maggio scorso, i cittadini aquilani che ne hanno la possibilità di edificare un “manufatto temporaneo” (che altro non è che una baracca) (1)
In questo contesto, quale poteva essere lo strumento più incisivo per occultare le difficoltà della ricostruzione? per occultare le inchieste che dovrebbero indagare sulle responsabilità dei crolli tanto drammatici quanto evitabili se si fosse costruito secondo le doverose tecniche di costruzione? quale la soluzione? Tra le macerie materiali e sociali di questa regione si svolgerà l'incontro dei G8, scelta a cavallo tra la strumentalizzazione del disastro e sfida alle organizzazioni che si oppongono al G8. Nell'immediatezza dei fatti lo stesso Berlusconi disse: "non credo che i no global avranno la faccia di venire in questi luoghi a organizzare manifestazioni dure come quelle a cui siamo stati abituati in passato" (2)
Già sui giornali vengono prospettati i rischi delle manifestazioni. Il procuratore de L'Aquila, dopo aver detto che oltre ai manifestanti pacifici potrebbero esserci anche contestatori violenti, ha affermato: "Siccome L'Aquila è un palcoscenico pur sempre triste, dove tutti cercano di farsi notare, non escludiamo che anche dei manifestanti, per motivi giusti o sbagliati, appariranno pure qui e faranno delle manifestazioni sulle quali noi saremo vigili". (3)
Non è difficile immaginare che, laddove si verificassero delle tensioni, queste sarebbero utili per soffocare contestazioni di ogni sorta, dai cosiddetti No Global ai cittadini dell'Aquila e dei paesi esclusi dalla ricostruzione. Le popolazioni locali, già costrette a vivere in tendopoli ove la loro libertà è fortemente limitata (ci sono tendopoli dove “si entra ed esce solo con il badge di identificazione” e dove “ogni assembramento di natura politica deve essere autorizzato” (4), vedranno la loro città ulteriormente militarizzata con uno schieramento delle forze dell'ordine che è sempre cornice dei summit dei “grandi” e che in questo caso sarà ancora più massiccio (pare che da una settimana prima saranno chiuse le principali vie di comunicazione che portano alla città).
Perfino nel cuore della stessa città de L'Aquila, dopo il clamore dei primi momenti e dopo le prime promesse di ricostruzione, la giunta comunale ha autorizzato, con delibera 147 del 12 maggio scorso, i cittadini aquilani che ne hanno la possibilità di edificare un “manufatto temporaneo” (che altro non è che una baracca) (1)
In questo contesto, quale poteva essere lo strumento più incisivo per occultare le difficoltà della ricostruzione? per occultare le inchieste che dovrebbero indagare sulle responsabilità dei crolli tanto drammatici quanto evitabili se si fosse costruito secondo le doverose tecniche di costruzione? quale la soluzione? Tra le macerie materiali e sociali di questa regione si svolgerà l'incontro dei G8, scelta a cavallo tra la strumentalizzazione del disastro e sfida alle organizzazioni che si oppongono al G8. Nell'immediatezza dei fatti lo stesso Berlusconi disse: "non credo che i no global avranno la faccia di venire in questi luoghi a organizzare manifestazioni dure come quelle a cui siamo stati abituati in passato" (2)
Già sui giornali vengono prospettati i rischi delle manifestazioni. Il procuratore de L'Aquila, dopo aver detto che oltre ai manifestanti pacifici potrebbero esserci anche contestatori violenti, ha affermato: "Siccome L'Aquila è un palcoscenico pur sempre triste, dove tutti cercano di farsi notare, non escludiamo che anche dei manifestanti, per motivi giusti o sbagliati, appariranno pure qui e faranno delle manifestazioni sulle quali noi saremo vigili". (3)
Non è difficile immaginare che, laddove si verificassero delle tensioni, queste sarebbero utili per soffocare contestazioni di ogni sorta, dai cosiddetti No Global ai cittadini dell'Aquila e dei paesi esclusi dalla ricostruzione. Le popolazioni locali, già costrette a vivere in tendopoli ove la loro libertà è fortemente limitata (ci sono tendopoli dove “si entra ed esce solo con il badge di identificazione” e dove “ogni assembramento di natura politica deve essere autorizzato” (4), vedranno la loro città ulteriormente militarizzata con uno schieramento delle forze dell'ordine che è sempre cornice dei summit dei “grandi” e che in questo caso sarà ancora più massiccio (pare che da una settimana prima saranno chiuse le principali vie di comunicazione che portano alla città).
Organizzazione delle
contestazioni
Prima importante tappa per una contestazione
abruzzese è stato lo scorso G8 economico tenutosi a Lecce lo scorso 12 e 13
giugno. Nella città salentina si è tenuto un corteo di “movimenti” (con uno
spezzone del PdAC pugliese) che ha visto circa 5000 partecipanti darsi
appuntamento a L’Aquila per quello che sarà il momento di maggior contestazione
alle politiche economiche delle grandi potenze economiche mondiali.
Le associazioni contro il G8, ritenuto impraticabile lo svolgimento di un controvertice No G8 e di un corteo internazionale in L'Aquila, sia per i profili organizzativi, sia per rispetto verso la popolazione colpita e vessata dal terremoto, hanno pianificato una serie di iniziative dal 2 al 10 luglio. Il 2 luglio si sono svolte diverse iniziative in Sardegna; il 3 a Bonefro (CB) un convegno sulla economia della catastrofe; il 4 manifestazioni a Vicenza contro le basi Usa; il 7 luglio a Roma, in occasione dell'arrivo dei “grandi”, la “Giornata dell’Accoglienza ai Potenti della Terra”, con iniziative diffuse e “piazze sociali anti-crisi”; sempre il 7 la prima iniziativa in Abruzzo, a Pescara, ove si svolgerà un’iniziativa di Goletta Verde contro il decreto sicurezza in solidarietà ai migranti, dal titolo ”L’ Abruzzo è un porto di mare, noi non respingiamo!”, mentre il 9 luglio si svolgeranno sempre in città iniziative in difesa dell’acqua come bene comune dell’umanità; 8 luglio iniziative in varie città (Napoli, Genova, Padova, Bologna, Milano) dal titolo “Mappa della crisi”, si discuterà di precarietà, disoccupazione, crisi,...; 10 luglio marcia nei territori del terremoto (tuttavia il documento dell'ultima riunione delle associazioni contro il G8 rappresenta che non v'è stata condivisione univoca su tale progetto, per questo si invita, al fine di avere notizie su ubicazione e realizzazione della marcia, a consultare il sito abruzzosocialforum.org, ove vengono pubblicati i documenti delle assemblee nazionali No G8).
La partecipazione massiccia alle iniziative sul territorio abruzzese sarà il mezzo più incisivo per manifestare la vicinanza alla popolazione colpita e la contrarietà alla politiche del capitalismo che mostrerà, in occasione del summit, il suo volto più cinico, barbaro e repressivo.
Le associazioni contro il G8, ritenuto impraticabile lo svolgimento di un controvertice No G8 e di un corteo internazionale in L'Aquila, sia per i profili organizzativi, sia per rispetto verso la popolazione colpita e vessata dal terremoto, hanno pianificato una serie di iniziative dal 2 al 10 luglio. Il 2 luglio si sono svolte diverse iniziative in Sardegna; il 3 a Bonefro (CB) un convegno sulla economia della catastrofe; il 4 manifestazioni a Vicenza contro le basi Usa; il 7 luglio a Roma, in occasione dell'arrivo dei “grandi”, la “Giornata dell’Accoglienza ai Potenti della Terra”, con iniziative diffuse e “piazze sociali anti-crisi”; sempre il 7 la prima iniziativa in Abruzzo, a Pescara, ove si svolgerà un’iniziativa di Goletta Verde contro il decreto sicurezza in solidarietà ai migranti, dal titolo ”L’ Abruzzo è un porto di mare, noi non respingiamo!”, mentre il 9 luglio si svolgeranno sempre in città iniziative in difesa dell’acqua come bene comune dell’umanità; 8 luglio iniziative in varie città (Napoli, Genova, Padova, Bologna, Milano) dal titolo “Mappa della crisi”, si discuterà di precarietà, disoccupazione, crisi,...; 10 luglio marcia nei territori del terremoto (tuttavia il documento dell'ultima riunione delle associazioni contro il G8 rappresenta che non v'è stata condivisione univoca su tale progetto, per questo si invita, al fine di avere notizie su ubicazione e realizzazione della marcia, a consultare il sito abruzzosocialforum.org, ove vengono pubblicati i documenti delle assemblee nazionali No G8).
La partecipazione massiccia alle iniziative sul territorio abruzzese sarà il mezzo più incisivo per manifestare la vicinanza alla popolazione colpita e la contrarietà alla politiche del capitalismo che mostrerà, in occasione del summit, il suo volto più cinico, barbaro e repressivo.
(*) coordinamento Pdac Abruzzo
Note
(1) Come riportato da repubblica.it, articolo del 22 maggio 2009, dal titolo: “L'Aquila, ricostruzione fai-da-te. Chi può si edifichi un ricovero".
(2) Da corriere.it del 23.04.2009
(3) Da primadanoi.it del 13.06.2009
(4) Intervista di un “ospite” di una tendopoli riportata da repubblica.it, nel già citato articolo del 22 maggio.