Egitto
Gli assassini di Giulio
e i loro complici
di Francesco Ricci

Giulio Regeni non è morto in un incidente o colpito da rapinatori, come inizialmente il governo egiziano voleva far credere. Come tutte le più serie inchieste giornalistiche stanno dimostrando, è stato arrestato e ucciso dagli apparati repressivi della dittatura militare egiziana del generale al-Sisi.
Probabilmente
i suoi assassini pensavano che Giulio potesse avere informazioni sugli
attivisti, per cui simpatizzava, che continuano la lotta per la rivoluzione
egiziana, battendosi contro il regime dei generali.
Non
sappiamo ancora quale organo repressivo abbia torturato Giulio per ore,
rompendogli le ossa e infine spaccandogli il collo. Non sappiamo nemmeno chi
abbia dato l'ordine: se sia venuto dall'alto o, più probabilmente, se sia stato
il prodotto dello zelo di qualche ufficiale di quelle bande armate che
difendono lo Stato egiziano e, con esso, gli interessi dell'imperialismo, delle
multinazionali.
Sappiamo
però altre cose. Sappiamo che sono migliaia le vittime del regime: giovani
arrestati, torturati, fatti sparire nel silenzio. Sappiamo che ciò non è
dovuto, come scrive qualche giornale, ad apparati "deviati": ma
appunto al "normale" lavoro con cui lo Stato egiziano si difende dagli
operai, dai sindacalisti, dai giovani che lottano.
Ma
sappiamo anche qualcosa in più. Sappiamo che la responsabilità per l'assassinio
di Giulio non ricade solo sull'atroce regime egiziano. Complice è il governo
Renzi, il cui ministro degli Esteri Gentiloni dichiara proprio in queste ore
che "l'Egitto è un nostro partner strategico". Alludendo agli affari
che la borghesia imperialista italiana fa in tutto il Nord Africa e Medio
Oriente. Affari difesi dalle missioni militari (o di polizia) che il governo sostiene
in tanti Paesi e che in vari casi continua ad incrementare, come è il caso
dell'Irak, dove l'Italia è il secondo esercito occupante, dopo gli Usa, e dove
il governo Renzi sta inviando altre truppe.
I
complici dell'assassinio di Giulio sono i governi imperialisti che armano e
sostengono il regime per opprimere le masse egiziane e saccheggiare le enormi
risorse naturali di quel Paese.
Per
questo la vera giustizia per Giulio non potrà che venire dallo sviluppo delle
mobilitazioni operaie e studentesche in Egitto, che continuano in questi mesi, pur
nel silenzio della stampa internazionale, e che stanno producendo una nuova
ondata di scioperi operai nella regione industriale di El-Mahalla, nella zona
del Canale di Suez, e in altre parti del Paese. E giustizia verrà dalla lotta
che sapremo condurre noi che viviamo nei Paesi imperialisti, contro i governi -
come quello Renzi - che rapinano l'Egitto, l'Irak, la Libia e oggi versano
lacrime di coccodrillo per la morte di Giulio, un ragazzo morto perché credeva
in un mondo migliore.