Grecia
Contro la Troika e i suoi piani di austerità
Dichiarazione del Segretariato Internazionale
della Lit-Quarta Internazionale
I risultati delle elezioni
dello scorso 6 maggio in Grecia riflettono il rifiuto di massa del proletariato
greco dei continui “piani di austerità”, imposti dalla Troika (Ue-Bce-Fmi). Le
elezioni hanno determinato la caduta del governo di Lucas Papademos, l'ex
vicepresidente della Bce che la Troika aveva imposto senza passare per le urne.
Le elezioni sono state una
sconfitta elettorale disastrosa dei governi identificati con i feroci attacchi
alle condizioni di vita dei lavoratori e delle masse popolari, sia conservatori,
liberali o social-liberali. L'ostilità verso i governi esecutori della guerra
sociale contro i lavoratori e le masse popolari è diventata una costante
dall'inizio della crisi. Come in Grecia, questo rifiuto si è espresso nelle
elezioni comunali o regionali in Inghilterra, Italia, Francia e nella stessa
Germania.
I risultati greci sono stati
una pessima notizia per la Troika e hanno manifestato una crisi molto profonda
del regime politico e delle istituzioni vigenti, demolendo il bipartitismo sul
quale si è mantenuta per oltre quaranta anni la democrazia capitalista greca.
Le elezioni, lungi dal
ricondurre la situazione politica verso la stabilità auspicata dai partiti del
regime, hanno imposto una situazione di ingovernabilità, di crisi di tutto il sistema.
La democrazia capitalista mostra ogni giorno di più la sua natura di classe,
non solo non rappresenta la volontà popolare ma agisce in tempi di crisi in
opposizione frontale alla volontà della stragrande maggioranza dei lavoratori e
delle masse, come dimostrano le votazioni di approvazione del “memorandum”
(piano di austerità imposto dalla Bce, dall'Unione Europea e dal Fmi) da parte
del parlamento e del governo greco, contro il 90% della popolazione mobilitata
in scioperi generali, manifestazioni di centinaia di migliaia di persone e
nella ormai storica piazza Syntagma.
Una pesante batosta ai partiti del regime
I partiti del regime
borghese, il socialdemocratico Pasok e il conservatore Nuova Democrazia, hanno
ricevuto una autentica bastonata e sono passati dal 77% dei voti nelle elezioni
precedenti al 32% in queste.
L'altro aspetto è stato il
rafforzamento da una parte di partiti e coalizioni a sinistra della
socialdemocrazia, soprattutto Syriza, e dall'altra parte del gruppo fascista
Alba Dorata.
Syriza è stata la seconda
forza più votata, ottenendo il 16,6% dei voti, che sommato all'8% dei voti del
Kke (Partito comunista greco) e al 6,1% a Sinistra Democratica (Dimar nata da
una scissione di destra del Synaspismos, principale componente di Syriza),
danno più del 30% dei voti alla sinistra ai quali bisogna aggiungere quelli di
molti gruppi di sinistra, che nell'insieme rappresentano un porzione di voti
non trascurabile, i quali sono rimasti fuori dal parlamento.
Le opzioni politiche che, a
modo loro, da sinistra hanno contestato la resa alla Troika e hanno respinto il
Memorandum, sono state sostenute da milioni di lavoratori greci. All'altro
estremo sta l'apparizione di Alba Dorata, un'organizzazione neonazista che
vuole riempire di mine antiuomo il confine con la Turchia per impedire
l'immigrazione, e sostiene anche la creazione di campi di concentramento per gli
immigrati; immigrati che, con la connivenza della polizia, essa persegue e
aggredisce. Alba Dorata mostra la polarizzazione sociale in Grecia e, sebbene
non è per ora l'opzione né della dipendente e debole borghesia greca né
dell'imperialismo, non si può escludere che potrà esserlo in uno scenario di
catastrofe sociale, il quale non è escluso se non si sviluppa un'alternativa
rivoluzionaria in Grecia.
È necessario dire che la
forza di questo gruppo fascista non si basa solo sulla violenza organizzata e la
xenofobia, ma sul fatto che appare come il partito più chiaramente contrario al
saccheggio della Grecia da parte dell'UE e sostenitore aperto dell'uscita
dall'Euro e della rottura con l'Unione Europea.
Il progetto di unità nazionale è fallito
Il piano della Troika, della
destra greca, e della socialdemocrazia in Grecia e in tutta Europa è rispondere
all'approfondirsi della crisi tentando di dare vita a governi di unità nazionale. La “stabilità” che loro vogliono, la
“governabilità” che pretendono, non è altro che un disperato tentativo di
rubare nei negoziati quello che le masse popolari greche hanno conquistato con
la lotta e con il risultato elettorale. Quando chiamano tutta la sinistra alla
“responsabilità”, la chiamano alla complicità in questo furto. I governi di unità
nazionale non tireranno fuori né le masse popolari greche né quelle di nessun
altro Paese europeo dalla miseria, non saranno altro che governi volti ad
assicurare l'attuazione dei piani di austerità, dei tagli allo stato sociale e della
spoliazione delle masse popolari, e utili a tentare di impedire l'esplosione
sociale.
La convocazione di nuove
elezioni per il prossimo 17 giugno è la conferma della doppia sconfitta della
Troika e dei suoi lacché greci Pasok e Nd. Hanno fallito nel loro tentativo
elettorale e hanno fallito nel tentativo di formare un governo di unità
nazionale che mantenesse la stabilità.
Di fronte a un bivio: rispettare il Memorandum o uscire dall'Euro
Mediante due “salvataggi” e
i successivi piani di saccheggio, l'Unione europea ha speso due anni per
preparare le condizioni affinché l'uscita della Grecia (che stava diventando una
ipotesi sempre più probabile, nella misura in cui avanzava la distruzione del
Paese e l'impossibilità di pagare il debito) non significasse l'esplosione
dell'euro e il caos nel sistema finanziario europeo. Non per nulla le grandi
banche e assicurazioni tedesche e francesi hanno trasferito il debito greco
all'Ue (Bce e Paesi europei) e assicurato tramite essa quello che ancora
mantengono. Le masse popolari greche sono state depredate, l'economia greca è
stata smantellata, il Paese convertito in una semicolonia, marginalizzato dal
punto di vista della sua integrazione nell'economia europea e mondiale. Sebbene
continuino a scommettere sulla permanenza della Grecia nella zona euro, non
esiteranno ad espellerla se non adempirà ai suoi “obblighi".
Ma in questo momento,
l'espulsione della Grecia, per la contemporaneità della crisi spagnola, della
recessione europea e della crisi politica dell'Unione Europea, non è né un
compito semplice né esente dal rischio di scatenare ulteriori e maggiori crisi.
Per questo il ricatto del
governo tedesco, sostenuto da Hollande, dalla Bce e dal Fmi, che spinge
affinché la Grecia accetti il Memorandum o in caso contrario esca dall'euro,
non è un bluff ma una minaccia reale, perché la Troika non può cedere su questo
punto senza compromettere tutto il piano e rimanere priva di autorità. Il nuovo
presidente francese, nonostante le chiacchiere sulla “crescita” e sulla necessità
che la Grecia rimanga nell'euro, nelle opzioni fondamentali è d'accordo con la
Merkel. Il ruolo che spetta a Hollande in questo ricatto è cercare di
ammorbidire Syriza.
Per la sinistra greca non
c'è modo di eludere il problema, né c'è spazio per l'opzione sostenuta dalla
direzione di Syriza di opporsi al Memorandum al contempo difendendo a tutti i
costi la permanenza nell'euro.
La sinistra greca è di
fronte a un bivio: l'espulsione della Grecia dall'euro, se Syriza non cede in
tutto al Memorandum o lo fa in maniera non sufficiente per le pretese tedesche;
o cedere “per non essere espulsi dall'euro” e prolungare così per un ulteriore
periodo l'agonia delle masse popolari greche. Accettare la seconda opzione è
una scommessa sulla condanna alla miseria delle masse popolari greche e sarebbe
un suicidio politico per Syriza e consentirebbe un grande rafforzamento del
partito fascista Alba Dorata nelle cui mani rimarrebbe la bandiera della
rottura con l'UE e l'euro.
Una grande opportunità per le masse popolari greche e per tutti i lavoratori europei
I lavoratori e le masse
popolari greche stanno diventando l'avanguardia di tutti i lavoratori e le
lavoratrici d'Europa. I loro continui scioperi generali, le loro manifestazioni
di massa e ora il ripudio elettorale della Troika segnano un cammino di
speranza per tutti i lavoratori che sopportano gli stessi piani di guerra
sociale nel Vecchio continente.
L'approfondirsi della crisi
economica e la situazione che precede la bancarotta di diversi Paesi europei
non si possono comprendere senza tener presente questa tenace resistenza dei
lavoratori e delle masse popolari greche.
Quello che si dirime oggi in
Grecia è il dilemma che si prefigura per il resto d'Europa cioè: salvare i
capitalisti o salvare i lavoratori e le masse popolari? Ciò si esprimerà nelle
elezioni: da una parte staranno quelli
che fanno appello a un governo di unità nazionale per proseguire l'attuazione
dei piani della Troika e consumare la spoliazione delle masse popolari e la
condanna alla miseria di milioni di lavoratori. È necessario che
dall'altra parte si presenti una proposta di un governo di sinistra che si erga di fronte all'Europa dei capitalisti
respingendo il Memorandum e realizzando le migliori condizioni per lottare per
una soluzione operaia e popolare alla crisi.
Non risparmieranno gli
sforzi per mantenere nell'ovile del regime Syriza e tutta la sinistra greca,
non risparmieranno alcuno sforzo minacciando addirittura l'apocalisse se in
Grecia trionferà un governo che si rifiuti di applicare il Memorandum e che
sospenda il pagamento del debito. Minacciano di cacciare la Grecia dall'euro e
dalla stessa Unione Europea se il governo che nascerà non si piegherà ai
dettami della Troika; e l'espulsione dall'Euro, dicono, “sarà una catastrofe”.
Di quale futura catastrofe parlano quando stanno smantellando il Paese, mentre
condannano alla fame e alla miseria milioni di lavoratori e lavoratrici, quando
gli tolgono i posti di lavoro, le pensioni, mentre tagliano a più riprese i
salari, smantellano l'istruzione e la sanità pubbliche? Di che catastrofe
futura parlano per milioni di giovani che non hanno né presente né futuro? La
catastrofe è la situazione attuale, e maggiore catastrofe verrà continuando a
destinare le risorse del Paese a pagare il debito ai banchieri e a quelli che
hanno smantellato l'industria greca.
L'Ue e l'euro non
rappresentano nessuna unità per le masse popolari europee, sono una macchina da
guerra che serve a salvare il cuore dell'industria e della finanze europee
(Francia e Germania), affondando nella miseria i Paesi della periferia europea.
L'Unione europea è l'Europa dei banchieri, dei capitalisti e dei ricchi.
L'uscita dall'Euro
genererebbe immediatamente e senz'ombra di dubbio una situazione estremamente
complicata, che necessiterebbe l'attuazione di un programma di misure radicali
come la sospensione del pagamento del debito, l'espropriazione delle banche e
delle industrie chiave, la centralizzazione delle imprese dei settori
strategici, l'affermazione del monopolio del commercio estero, l'imposizione di
misure di emergenza che sospendano tutte quelle approvate dai governi della
Troika e l'attuazione di un piano per l'impiego che parta dalla suddivisione
del lavoro.
Nonostante le inevitabili
pressioni, l'ostilità e il boicottaggio dei ladroni della Troika che
incontrerà, e nonostante la complessità stessa di attuazione, questo è l'unico
piano che può aprire la strada con cui porre fine alla miseria dei lavoratori e
delle masse popolari e al saccheggio del Paese.
Questo percorso di scontro
con i capitalisti deve basarsi sulla
mobilitazione dei lavoratori e delle masse popolari greche e nella
ricerca immediata dell'appoggio e della
solidarietà dei lavoratori del resto d'Europa, che sicuramente vedranno
in queste misure un vero modello alternativo per uscire dalla crisi, un
autentico piano di salvataggio dei
lavoratori e delle masse.
E'
necessario un Fronte che prepari un governo di sinistra che rifiuti il
Memorandum e applichi un piano di salvataggio dei lavoratori e delle masse
popolari.
I sondaggi prevedono un'ulteriore
crescita di Syriza e della sinistra. La responsabilità di tutte queste
organizzazioni, a cominciare da Syriza, di fronte ai lavoratori e alle masse
popolari acquisisce una dimensione storica. Nelle loro mani sta il compito di
portare a compimento la vittoria ottenuta contro la Troika il 6 maggio. È
necessario un Fronte della sinistra nelle prossime elezioni del 17 giugno, a
cominciare da Syriza e dal Kke, passando per Sinistra Democratica (Dimar) e
tutte le formazioni di sinistra che sono rimaste fuori dal parlamento come
Antarsya.
I lavoratori e le masse
popolari hanno bisogno di dare impulso alla formazione di questo fronte e che
si organizzi con un programma di rottura con la Troika, di rifiuto del
Memorandum e per un vero piano di salvataggio dei lavoratori e delle masse
popolari.
Un governo della sinistra
basato su qusto programma provocherà una crisi nell'insieme dei governi
dell'euro, consentirà migliori condizioni per la lotta dei lavoratori greci e
incontrerà senza dubbio la simpatia e l'appoggio di milioni di lavoratori in
tutta Europa.
Non c'è nessuna scusante per
la sinistra greca per non porre tutto l'impegno nel costruire questa unità. Gli
atteggiamenti della dirigenza di Syriza – come il non accettare, giustamente,
il Memorandum ma favorire al contempo la falsa illusione che la Troika
accetterà il rifiuto dello stesso senza espellere la Grecia dall'Euro; il
difendere misure, più che giuste, come la sospensione del pagamento del debito
ma senza allertare che difendere questa opzione fino alle sue estreme
conseguenze porta alla rottura con l'Unione Europea – generano critiche e
sfiducia reali nel resto della sinistra sulla possibilità che Syriza si
manterrà ferma o finirà per cedere alle pressioni della Troika.
Ma questi legittimi sospetti,
e l'esigere da Syriza la fermezza nel respingere il Memorandum e
nell'attuazione di un vero piano di misure anticapitaliste, non possono essere
una scusa per negare l'imperiosa necessità di unire le forze di tutta la
sinistra d'opposizione intorno al rifiuto del Memorandum e ad un piano di
salvataggio dei lavoratori e delle masse popolari. Per questo motivo non si può
condividere la politica della direzione del Kke che nega questa unità e non
propone nessun altra soluzione che votare il loro partito, quando dal punto di
vista programmatico la loro titubanza e la loro incoerenza non sono molto
distanti da quelle della dirigenza di Syriza.
Costruire e sostenere il Fronte nelle urne e nelle piazze
Nella misura in cui cresce
la resistenza ai piani dei governi della Troika, questi rispondono mostrando il
loro cinismo “democratico”. La repressione, il restringimento delle libertà, la
messa al bando dei partiti, la modifica delle leggi elettorali, i cambiamenti
nelle costituzioni senza consultazione popolare alcuna... sono state le
risposte di questi governi. L'audacia di questi criminali è arrivata ad imporre
in Italia e in Grecia presidenti di governi che, senza nemmeno passare per le
urne, sono stati designati dalla Troika. La loro infamia è arrivata al punto di
valutare la possibilità di non indire le elezioni dello scorso 6 maggio in
Grecia.
Quando in Grecia è
all'ordine del giorno la possibilità di un trionfo della sinistra che si
scontri con i piani della Troika, aspettarsi delle elezioni pulite senza brogli
e credere che lorsignori riconosceranno tranquillamente la loro sconfitta o
ignorare l'esistenza di forze fasciste come Alba Dorata, che saranno al
servizio della preservazione del sistema con tutti i mezzi quando questo si
vedrà minacciato, è come sperare che la volpe si prenda cura del pollaio.
Il Fronte di sinistra deve
costruirsi dall'inizio facendo appello a tutte le organizzazioni sindacali e
popolari, agli immigrati, a sostenerlo e dargli il loro appoggio. Il Fronte di sinistra
deve impegnarsi davanti a queste organizzazioni su un programma di scontro
frontale con la Troika, a sottomettere il suo governo alle risoluzioni di
queste organizzazioni e chiamarle ad accompagnare il processo elettorale con la
mobilitazione, con manifestazioni e con lo sciopero generale ad oltranza,
mostrando ai nemici delle masse popolari che siamo pronti a non lasciarci
strappare la vittoria.
Si tratta di costruire
organismi unitari del Fronte nelle imprese, nei quartieri, nelle facoltà e
negli Istituti, prima per lanciare e costruire la campagna e poi per
organizzare la difesa contro qualsiasi tentativo della reazione o l'attività
delle bande fasciste. In questo senso l'organizzazione dell'autodifesa contro
l'attività delle squadracce acquista un'importanza cruciale in particolare tra
i lavoratori immigrati che sono diventati il bersaglio di queste bande
fasciste.
Tutto il nostro sostegno e solidarietà alle masse popolari greche
Quello che è in questione
oggi in Grecia va ben oltre i confini della penisola ellenica. La sconfitta dei
partiti del Memorandum, la vittoria della sinistra greca e la formazione di un
governo che si opponga alla Troika, sarebbe una vittoria per tutti i lavoratori
europei e sarebbe per tutti loro un segno che è possibile sconfiggere la Troika
e aprirà uno spazio molto più favorevole per la resistenza ai piani di
aggiustamento e per la lotta per un'Europa dei lavoratori e delle masse
popolari.
Noi della Lit abbiamo sempre
denunciato l'Unione Europea come una macchina di guerra sociale contro i
lavoratori e le masse popolari. Abbiamo combattuto e combattiamo i governi
della Troika; difendiamo una soluzione operaia e popolare alla crisi, e
crediamo che la mobilitazione delle masse e la lotta per ottenere governi dei
lavoratori e delle masse popolari è l'unica strada per il cambiamento sociale.
Lottiamo per una vera unione europea, gli Stati Uniti Socialisti d'Europa. Per
tutto questo non possiamo, di fronte agli attuali avvenimenti in Grecia, fare
altro che porre tutte le nostre speranze e le nostre forze al servizio del
trionfo delle masse popolari greche.
La Lega Internazionale dei
Lavoratori - Quarta Internazionale è impegnata in tutti i luoghi del mondo in
cui i nostri partiti agiscono, e in speciale modo nel continente europeo, nel
dare piena solidarietà alla lotta dei lavoratori e delle masse popolari greche.
Abbasso il Memorandum della Troika!
Non un Euro in più per i saccheggiatori della Grecia!
Che la crisi la paghino i capitalisti!
Per un piano operaio di salvataggio dei lavoratori e delle masse popolari greche!
Per un governo di sinistra che respinga il memorandum e prepari un piano di salvataggio dei lavoratori e delle masse popolari!
Per un'Europa dei lavoratori e delle masse popolari!