Partito di Alternativa Comunista

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L’olocausto palestinese

La morte di Arrigoni e gli assassini sionisti

 

di Adriano Lotito

 

Un mese fa moriva il pacifista Vittorio Arrigoni, rapito e ucciso da un gruppo di estremisti salafiti, suscitando ad un tempo sdegno e polemiche.

E’ tornata così alla ribalta l’annosa questione palestinese pur tra i tanti tentativi di seppellire vicende da parte dei media internazionali (e anche italiani). Arrigoni, sostenendo la causa del popolo palestinese, si apprestava ad organizzare una seconda Freedom Flotilla per trasportare aiuti umanitari e altre merci con lo scopo di garantire sussistenza agli abitanti “assediati” nella striscia di Gaza. Gli esiti della prima spedizione del 31 maggio 2010 sono noti a tutti: la flottiglia di attivisti pro-palestina fu intercettata e abbordata dalle navi militari israeliane provocando nove morti e decine di feriti.

 

Israele: avamposto dell’imperialismo in Medio Oriente

Il motivo di questo odio, di queste polemiche e di tutte le storie che si accavallano lungo il filo rosso della contesa Israele-Palestina, è da ricercare nella natura stessa dello Stato di Israele. Uno Stato che si è costituito chiaramente con lo scopo di realizzare gli interessi economici degli Usa nel mondo arabo e trasformandosi anche in vero e proprio braccio armato dell’imperialismo nordamericano (ed europeo). Non sono considerazioni astratte queste, ma sono pienamente dimostrate dalle decine di milioni che lo stesso governo americano destina alle forze militari israeliane ogni anno. Altri dati possono rivelare pienamente quando finora detto: molte aziende di pubbliche relazioni americane sono direttamente finanziate dal Ministero degli Esteri israeliano affinchè pubblicizzino un’immagine fortemente edulcorata e corretta di Israele agli occhi del pubblico statunitense; oltre naturalmente agli accordi industriali e finanziari e al lavoro di copertura svolto dagli Stati Uniti in collaborazione con le Nazioni Unite per occultare le azioni militari del governo sionista più gravi e sanguinarie com’è accaduto in occasione dell’Operazione Piombo Fuso (dicembre 2008-gennaio 2009) dove morirono migliaia di palestinesi (a maggioranza donne e bambini) e furono bombardate scuole e abitazioni civili con il fosforo bianco.

 

L’apartheid dei palestinesi e la colonizzazione sionista

Mentre scriviamo, aumentano le colonie sioniste che impongono la loro autorità sui territori palestinesi. Gli insediamenti costruiti durante il governo Barak sono il doppio rispetto a quelli costruiti durante il governo Netanyahu ma anche l’attuale primo ministro israeliano dimostra di voler seguire la stessa politica di rapina. L’ultimo annuncio, dello scorso marzo, riguarda l’approvazione di un piano per l’espansione delle colonie di Etzion, Ma’ale Adumin, Ariel e Kiryat Safer: si tratta di cinquecento nuove abitazioni in Cisgiordania, dalla quale lo Stato sionista non ha nessuna intenzione di ritirarsi. Il popolo palestinese si ritrova così ghettizzato nella Striscia di Gaza, il territorio più povero dell’intera regione, sottoposto a continuo pericolo di raid e altre atrocità da parte dell’esercito sionista.

Il governo israeliano ha costruito un vero e proprio muro (fatto di check point e continui posti di blocco) che impedisce il passaggio di viveri e beni di prima necessità oltre che dei materiali per la ricostruzione dopo i bombardamenti. Sempre il governo Netanyahu destina l’85% delle risorse idriche agli ebrei, mentre il restante 15% deve essere diviso tra tutti i Palestinesi dei territori. Ad esempio ad Hebron l’85% dell’acqua è riservato a 400 coloni sionisti, mentre il restante 15% è ripartito tra 120.000 Palestinesi. Un dominio che è stato costruito dopo una gigantesca pulizia etnica e il massacro del popolo palestinese: distruzione di villaggi, confisca senza indennizzo di terre, acconti bancari, esercizi commerciali, espulsione forzata dei civili dalle loro case e villaggi per non parlare dei veri e propri atti di guerra e raid aerei come la già nominata Operazione Piombo Fuso. 

 

L’unica soluzione: rovesciare lo stato sionista!

Noi non crediamo alle ingenue frottole di “due Stati per due popoli”, lo slogan che amano ripetere pacifisti di destra e di sinistra. Dietro queste parole c’è la legittimazione del dominio sionista, la legittimazione dei loro massacri, l’idea che tutto sommato sia giustificata l’esistenza di uno Stato-marionetta dell’imperialismo occidentale e di cui ne fanno le spese tutti i popoli arabi costretti a rinunciare alla loro autonomia, alla loro terra e pressati da continue minacce che spesso si tramutano in guerra aperta.

 L’unica soluzione rimane il rovesciamento rivoluzionario dello Stato sionista da parte delle masse popolari arabe che hanno dimostrato in questi mesi di saper fronteggiare anche repressioni molto dure e tuttavia non arrendersi ma continuare la lotta. Il popolo palestinese dev’essere consapevole che non saranno né le azioni individualistiche di gruppi di terroristi islamici, né la direzione piccolo-borghese di Hamas, né le burocrazie dell’Olp (Organizzazione per la liberazione della Palestina) a liberarlo dal giogo dell’imperialismo occidentale, ma solo la loro azione di massa, organizzata sotto una direzione realmente rispondente al loro interesse può creare le condizioni per la costruzione di un nuovo Stato socialista che possa accogliere anche una minoranza ebraica.

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