Partito di Alternativa Comunista

Spagna Nessuna fiducia nel governo Psoe-Up

Spagna

Nessuna fiducia nel governo Psoe-Up

 

 

di Corriente Roja

(sezione della Lit-Quarta Internazionale nello Stato spagnolo)

 

 

Il Psoe e l’Up (Partito Socialista e Union Podemos ndt) hanno raggiunto un preaccordo per costituire un «governo di coalizione progressista». Il fiasco elettorale di Sanchez, il calo di Up e l'ascesa della formazione di ultra-destra Vox, cose che sei mesi fa erano considerate «impossibili», si sono verificate tutte nel giro di 36 ore.

Dovremo aspettare qualche giorno per vedere se ottengono il sostegno per avere l'investitura, per conoscere il programma del governo e sapere chi lo formerà. Per ora abbiamo le basi del preaccordo, che sono già molto eloquenti, e sappiamo anche che Iglesias (Up) occuperà una «vicepresidenza sociale», insieme a Carmen Calvo (vicepresidenza politica) e Nadia Calviño, delegata dell'Ue al governo come vice presidente economico.

Ci sono compagni e compagne militanti che hanno tirato un sospiro di sollievo per il preaccordo raggiunto. Pensano che un governo Psoe-Up fermerà l'estrema destra, confidano che farà concessioni sociali ai lavoratori e che aprirà la strada per una soluzione democratica al problema catalano. Avranno una delusione dolorosa.

Indubbiamente, l'Ue e i grandi imprenditori dell’Ibex 35 preferirebbero un governo Psoe-Pp, ma si sono rapidamente adattati alle circostanze. Il quotidiano El País annuncia che «Bruxelles accoglie con favore lo sblocco politico in Spagna» (El País 11/12/19). La grande borghesia catalana si è pronunciata in termini ben precisi: «Il preaccordo di governo è un messaggio di responsabilità delle forze politiche».

E, in effetti, non stiamo assistendo ad una radicalizzazione del Psoe o ad un governo che punti a sinistra. Al contrario, stiamo assistendo alla consegna di Up nelle braccia del Psoe. Up ammette espressamente che la direzione politica ed economica del governo sarà in capo al Psoe e che la sosterrà con «lealtà e solidarietà di governo». Up si limiterà, supervisionato da Nadia Calviño, a gestire i «ministeri sociali». Questo è il prezzo per l’ambita Vice Presidenza di Iglesias e di alcune poltrone ministeriali.

Sánchez e Iglesias si sono vantati, durante il preaccordo, che il loro futuro governo sarà «un riferimento per la protezione dei diritti sociali in Europa», ma l'UE non è preoccupata per queste frasi altisonanti: «anche dal versante economico non sembrano preoccuparsi troppo a Bruxelles, potendosi basare su di un punto nell’accordo del governo di coalizione che, espressamente, sottopone le future misure sociali agli accordi di responsabilità fiscale (già in essere ndt) della Spagna con l'Europa».

 

Sottomissione all’Unione Europea

La subalternità all'Ue è uno dei punti chiave dell'accordo di coalizione: tutto sarà fatto secondo i dettami dell'Ue, dell'Europa delle multinazionali, delle banche e dei fondi di investimento. Per la Ue «la continuità di Nadia Calviño come ministro dell’Economia, rappresenta la miglior garanzia che la Spagna, proseguirà nella stessa politica economica seguita fino ad oggi.» (El País). È molto significativo che, fedele a questa linea, il preaccordo non menzioni l'abrogazione della riforma del lavoro di Rajoy (figuriamoci quella di Zapatero), qualcosa che Nadia Calviño aveva già escluso mesi fa. In realtà, il Psoe si è recentemente impegnato con l'Ue ad andare oltre, implementando il cosiddetto «pacchetto austriaco».

Naturalmente il preaccordo mantiene intatto l'articolo 135 della Costituzione che Psoe e Pp hanno votato e che fissa il pagamento degli interessi sul debito pubblico a banche e fondi di investimento come «priorità assoluta» dello Stato, al di sopra di qualsiasi priorità sociale. Il preaccordo inganna i pensionati quando parla di «blindatura». Nascondendosi dietro la «rivalutazione in base al costo della vita» (molte volte promessa da Sánchez ma mai tramutata in legge), stanno in realtà preparando una nuova controriforma in nome della «sostenibilità».

 

Insieme contro la Catalogna

Un altro punto chiave dell’accordo di governo è la Catalogna. Il prezzo della vicepresidenza è la vendita della Catalogna. Iglesias aveva già ammesso che, se fossero entrati in un governo di coalizione, avrebbero accettato lealmente l’imposizione da parte di Sánchez dell’articolo 155 (l’articolo della costituzione che consente allo Stato Spagnolo di commissariare le varie autonomie ndt). Prima della campagna elettorale, aveva anche concordato la rinuncia al referendum. Ora, nel preaccordo, assume direttamente il punto di vista del Psoe. Non saranno messe più in dubbio le minacce di Sánchez e Marlaska e la loro repressione, né il clamoroso rifiuto del Psoe di riconoscere il diritto all'autodeterminazione della Catalogna. Ora, anche per Up, il problema è «vivere insieme in Catalogna».

Ma tutto questo non sarà facile perché il popolo catalano non si arrenderà, nonostante l’abbiano già fatto molti dei loro leader politici. Lo ha dimostrato alle elezioni, in risposta alla brutale sentenza della Corte Suprema, dove gli indipendentisti hanno ottenuto i loro migliori risultati di sempre alle votazioni politiche nazionali.

 

Così non si combatte l’estrema destra

Il principale argomento che Up usa per giustificare la coalizione con il Psoe è la necessità di frenare l’avanzata dell’estrema destra. Ma se Vox è arrivato dov’è ora, non è solo perché il Pp e C’s (Ciudanados) le hanno dato legittimità politica. Il Psoe ha contribuito in modo decisivo, facendo a gara con Pp e C’s per stabilire chi risultasse più brutale verso la Catalogna. In questa gara poteva vincere solo Vox, che ha richiesto la detenzione di Torra, la messa fuori legge dei partiti indipendentisti, lo stato di eccezione, l’eliminazione radicale dell'autonomia catalana e la fine dello «stato di autonomia». Vox ha fatto una campagna xenofoba e razzista contro gli immigrati senza essere contrastato su questo terreno dal Psoe o da Up, che paventavano invece solo lo spauracchio dell’estrema destra. Abascal (leader di Vox ndt) ha raccolto voti principalmente tra i franchisti e i signori dei quartieri ricchi, ma anche tra i settori più socialmente emarginati. Questi settori sono stati contaminati dal discorso velenoso che incolpa gli immigrati per la rovina sociale causata dal grande capitale e dai suoi governi. Podemos, quando appariva come una forza anti-sistema era un freno per l’estrema destra. La sua piena integrazione nel «regime del 78» e la sua conversione ad ausiliario del Psoe potranno solo facilitare il rafforzamento di Vox che, a meno che dalla sinistra non si sollevi un'alternativa di fronte unico di lotta al governo, apparirebbe come l’unica forza di opposizione a questa coalizione di governo.

 

Chiunque governi, dobbiamo difendere i nostri diritti

Il governo Psoe-Up intende stabilizzare la situazione politica al servizio della monarchia e governare il rallentamento economico e la probabile recessione in arrivo, secondo i dettami dell'Ue e dell’Ibex 35. In cambio approveranno alcune misure parziali per cercare di giustificare l'ingiustificabile e faranno molta politica di facciata. Ma, con la Catalogna in subbuglio, l'instabilità si approfondirà e, una volta trascorso un po' di tempo, riprenderà la mobilitazione sociale, questa volta contro il governo Psoe-Up, nonostante la complicità della burocrazia Ccoo-Ugt e i suoi tentativi di strumentalizzare organismi di fronte unico come il Coordinamento in difesa del sistema pensionistico pubblico.

Come abbiamo detto all'inizio, ci sono compagni e compagne militanti che guardano con fiducia, anche se relativa, al nuovo governo di coalizione. Il tempo ci dirà chi ha avuto ragione o meno, ma tutti insieme vogliamo: fermare Vox; abrogare le riforme del lavoro e porre fine alla precarietà; che le pensioni dipendano dall’inflazione reale e che nessuna possa essere inferiore a 1.084 euro; che i prigionieri politici catalani vengano amnistiati; che la repressione finisca e che la Catalogna possa decidere liberamente il proprio futuro; che si chiudano i Cie (centri di integrazione ed espulsione) e si riconoscano i diritti agli immigrati; che si trovino risorse e non parole per combattere la violenza sessista e che venga rinnovato l’intero apparato giudiziario. Tutti, insieme, continueremo a lottare per queste rivendicazioni, contro chiunque ci sia al governo.

Di fronte alla situazione che ci aspetta occorre:

-estendere e rinforzare la solidarietà con il popolo catalano

-denunciare e affrontare sistematicamente l'estrema destra di Vox

-Prepararsi a riprendere la massiccia lotta contro gli attacchi che arriveranno dal nuovo governo e organizzare l'opposizione di sinistra.

Questo è l'impegno di Corriente Roja, nella sua battaglia per costruire una forza rivoluzionaria, alla quale vi invitiamo tutti a partecipare. Cile ed Ecuador ci stanno mostrando la strada!

 

traduzione di Massimiliano Dancelli dal sito di Corriente Roja: www.corrienteroja.net/hay-muchas-razones-para-no-tener-confianza-alguna-en-el-proximo-gobierno-psoe-up/

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