Un voto contro
la Ue e l'Euro:
ma capitalizzato dalla destra
Solo un'alternativa rivoluzionaria può fermare la destra
e sconfiggere l'Europa dei banchieri e dell'austerità
ma capitalizzato dalla destra
Solo un'alternativa rivoluzionaria può fermare la destra
e sconfiggere l'Europa dei banchieri e dell'austerità
dichiarazione
del Comitato Centrale del Pdac
Il dato più grave è quello che
riguarda la destra, nelle sue varianti, ma in particolare la destra estrema, che
diventa con il Front National il primo partito in Francia; il primo partito in
Gran Bretagna, con l'Ukip razzista di Nigel Farage al 30 %; il primo partito in
Danimarca; raccoglie percentuali molto alte in Austria (il 20% al Fpoe), in
Ungheria (con il 15% allo Jobbik, antisemita), in Olanda, Germania, Polonia e
Grecia (il 10% di Alba Dorata). In Italia il voto della destra razzista si
esprime con la rimonta della Lega Nord di Salvini, che recupera dopo gli
scandali sulla corruzione.
Mentre la sinistra riformista (Sel,
Prc) si proclama europeista, sostenitrice dell'euro e di una impossibile riforma
della Ue, il malcontento per le politiche di austerità viene raccolto in primo
luogo e soprattutto dai partiti della destra nazionalista e protezionista,
razzisti e xenofobi, che cercano di dividere i lavoratori, contrapponendo un
settore a un altro, nativi a immigrati. Non smentisce questa lettura l'eccezione
della Grecia, dove i riformisti di Tsipras si confermano al primo posto:
prodotto indiretto e deformato di anni di ascesa delle lotte, a cui peraltro non
danno nessuna prospettiva concreta e coerentemente dalla parte delle masse
proletarie.
Anche il voto italiano, pur nelle sue
particolarità, non contraddice questa realtà.
Il Pd al 40% (ma in numeri assoluti il risultato è un po' ridimensionato, data l'altissima astensione) è ovviamente un risultato politico per Renzi, che rafforza il suo governo e premia la demagogia del "rottamatore" (gli 80 euro, ecc.) mentre ancora non vi è una percezione chiara degli effetti delle pesantissime politiche anti-operaie che il nuovo governo sta preparando, con il sostegno delle burocrazie sindacali (Cgil in testa), sotto dettatura del grande padronato (che non a caso festeggia la vittoria di Renzi con un balzo delle borse).
Il dato di Grillo, seppure segna una battuta di arresto di questo Movimento che ha un programma reazionario, rimane inquietante e in linea col voto assorbito in altri Paesi dai nazionalisti (si attesta infatti sul 20 %). Il comico miliardario, che incarna la protesta della piccola-borghesia inferocita ed egemonizza anche vasti settori proletari, si colloca comunque al secondo posto, seppure con un largo stacco dal Pd, confermandosi in ogni caso un fenomeno non passeggero e con cui il movimento operaio deve fare i conti.
Il Pd al 40% (ma in numeri assoluti il risultato è un po' ridimensionato, data l'altissima astensione) è ovviamente un risultato politico per Renzi, che rafforza il suo governo e premia la demagogia del "rottamatore" (gli 80 euro, ecc.) mentre ancora non vi è una percezione chiara degli effetti delle pesantissime politiche anti-operaie che il nuovo governo sta preparando, con il sostegno delle burocrazie sindacali (Cgil in testa), sotto dettatura del grande padronato (che non a caso festeggia la vittoria di Renzi con un balzo delle borse).
Il dato di Grillo, seppure segna una battuta di arresto di questo Movimento che ha un programma reazionario, rimane inquietante e in linea col voto assorbito in altri Paesi dai nazionalisti (si attesta infatti sul 20 %). Il comico miliardario, che incarna la protesta della piccola-borghesia inferocita ed egemonizza anche vasti settori proletari, si colloca comunque al secondo posto, seppure con un largo stacco dal Pd, confermandosi in ogni caso un fenomeno non passeggero e con cui il movimento operaio deve fare i conti.
A sinistra, la lista filo-euro di
Tsipras, col sostegno di tutta la sinistra riformista (da Sel al Prc, dai centri
sociali di Casarini a settori di intellettualità borghese) supera per un pelo lo
sbarramento del 4%. Tanto in percentuale come in voti assoluti ciò significa, in
realtà, un arretramento secco, se si pensa che Sel e Prc, nelle precedenti
europee, presero complessivamente oltre il 6% dei voti, e in voti assoluti quasi
il doppio di quanto ha preso ora la lista Tsipras (circa due milioni contro il
milione e cento attuale).
Questo risultato, peraltro, innescherà una nuova spirale di crisi: il conto della festa sarà infatti pagato da Rifondazione, dato che l'ala maggioritaria di Sel (Fratoianni), in accordo con una delle due componenti principali del Prc (Grassi), ne approfitterà per avanzare nel progetto di costruzione di un nuovo partito, sulle medesime basi della lista e sul medesimo programma (cioè un programma riformista e governista), che laddove nascesse risucchierebbe quanto resta del Prc.
Questo risultato, peraltro, innescherà una nuova spirale di crisi: il conto della festa sarà infatti pagato da Rifondazione, dato che l'ala maggioritaria di Sel (Fratoianni), in accordo con una delle due componenti principali del Prc (Grassi), ne approfitterà per avanzare nel progetto di costruzione di un nuovo partito, sulle medesime basi della lista e sul medesimo programma (cioè un programma riformista e governista), che laddove nascesse risucchierebbe quanto resta del Prc.
In definitiva, lo specchio deformato
delle elezioni conferma la necessità, per sconfiggere le politiche della grande
borghesia e al contempo sbarrare la strada alla destra razzista, di costruire
una sinistra rivoluzionaria, attorno a un programma di contrasto delle politiche
di austerità e dei governi borghesi che le applicano; di rottura della Ue, patto
imperialista, e di rifiuto del pagamento del debito pubblico; un programma
socialista, di esproprio delle banche, di scala mobile dei salari e delle ore di
lavoro, di abolizione delle leggi razziste, di sconfitta delle politiche di
doppia oppressione della donna, di nazionalizzazione dei settori principali
dell'economia, ponendoli sotto il controllo dei lavoratori.
Questa bandiera, la bandiera degli Stati Uniti socialisti d'Europa, è stata sollevata a queste elezioni in Spagna e Portogallo (Paesi in cui è stato possibile tecnicamente presentare liste) dalle sezioni della Lit-Quarta Internazionale, unica forza trotskista presente in vari Paesi europei. Al di là del risultato, come sempre basso in termini di voti per forze che hanno il proprio baricentro nelle piazze e non nelle urne, la campagna congiunta delle sezioni europee della Lit (inclusi i Paesi dove non è stato possibile presentare una lista: Italia, Gran Bretagna, Belgio, ecc.) ha consentito di dare voce alle lotte proletarie, all'Europa degli operai contro l'Europa dei banchieri.
Questa bandiera, la bandiera degli Stati Uniti socialisti d'Europa, è stata sollevata a queste elezioni in Spagna e Portogallo (Paesi in cui è stato possibile tecnicamente presentare liste) dalle sezioni della Lit-Quarta Internazionale, unica forza trotskista presente in vari Paesi europei. Al di là del risultato, come sempre basso in termini di voti per forze che hanno il proprio baricentro nelle piazze e non nelle urne, la campagna congiunta delle sezioni europee della Lit (inclusi i Paesi dove non è stato possibile presentare una lista: Italia, Gran Bretagna, Belgio, ecc.) ha consentito di dare voce alle lotte proletarie, all'Europa degli operai contro l'Europa dei banchieri.
Lo stesso programma rivoluzionario è
stato presentato dal Pdac per le elezioni amministrative e in particolare in tre
capoluoghi: Bari, Cremona e Caltanissetta. Il nostro risultato va chiaramente al
di là del mezzo punto percentuale preso in media dalle nostre liste (in linea
con quanto preso dalle altre, poche, liste a sinistra di Rifondazione) e si
misura nello sviluppo di una campagna di propaganda rivoluzionaria che abbiamo
fatto in queste settimane, e in decine di nuovi contatti presi nelle piazze, con
lavoratori e giovani.
E' su questa strada che bisogna continuare a muoversi, pur nelle difficoltà. Certo non seguendo la sinistra riformista ed europeista (quella che ha sostenuto Tsipras) nel vicolo cieco di una illusoria "riforma" di un sistema irriformabile.
E' su questa strada che bisogna continuare a muoversi, pur nelle difficoltà. Certo non seguendo la sinistra riformista ed europeista (quella che ha sostenuto Tsipras) nel vicolo cieco di una illusoria "riforma" di un sistema irriformabile.