Partito di Alternativa Comunista

Continua la mobilitazione a Vicenza

Continua la mobilitazione a Vicenza
DISERTIAMO LA GUERRA
Bilancio di un week end organizzato dal Comitato Vicenza Est
 
 
di Patrizia Cammarata (*)
 
 
Venerdì 19 e sabato 20 ottobre i numerosi automobilisti e passanti che percorrevano viale della Pace a Vicenza non potevano non notare la mobilitazione in atto davanti alla caserma Ederle e i numerosi cartelli appesi, fra i quali spiccava quello con scritto: "desertion from war is an act of courage and freedom" (la diserzione dalla guerra è un atto di coraggio e libertà).
Dodici ore filate di appelli (dalle 7 del mattino alle 19) il venerdì e nove ore il sabato (dalle 7 alle 16) per invitare i soldati americani a disertare la guerra, appelli rivolti all’interno della caserma ma anche alle famiglie dei soldati domiciliate al “Villaggio della pace”. Inoltre nelle serate di venerdì e sabato sono state organizzate in zona un’assemblea pubblica e uno spettacolo teatrale sui temi della guerra e della diserzione, sul concetto di “obbedienza” non come virtù ma “come subdola tentazione”.  Ispiratore e principale artefice della “due giorni” il “ Comitato degli abitanti e dei lavoratori di Vicenza est-Contro la costruzione di una nuova base a Vicenza – Per la conversione della caserma Ederle ad usi civili” che ha organizzato l’importante iniziativa insieme con altre realtà del movimento vicentino: Comitato No guerra-No basi di Arcugnano (Vi), Rete Lilliput, Famiglie per la pace, ricevendo inoltre appoggio ed adesione dal Coordinamento Comitati Cittadini, Gruppo Presenza Longare (Vi), Beati i Costruttori di pace-Pax Christi.
Ma quello che ha reso ancora più importante tale iniziativa è stata la presenza attiva per tutti i due giorni di Chris Capps (giovane disertore statunitense dell’associazione “Iraq Veterans Against the War” che ha abbandonato l’esercito dopo una missione in Iraq e che ora, armato di megafono, gira il mondo per convincere i suoi connazionali nelle basi Usa a seguire il suo esempio), di Phil Rushton (Università di Napoli Orientale e autore del libro “Riportiamoli a casa: il dissenso militare nelle forze armate statunitensi”) e di Meike Capps-Schubert (collaboratrice del “Military Counseling Network”, rete di consulenza per i militari che vogliono evitare di andare in guerra).
E’ la seconda volta che Chriss Capps arriva a Vicenza invitato dal Comitato Vicenza est (la prima volta è stata lo scorso luglio) e durante i due giorni ha lanciato messaggi ai soldati con invito alla diserzione e ha letto con il megafono la lettera di un altro soldato, un soldato dell’Ederle, James Circello,  che ha disertato recentemente, in primavera. “Sappiamo che il comando teme che il movimento possa creare scompiglio fra i soldati”– ha detto Capps- ed è proprio sull’ inospitalità della popolazione nei confronti della guerra e dei suoi strumenti (le basi) che il Comitato Vicenza est ha sempre lavorato, indicando proprio nella caserma Ederle l’obiettivo verso il quale il movimento contro la guerra e contro la costruzione della nuova base dovrebbe concentrarsi.
Durante la “due giorni” si è tenuta inoltre l’attesa assemblea degli aderenti all’appello lanciato dal comitato per una manifestazione internazionale, appello che continua a riscuotere numerose e significative adesioni. L’assemblea si è svolta nella sede della Cooperativa Insieme, sempre all’interno del quartiere, dove si sono raccolti alcuni fra i residenti del quartiere, gruppi e associazioni firmatari dell’appello (c’erano fra gli altri i rappresentanti di Mondo senza guerre di Milano, Comitato unitario contro Aviano 2000, Rete 28 aprile del Veneto e il responsabile nazionale movimenti del Partito di Alternativa Comunista).
Durante l’assemblea, nella quale si sono susseguiti numerosi interessanti interventi, il comitato di Vicenza est ha avuto modo di esprimere la sua condivisione alle critiche pervenute da alcuni sulla data prevista per la manifestazione (15 dicembre). “Anche secondo noi questa data è troppo avanti, troppo ridosso al Natale e soprattutto una manifestazione il 15 dicembre potrebbe avvenire a Finanziaria già approvata, ma la nostra proposta è di appoggiare le richieste di unità pervenute dal mondo dei lavoratori e dal movimento per la pace, e quindi di seguire un percorso unitario per una manifestazione unitaria. Due manifestazioni non sarebbero utili, anzi potrebbero nuocere al movimento”. Dopo il dibattito l’assemblea si è conclusa con un voto che ha approvato un percorso a sostegno delle seguenti iniziative: Manifestazione di Cameri (Novara) del 4 novembre contro gli aerei da guerra F35- Sciopero generale del 9 novembre- Manifestazione del 24 novembre a Roma contro le politiche sociali del governo - Assemblea a Roma del 25 novembre contro la guerra - Manifestazione internazionale unitaria del 15 dicembre a Vicenza, con spezzone caratterizzato con i contenuti dell’appello.
 
Il  19 e 20 ottobre sono stati due giorni importanti  per il Comitato Vicenza est, e per le ragioni del  movimento vicentino contro il Dal Molin e contro la guerra.
Un’iniziativa dal contenuto forte, organizzata da un comitato piccolo ma profondamente radicato nel territorio nel quale “esiste” la caserma Ederle, un comitato composto realmente da lavoratori (operai, impiegati, infermieri,…), un comitato senza finanziamenti da partiti di governo o da forze sindacali e senza finanziamenti da istituzioni. Questa occasione ha contribuito a rendere coscienti molte persone del fatto che il tema della diserzione sta diventando, nella realtà, uno fra i principali e più temuti argomenti da contrapporre alla logica della guerra e, di conseguenza,  alla costruzione di una nuova base militare.
 
La mobilitazione con Chriss Capps è terminata ma siamo stati informati che alcuni soldati americani,  a Vicenza, cominciano a trovare sui tergicristalli delle proprie auto, depositati da mani anonime, bigliettini con inviti alla diserzione e con il numero “verde” telefonico per dare inizio al percorso verso l’“atto di coraggio e libertà”.
 
(*) l'autrice è dirigente del PdAC di Vicenza e componente del Comitato di Vicenza Est
 


Pubblichiamo i due messaggi pervenuti al movimento di Vicenza da parte dei due disertori, Chriss Capps e James Circello:
 
Lettera di Chriss Capps:“Saluto ancora una volta la popolazione di Vicenza. Ritorno tra voi felice di sapere che esistono soldati con una coscienza morale anche qui a Vicenza. Si tratta della prova assoluta che non tuttirientrano nello stereotipo del killer a sangue freddo che alcuni di noi abbiamo in mente quando pensiamo ai soldati. Come alcuni di voi avranno già sentito, la scorsa primavera due soldati se ne sono andati da Vicenza e attualmente si trovano negli Stati Uniti, dove sono definiti “allontanati si senza permesso” dalle autorità militari, in modo simile alla mia situazione in passato. Attendono il momento giusto per consegnarsi alle autorità e rischiare un periodo in carcere, una realtà che preferiscono affrontare come alternativa alla possibilità di trovarsi inviati in Afghanistan. Ho inviato ad entrambi dei messaggi, e insieme hanno dichiarato la volontà di aprire una corrispondenza con il movimento No Dal Molin. Ritorno a Vicenza per dirvi che questi soldati non sono gli unici tra i loro commilitoni a provare una forte opposizione alla guerra, sono semplicemente coloro che fino ad ora hanno il coraggio e la coscienza di agire di conseguenza, Essi
rappresentano soltanto la punta dell’iceberg e sono solo gli esempi più estremi del risentimento nei
confronti di questa guerra che si è diffusa all’’interno delle stesse forze armate. Perfino quelle persone all’interno del mio reparto che erano contrari alla mia presa di posizione e alla mia attività
attuale comunque provano una forte opposizione a questa guerra. Sono felice di trovarmi di nuovo
qui tra persone che disapprovano questa guerra e le ricadute che ci saranno nella vostra comunità.
Spero che da qui a poco assisteremo alla fine dell’espansione delle operazioni militari statunitensi a
Vicenza, e anche in Iraq e in Afghanistan.
Vi ringrazio, Chriss Capps
 

Lettera di James Circello:“Agli uomini e alle donne della comunità di Vicenza, a tutti i gruppi che appoggiano il movimento No Dal Molin, oltre a tutti gli Italiani, gli Americani e le persone del mondo che lottano unite contro il militarismo e l’imperialismo degli Stati Uniti:
Il mio nome è James Circello. Ero nello fanteria aviotrasportata degli Stati Uniti. Ho prestato servizio con gli stessi uomini e donne che inondano le strade delle vostre città ogni giorno.
Come rappresentante dell’America, mi sono sentito fortemente imbarazzato quando ho visto girovagare centinaia di Americani ubriachi per le strade di Vicenza e nei dintorni.
Ho tratto ispirazione dalla gente italiana che ho visto organizzarsi e scendere in piazza. Pronti a scioperare pressoché ogni settimana per i diritti dei lavoratori. Non tanto tempo fa ho assistito a migliaia e migliaia di manifestanti riempire le strade di Vicenza per mandare un messaggio ai politici italiani e americani e ai leader militari, un messaggio contro l’acquisto e l’utilizzo della base Dal Molin da parte degli Americani. Parliamoci chiaro, questa base sarà usata per perpetuare la guerra, per continuare a occupare il Medio Oriente, e mi congratulo con la gente europea e del mondo che ha opposto la forza della verità alla forza del potere, per alzarsi in piedi e dire no.
Attualmente sono negli USA ma solidale con la vostra lotta e vorrei poter esser con voi nelle strade.
Proprio in questo momento sto vivendo personalmente questa stessa lotta. Una lotta che è cominciata quasi sei anni fa, quando mi sono arruolato nelle forze armate americane. Sembravo un ingenuo di soli 23 anni quando mi sono arruolato, ma mi sono ben presto reso conto che qualcosa non andava nell’America e nella costante necessità di costringere altri popoli a piegarsi al nostro volere e alle nostre esigenze.
Oggi come negli anni passati l’America necessita petrolio. Questo costante bisogno alimenta e guida la nostra economia, portando le famiglie al lavoro, i bambini a scuola e gli eserciti alle terre innocenti.
Questo è il motivo per cui gli Americani continuano ad occupare le terre dei poveri del Medio Oriente: instaurando governi fantoccio ed emanando costituzioni prefabbricate. Non è questo il paese per cui mi sono arruolato volontariamente per la difesa. L’America non è il paese per cui voglio dare la mia vita. I pochi al potere si arricchiscono sulle spalle di tanti.
E quei tanti sono i poveri.
Vi chiedo, se pensate agli Americani non ci identificate con George W. Bush o Dick Cheney. Questi non hanno l’appoggio della gente, e non ce l’ha neanche il Congresso che continua a consolidare e appoggiare questa Guerra al Terrorismo.
Abbiamo fatto tutto quello che potevamo per pronunciarci contro questa guerra. A volte si fa orecchie da mercante. Altre il tutto viene riportato in modo inappropriato dai Media, che continuano a supportare questa strategia. Altre volte ancora sembra che non si possa far nulla per fermare questa occupazione illegale e immorale del Medio Oriente. Ci sono piccole vittorie, ma niente che abbia fatto svegliare gli Americani. A oggi, la maggior parte degli Americani vuole che le truppe ritornino a casa subito. Circa il 75% degli Americani si oppone alla guerra, si tratta di circa 200 – 220 milioni di persone.
Sebbene vi siano 200 milioni contro la guerra è estremamente difficile mobilitare 100 mila persone per marciare sul Campidoglio in un fine settimana. Gli Americani sono stanchi. Abbiamo accumulato questa stanchezza attraverso i pessimi stipendi e la mancanza di cure sanitarie per milioni di lavoratori. Ci sono persone che devono fare due o tre lavori per rimanere a galla.
Altre che non ce l’hanno fatta quando gli uragani Katrina e Rita hanno distrutto New Orleans e la costa sud degli Stati Uniti. Americani senza tetto. Rifugiati. Mentre le compagnie assicurative traggono profitto. Ancora una volta il Governo ha tradito la fiducia del suo popolo. E ancora una volta sono i poveri che soffrono e muoiono.
A tutt’oggi si può notare appena qualche miglioramento da cui tuttavia sono rimaste completamente escluse alcune comunità. Lo so perché sono stato lì fino a pochi mesi prima. Ho visto il disastro che rimane lì ancora oggi.
Dov’è il nostro Governo?
Continuano a fare la guerra ai poveri dell’America e ai poveri del mondo.
La vera ragione per cui sto scrivendo questa lettera è informarvi tutti pubblicamente che al momento si sta affermando una resistenza all’interno delle forze armate statunitensi. Non è ancora grande quanto il Vietnam, ma sta crescendo. Migliaia di soldati Americani si stanno rifiutando di combattere e prendere parte a queste occupazioni. Migliaia si allontanano senza permesso (AWOL – Absent without leave). Molti fuggono in altri paesi, come Canada e Europa. Questi soldati hanno bisogno del vostro appoggio. Hanno bisogno di tutto l’appoggio possibile dall’Europa. Si tratta di una questione fondamentale occultata dai Media.
Io stesso chiedo il vostro appoggio, da persona che ha deciso di non restare impalato di fronte all’Impero Americano e di opporsi. Per ribadirgli che mi rifiuto di combattere e fare la guerra contro i poveri e gli innocenti nel Medio Oriente, solo perché i loro paesi hanno il petrolio e il colore della loro pelle e la loro religione è diversa dalla mia.
Il regime di Bush non può parlare a nome del popolo Americano.
Io sono stato un sergente nella 173esima brigata aerotrasportata e dal 10 Aprile 2007 mi sono allontanato senza permesso (AWOL) dalla Caserma Ederle. Da allora ho partecipato a molte manifestazioni, conferenze e ho fatto molte interviste pronunciandomi contro l’occupazione. Continuo a girare il Paese per dare il mio supporto al movimento di resistenza tra i militari (GI Resistance movement). Per parlare con la gente dei crimini che si stanno compiendo in Iraq. Per parlare con i ragazzini che hanno intenzione di arruolarsi e spiegare a loro come sarebbe esattamente la loro vita.
La guerra in Iraq è una guerra di aggressione, sotto lo slogan “Non dimenticheremo mai”; la famosa dichiarazione dell’11 Settembre 2001. Bene, ho qualcosa da dire alla gente del mondo e alla gente di questa amministrazione, così come ai membri del Congresso Americano:
Non dimenticheremo mai. Assolutamente.
Non dimenticheremo mai che gli uomini che hanno dirottato quegli aerei l’11 Settembre 2001 non erano Iracheni.
Non dimenticheremo mai che l’Iraq non aveva armi di distruzione di massa quando noi li abbiamo invasi.
Non dimenticheremo mai che quelle armi di distruzione di massa che l’Iraq effettivamente aveva anni prima, gli erano state vendute dal Governo Americano.
Non dimenticheremo mai i milioni di Iracheni: uomini, donne e bambini che hanno sofferto a causa della dittatura di Saddam Hussein, la Guerra Iraq-Iran, la Guerra del Golfo, l’Uranio impoverito, anni di sanzioni illegali, la strategia “Shock and Awe” (terrore e sgomento), la “liberazione” dai tiranni, tutto questo solo per trovare un altro tiranno che lo sostituisca.
Non dimenticheremo mai 2 milioni di Iracheni: uomini, donne e bambini oggi profughi nel loro stesso paese.
Non dimenticheremo mai 1,5 milioni di rifugiati in Siria, 775 mila rifugiati in Giordania e circa 200 mila rifugiati in Egitto.
Non dimenticheremo mai 1 milione di morti Iracheni: uomini, donne e bambini dal Marzo del 2003.
Non dimenticheremo mai i circa 100 mila Iracheni fuggiti dal paese ogni mese dal Marzo del 2003.
Non dimenticheremo mai vedove, vedovi e orfani di questi morti.
Non dimenticheremo mai gli effetti dell’Uranio impoverito delle munizioni Americane che hanno ricoperto i paesi del Medio Oriente.
Non dimenticheremo mai l’aumento del tasso di mortalità infantile. Le fogne a cielo aperto. La violenza settaria che non si è mai vista in Iraq prima che noi insediassimo un Governo filoamericano.
Non dimenticheremo mai la distruzione “Shock and Awe” che ha distrutto tutte le infrastrutture Irachene.
Non dimenticheremo mai Abu Ghraib.
Non dimenticheremo mai gli uomini e le donne scomparse a Guantanamo e le altre carceri segrete americane.
Non dimenticheremo mai gli Iracheni che quotidianamente vengono freddati da stanchi adolescenti americani ai posti di blocco stradali.
Non dimenticheremo mai i suoni di IED (dispositivi esplosivi improvvisati) diretti non ai soldati americani ma bensì alla politica americana.
Non dimenticheremo mai le donne e i bambini colpiti indiscriminatamente dopo un’esplosione IED perché stavano lavorando negli orti, e che spaventati hanno iniziato a correre.
Non dimenticheremo mai che la Guerra è, di fatto, Terrorismo. E l’America è il più grande promotore del terrorismo.
Non dimenticheremo mai che gli uomini, le donne e i bambini del Medio Oriente possono essere dello stesso colore di Saddam Hussein, ma non hanno la sua faccia. Loro non sono lui. Loro non meritano quello che hanno dovuto subire.
Non so cosa succederà quando mi consegnerò alla polizia, ma accetterò serenamente qualunque conseguenza.
Non chiedo Congedo Onorevole dal Governo e dall’Esercito che non sono loro stessi onorevoli. Dunque vi chiedo ancora una volta di stare dalla parte di questi Uomini e Donne Americani che rifiutano l’occupazione e la guerra.
E che voi siate con me.
Con voi nella lotta,
James Circello
8 Ottobre 2007

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