Elezioni: in Tv lo strapotere dei partiti borghesi
MA PCL E SINISTRA CRITICA SE LA PRENDONO
CON ALTERNATIVA COMUNISTA
E fanno battaglia perché vengano censurati... i comunisti
di Francesco Ricci
I due poli dell'alternanza
borghese possono investire nella campagna elettorale i milioni dei
finanziamenti che ricevono dallo Stato che amministrano per conto dei padroni e
i milioni che incassano direttamente dai padroni stessi. Alle altre sigle le
televisioni e i giornali riservano uno spazio infimo.
E' la democrazia borghese, nulla
di cui stupirsi.
Un poco di stupore lo merita
invece il comportamento delle due forze che, come noi, si presentano a sinistra
dell'Arcobaleno: forze che -è bene ricordarlo ancora una volta- sono presenti
in tutte le circoscrizioni (a differenza del PdAC) non perché hanno un maggior
radicamento o perché sono più grandi (siamo tutti e tre della stessa taglia) ma
soltanto perché non hanno dovuto raccogliere le firme, godendo del sostegno di
parlamentari eletti nelle liste di altri partiti: è il caso di Sinistra Critica,
che ha un parlamentare e un senatore eletti nel 2006 nelle liste del Prc in
virtù dell'impegno preso con Bertinotti a votare la fiducia a Prodi (cosa che
poi hanno poi fatto per due anni) ed è
il caso del Pcl che si presenta grazie alla firma del guerrafondaio
Giorgio Carta (notizia che i dirigenti del Pcl continuano significativamente a
tenere celata agli stessi militanti del loro partito).
La cosa degna di nota, in una
campagna elettorale in cui i partiti dei padroni utilizzano i miliardi
gentilmente offerti dalla democrazia delle casseforti, è che Pcl e Sinistra
Critica, invece di denunciare la vera natura di classe di questa democrazia,
protestano perché troppo spazio è stato concesso... ad Alternativa Comunista!
Ha iniziato il Pcl con un
esposto ufficiale (in marca da bollo e foglio protocollato) inoltrato alla
Commissione di Vigilanza della Rai e agli organismi governativi, denunciando la
"discriminazione" subita non solo e non tanto a favore dei partiti
borghesi ma... in relazione a imprecisate "liste minori". Leggendo
questo testo con cui Ferrando invocava un intervento di censura da parte dello
Stato contro le "liste minori" cui sono lasciate quelle briciole di
spazio non occupato da Veltroni e Berlusconi, abbiamo sperato che si riferisse
ai fascisti di Fiore (quel Fiore di Forza Nuova a cui Ferrando ha stretto la
mano nello studio Tv di Porta a Porta, a telecamere spente -secondo quanto ha
dichiarato sui giornali, senza ricevere smentite, Bruno Vespa).
Poi abbiamo letto in
un'intervista Flavia D'Angeli (candidata premier di Sinistra Critica) spiegare
al giornalista non il suo programma e anche, eventualmente, le differenze con
Alternativa Comunista: ma sottolineare che Alternativa Comunista non è presente
in tutte le circoscrizioni (senza aggiungere in virtù di quale... merito,
Sinistra Critica è viceversa in tutte).
E non è ancora finita. Marco
Ferrando (leader massimo del Pcl) ha assicurato in un'intervista al manifesto,
in risposta alle nostre argomentazioni politiche, che i militanti di
Alternativa Comunista dicono "fesserie". Risposta un po' volgare ma
ognuno usa gli argomenti di cui dispone. Peccato però che Ferrando ritenga che in
conseguenza di questo suo verdetto su alcune centinaia di lavoratori e giovani che
compongono il nostro partito, giornali e Tv dovrebbero oscurarci.
Sollecito in questa sua
battaglia democratica per la libertà di stampa dei comunisti, Ferrando ha fatto
presente questo suo punto di vista in tutte le trasmissioni a cui è stato
invitato, da ultimo a Matrix.
Non solo. Ferrando e la
D'Angeli, come ci hanno poi spiegato dei giornalisti della Rai, increduli e
divertiti, si sono premurati di informare tutte le redazioni che secondo le
norme elettorali (quelle stesse norme contro cui scagliavano strali quando
ancora non era stato garantito loro di potersi presentare senza firme)
Alternativa Comunista non ha diritto al loro stesso spazio in Tv... In altre
parole, anziché lamentarsi degli spazi concessi ai fascisti e ai partiti che
difendono le guerre, protestano per gli spazi concessi... ad altri comunisti!
Ma al peggio non c'è mai
fine. Così Flavia D'Angeli ha utilizzato una parte del tempo che ha avuto
l'altra sera nella conferenza stampa su raidue per alzare la sua vibrata
protesta contro il fatto che... Che Pd e Pdl hanno spadroneggiato su tutti i media,
dimostrando che questa democrazia è truccata, direte voi completando la frase.
No: la compagna D'Angeli ha protestato perché le testate giornalistiche hanno
dato spazio... ad Alternativa Comunista e i giornalisti -si è lamentata-
"non tengono conto di quanto dice il Ministero degli Interni"
(citiamo testualmente).
Riassumendo: due mesi fa la
D'Angeli e Ferrando protestavano contro le norme antidemocratiche che impongono assurde soglie di sbarramento
preventivo; un mese e mezzo fa la D'Angeli e Ferrando sono stati esentati dalla
raccolta firme (v. sopra) e dall'attimo seguente non hanno più protestato
contro le norme antidemocratiche che
comunque continuavano a penalizzare altri meno inclini di loro ai compromessi;
infine oggi la D'Angeli e Ferrando invocano una più rigida applicazione di
quelle norme antidemocratiche contro
Alternativa Comunista che ha avuto troppi spazi in Tv.
Che dire? Per parte nostra
non risponderemo a Ferrando dandogli del "fesso": perché i nostri
insulti li riserviamo agli avversari di classe e ai fascisti. Preferiamo
esporre le nostre differenze con Sinistra Critica e Pcl argomentandole
politicamente (si veda il nostro articolo "Perché tre forze a sinistra
dell'Arcobaleno", pubblicato su questo sito).
Quanto allo spazio mediatico,
che abbiamo avuto in questa campagna elettorale, è stato per noi prezioso per
far conoscere il nostro partito e un programma di classe, per stringere
centinaia di nuovi contatti anche in città dove non eravamo ancora presenti. E'
questo peraltro l'unico motivo per cui noi abbiamo partecipato alla campagna
elettorale.
Insomma, noi non faremo querele,
denunce, proteste o esposti; né alla magistratura, né a enti preposti,
commissioni di vigilanza, commissioni ministeriali, minculpop o altro. Non
invocheremo l'intervento censorio, contro trotskisti e comunisti, né del Ministero
degli Interni né della Guardia di Finanza, né del Sismi né dell'Ucigos. E nemmeno
della Guardia Forestale.
Sarà forse perché sappiamo
distinguere tra nemico di classe e avversario politico e non ci appelliamo all'intervento
del primo contro il secondo. O perché non coltiviamo amicizie tra le Autorità
Competenti, tra onorevoli e deplorevoli atlantisti, tra toghe e ufficiali delle
Forze dell'Ordine dello Stato.
O forse, ancora, perché
saremo pure fessi ma non abbiamo perso il senso del ridicolo...
Una cosa è comunque più chiara oggi di ieri: il perché del rifiuto di Sc e Pcl alla nostra proposta di tentare, ferme restando le differenze tra le tre organizzazioni, la presentazione di una lista comune a sinistra dell'Arcobaleno. Quando l'autoreferenzialità e il settarismo prevalgono su tutto, a farne le spese è la razionalità di una scelta tattica che pure avrebbe consentito una maggiore visibilità in campagna elettorale alle lotte di opposizione. Quelle lotte dei lavoratori di cui Sinistra Critica e Pcl si proclamano paladini. Quando non sono troppo impegnati a invocare la censura contro i trotskisti.