La responsabilità primaria della prosecuzione delle politiche contro i lavoratori, i giovani disoccupati e precari, gli immigrati, delle politiche di guerra coloniale dell'imperialismo italiano, ricade in primo luogo sulle forze della cosiddetta Sinistra, cioè i quattro partiti socialdemocratici (Prc, Pdci, Verdi e Sinistra Democratica) che sostengono il governo in parlamento e si adoperano, insieme alle burocrazie sindacali, perché le sue politiche non trovino un'opposizione di massa nelle piazze.
Oggi il senatore di Sinistra Critica ha espresso una "non partecipazione al voto" al Senato. E' importante chiarire che questo voto, oltre a non essere politicamente (come è evidente) un voto di opposizione, equivale (per le modalità di calcolo del Senato) a un voto a favore del governo. Difatti il voto di chi "non partecipa al voto" (a differenza persino dell'astensione) è sottratto dal calcolo del quorum necessario alla maggioranza per vincere. Risultano perciò false le dichiarazioni di Sinistra Critica che proclama di "non aver sostenuto la Finanziaria". Ed è talmente falso che tutta la stampa borghese che sostiene il governo ha apprezzato il voto di Turigliatto come un voto di mancata opposizione, annoverandolo come una cosa che non disturba il governo facilitando il varo della Finanziaria.
Per parte nostra non ci aspettavamo nulla di diverso dai dirigenti di Sinistra Critica, che per anni hanno sostenuto la fase "movimentista" di Bertinotti che, come era chiaro a noi e a tanti, preparava il terreno alla fase governista. E' grave e ingiustificabile però che Sinistra Critica continui a presentarsi anche nel movimento che sta costruendo l'opposizione a Prodi (la manifestazioni del 9 giugno e le prossime a Vicenza) come una forza "di opposizione". Non solo: è paradossale che con una notevole faccia tosta i dirigenti di Sinistra Critica proprio nei giorni scorsi abbiano criticato il Prc perché ha sostenuto in parlamento il prossimo G8 mentre sabato parteciperà alla manifestazione di Genova.
I lavoratori che hanno sostenuto senza paure il No (non una critica) al referendum sul welfare nelle scorse settimane; i giovani e i militanti che sono scesi in piazza in questi mesi contro la guerra e le politiche di precarietà del governo (non limitandosi a criticare); gli immigrati che quindici giorni fa hanno invaso (nel silenzio della stampa) le vie di Roma schierando i loro corpi (altro che critica!) contro le politiche razziste di Amato e Ferrero, sanno, noi tutti sappiamo, che l'opposizione di cui c'è bisogno è quella vera, che si esprime in primo luogo nelle fabbriche e nelle piazze e che anche nelle aule della democrazia delle casseforti non abbia paura di esprimere una posizione netta, chiara. Non solo una critica.
Quanto a Turigliatto, qualche mese fa ha approfittato dello spazio giornalistico per informarci diffusamente del suo desiderio di ritirarsi a curare le rose. Dopo l'aiuto fondamentale che ha offerto oggi al governo, un ruolo di giardiniere nel parco di casa Prodi se lo è meritato.