Partito di Alternativa Comunista

Il voto alle elezioni amministrative

AVANZA LA CRISI DEL PRC GOVERNISTA

di Pia Gigli

Un bilancio della recente tornata elettorale delle elezioni amministrative mostra che la rivincita auspicata da Berlusconi per il centrodestra non si è avuta. L'Unione vince, a eccezione di Milano, nelle grandi città di Roma, Torino, Napoli, anche grazie all'effetto "sindaco" e strappa, al primo turno, al centrodestra la provincia di Reggio Calabria e quattro comuni capoluogo (Arezzo, Grosseto, Benevento, Crotone).

Il dato amministrativo, che pur segnato da  logiche locali ha risentito dell'effetto trascinamento delle elezioni politiche, assume un significato politico generale che si caratterizza con la crisi della CdL, il rafforzamento del governo Prodi e le contraddizioni all'interno della cosiddetta "sinistra radicale".

 

Centrodestra

Diamo un'occhiata alle cifre.

Nel generale calo del centrodestra, Forza Italia è il partito maggiormente colpito: a Torino  perde 18 punti rispetto alle precedenti comunali e il solo guadagno a Milano rispetto alle politiche non cancella la debacle nei comuni capoluogo del sud (Benevento, Caserta, Salerno, Barletta, Catanzaro, Crotone) con una perdita media di 10 punti rispetto alle comunali del 2001 e di 15 rispetto alle politiche di aprile 2006.

Alleanza Nazionale nei comuni capoluogo perde in generale un punto rispetto alle comunali 2001 e 3,5 rispetto alle politiche. A Torino rispetto alle precedenti elezioni comunali acquista quasi un punto, ne perde uno e mezzo a Milano, due e mezzo a Roma e uno a Napoli. Rispetto alle ultime politiche perde quasi 3,5 a Torino e Milano, tiene a Roma e perde cinque punti a Napoli. Negli altri comuni capoluogo è di rilievo il calo a Siena, Fermo, Catanzaro, Cosenza e Crotone e nella provincia di Reggio Calabria. 

L'Udc, rispetto alle politiche, tiene a Torino grazie a Buttiglione e a Napoli, ma cala a Roma e Milano; rispetto alle comunali del 2001 guadagna in generale e perde poco più di un punto rispetto alle politiche.

La Lega cala a Torino e a Milano, aumenta a Varese e Rovigo, tiene a Belluno ma  perde a Savona e nei comuni capoluogo del centro Italia, Ravenna, Rimini, Grosseto, Siena.

Se si escludono i risultati di Milano -dove vince la Moratti- e della Sicilia -dove vince Cuffaro-(garante degli interessi affaristico-clientelari nell'isola)- l'arretramento della CdL, soprattutto nel sud, evidenzia una profonda crisi all'interno della coalizione da imputarsi principalmente al partito del cavaliere e alla sua leadership (vedi il fallimento della sua campagna elettorale a Napoli). Da tale crisi la CdL cerca di uscire con l'apertura di una "resa dei conti" al suo interno e con l'ammorbidimento della annunciata politica di "muro contro muro" nei confronti del governo Prodi, proponendo un "patto tra i poli", come auspicato da Tremonti, in materia di riforme costituzionali (referendum del 25 maggio) e un accordo bipartisan sull'amnistia.

Centrosinistra

Passando al fronte del centrosinistra: a Torino l'Ulivo aumenta rispetto al risultato delle elezioni politiche, tiene a Roma, ma scende di 5 punti a Milano. A Napoli, Ds e Margherita si presentavano separati, e se si sommano i loro rispettivi risultati, in confronto alle elezioni politiche nelle quali erano sotto il simbolo dell'Ulivo, perdono due punti..

A Ravenna l'Ulivo guadagna e a Rimini tiene rispetto al dato delle politiche. Nel resto dei comuni capoluogo Ds e Margherita si sono presentati per lo più separati. Ad Ancona, Fermo e Catanzaro la somma dei voti dei Ds e Margherita è inferiore rispetto al dato dell'Ulivo alle elezioni politiche, mentre a Cosenza, Crotone (dove crescono i Ds) e Benevento, la somma dei voti dei Ds e Margherita è superiore al dato dell'Ulivo alle elezioni politiche.

I Verdi in generale nei comuni capoluogo aumentano la percentuale sia rispetto al dato delle politiche, sia rispetto alle comunali del 2001. Nelle grandi città è confermata questa tendenza, con un aumento a Roma di circa due punti rispetto alle politiche e alle comunali 2001 e una sostanziale tenuta a Torino rispetto alle politiche. Nel resto dei comuni capoluogo si distribuiscono tenute o arretramenti, si registra una aumento a Salerno, Barletta, Cosenza , Arezzo. A Benevento, dove si sono presentati in coalizione col Prc, hanno ottenuto un risultato molto inferiore rispetto alla somma dei voti che Verdi e Prc avevano ottenuto alle politiche e alle comunali 2001.

Il PdCI rispetto alle elezioni politiche tiene a Milano e Torino, perde a Roma e guadagna due punti a Napoli. Nel resto dei comuni capoluogo registra un generale arretramento rispetto alle politiche tranne a Varese, Ravenna, Ancona. Nella provincia di Treviso, in coalizione con i Verdi, supera di quasi due punti il dato delle politiche, cosa che non avviene nelle province di Imperia e Pavia dove alla coalizione si aggiunge l'Italia dei Valori. Alle elezioni provinciali guadagna tre punti e mezzo a Mantova, quasi tre punti a Ravenna, più di un punto a Lucca, due punti a Campobasso.

Rifondazione Comunista

Il Prc si è presentato per lo più in coalizione con l'Unione, tranne che ad Ancona e Cosenza. Ad Ancona la lista di Rifondazione ha sostenuto il candidato a sindaco Pascucci insieme con una lista "di movimento" (le due liste hanno ottenuto il 9,3%) perdendo però, rispetto alle elezioni politiche, quasi un punto.

A Cosenza la lista del Prc ha appoggiato il sindaco Mancini della Rosa nel Pugno (che ottiene il 15% con 6 consiglieri) e perde quasi quattro punti rispetto alle politiche, recuperando un poco rispetto alle elezioni comunali 2001. Dove il Prc è entrato in liste comuni con altri partiti (liste civiche) è stato fortemente penalizzato come a Benevento e Caserta e soprattutto alle elezioni regionali siciliane dove non ha ottenuto neanche un consigliere.

In generale nei comuni capoluogo si è avuto un lieve aumento (meno di un punto percentuale) rispetto alle elezioni comunali del 2001, ma un arretramento di 2,3 punti percentuali rispetto alle elezioni politiche. Anche nelle elezioni provinciali perde, anche se in misura inferiore rispetto alle elezioni politiche.

Nelle grandi città il risultato è pesantemente negativo per i bertinottiani: a Napoli e a Roma il Prc ha dimezzato i voti rispetto alle elezioni politiche di aprile con una tenuta rispetto alle elezioni comunali del 2001. A Milano ha perso 2 punti e mezzo rispetto alle politiche, 2 punti rispetto alle comunali e un consigliere. Soltanto a Torino c'è stato un aumento di quasi un punto rispetto alle elezioni politiche.

Negli altri comuni capoluogo si è avuta  quasi ovunque una perdita di 2 punti percentuali di media rispetto alle elezioni politiche, con picchi di 3 e 4 punti nei comuni del sud come Salerno, Barletta, Catanzaro, Cosenza e Crotone.

Il dato delle provinciali mostra l'arretramento di circa un punto percentuale soprattutto nel sud (Campobasso e Reggio Calabria) rispetto alle politiche. Mentre rispetto alle precedenti provinciali guadagna 2 punti ad Imperia, 2 a Lucca e ne perde 1 a Mantova.

Va fatto un accenno poi al fallimento della lista RomArcobaleno che sosteneva il sindaco uscente Veltroni. Si trattava di una "lista di movimento" che raggruppava i disobbedienti romani, alcuni centri sociali e l'organizzazione Action. Questa lista "antagonista" è riuscita ad ottenere solo un misero 0.6 % e nessun consigliere: segno che "l'area antagonista" romana è stata triturata da un accordo elettorale in cui un sindaco-padrone, seppur "gentile", ha ottenuto più consensi dall'Opus Dei e dai palazzinari. 

Considerazioni generali

L'arretramento secco del Prc conferma, nel calo dei consensi, come la strada imboccata da Rifondazione sia ormai divaricata dai reali interessi della classe lavoratrice e dalle masse popolari e come ciò inizi a riflettersi anche (seppure in forma distorta) negli stessi risultati elettorali. L'entrata nel governo Prodi con ministri e Presidente della camera, la presenza nelle maggioranze di governo dell'Unione nelle amministrazioni locali e nelle grandi città, dimostrano platealmente il ruolo di subalternità e di collaborazione di classe che il Prc ha deciso di giocare e non attirano nessuna crescita di consenso, anzi.

Altro che "spostare a sinistra l'asse della coalizione"! La favola del Prc come partito di  "lotta e di governo" sta già perdendo ogni credibilità anche agli occhi di settori ampi di elettorato.

Emerge l'immagine di un partito proiettato nell'occupazione delle istituzioni, ridotto a comitato elettorale per candidati in concorrenza fra loro, ormai quasi del tutto privo di radicamento (il Pdci mostra, come abbiamo visto, maggior capacità di raccolta di un consenso elettorale, sfruttando una collocazione a parole e strumentalmente "più a sinistra" del Prc). Persino nell'esito elettorale (che, appunto, mostra solo un'immagine parziale e deformata dello scontro politico e di classe), il Prc inizia insomma a pagare il prezzo della deriva governista (come si era già visto anche con il calo di voto giovanile alle politiche). Viene visto, nonostante il tentativo sbandierato di arginare le politiche neoliberiste nella logica della "riduzione del danno", come un partito non diverso dagli altri. Il centrosinistra conferma di avere il personale politico migliore per governare le politiche borghesi. A Roma, Napoli, Torino i sindaci vincono con molti più voti delle liste che li sostengono (a Roma Veltroni prende 125 mila voti in più). E' proprio nelle grandi città che viene confermato lo stretto legame tra le politiche nazionali e quelle locali: dov'è infatti che si realizzeranno le ricette di risanamento di Padoa-Schioppa-Montezemolo-Draghi basate sulla competitività, la riprese dalla produttività, le privatizzazioni, se non nei laboratori Roma, Torino, Napoli e nelle regioni guidate dal centrosinistra? e chi meglio dei Veltroni, Chiamparino, Marrazzo, Burlando, Illy , Vendola potranno -mettendo tutti intorno ad un tavolo, s'intende- realizzare le migliori politiche liberiste di privatizzazione (acqua, rifiuti), e di gestione capitalista dei settori terziario, edile, industriale? Le figure dei sindaci e le loro giunte giocano un ruolo fondamentale in questo processo. Si pongono infatti, come i migliori realizzatori delle politiche nazionali: sono i soggetti principali, insieme con i sindacati concertativi, di quella "concertazione territoriale", appunto, che in nome dello sviluppo da una parte, e di soddisfazione dei bisogni sociali dall'altra, ammortizza di fatto le reali istanze di cambiamento che vengono dai lavoratori precari, dai disoccupati, dai comitati territoriali per la difesa dell'ambiente e della salute.

Il "modello Roma" o il "modello Torino" rappresentano tutto questo; gli interessi capitalisti intorno al Piano Regolatore romano, le posizioni di Chiamparino sulla TAV sono esemplificativi e, a ulteriore dimostrazione del coagulo di interessi costruito intorno a queste giunte, è il fatto che a Roma, ad esempio, Veltroni vince con l'appoggio consistente di settori del centrodestra alcuni dei quali si sono trasferiti nella lista Moderati per Veltroni (capitanati dal transfugo dal centrodestra Verzaschi) che riesce ad avere il 4,4%.

Oggi più che mai è necessario costruire un'opposizione comunista, costruire un partito conseguentemente comunista che organizzi la classe operaia, le classi subalterne e tutti gli sfruttati per abbattere il sistema del capitale ed il sistema politico che lo sostiene, dai governi locali a quello nazionale. 

 

 

 

 

 

 

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