Partito di Alternativa Comunista

LA RISPOSTA AL RAZZISMO

LA RISPOSTA AL RAZZISMO E ALLA XENOFOBIA:
LA LOTTA DI CLASSE
Verso la manifestazione del 4 ottobre 
 
di Pia Gigli



 
bonsu
Emmanuel Bonsu, il giovane insultato e pestato dai vigili a Parma
 
I lavoratori immigrati e giovani figli di immigrati che, dopo i violenti e razzisti omicidi di Abdul e di sei lavoratori africani, con determinazione e forza sono scesi in piazza a Milano e a Castelvolturno, ci hanno mostrato che, anche per loro, è arrivato il momento di prendere in mano le proprie sorti, di contrastare con la lotta il clima sociale razzista e xenofobo costruito ed alimentato dal governo, di denunciare le condizioni di oppressione e sfruttamento in cui sono costretti a vivere.
Non è un caso che con la nascita del governo Berlusconi e, ancor prima durante la campagna elettorale, si siano moltiplicati episodi di odio  nel Paese, a cominciare dagli insulti a lavoratori immigrati, alle scritte razziste, alle ronde neofasciste e xenofobe, ai pestaggi, fino ad arrivare agli omicidi. Il razzismo che si manifesta nelle strade e nei quartieri è il riflesso del razzismo del governo.

Sul tema della sicurezza il governo ha giocato la sua campagna elettorale e con la complicità di giornali e televisioni ha lanciato semplici e chiari messaggi che associano l’immigrazione alla delinquenza e al “disordine”. Le politiche del governo di centrodestra seguono la scia tracciata dai precedenti governi, a partire da quelli dicentrosinistra. Le leggi Turco-Napolitano e Bossi- Fini, il "pacchetto sicurezza" del governo Prodi (approvato col sostegno della sinistra governista e col voto dell'ex ministro Ferrero) hanno rappresentato il substrato legislativo anti-immigrati su cui ora si impiantano “pacchetti sicurezza” e provvedimenti sempre più restrittivi: impronte per i rom, aumento delle espulsioni, aggravante di clandestinità per i reati commessi da immigrati, aumento dei tempi di detenzione nei Cpt, irrigidimenti nell’affitto degli alloggi. La vera “caccia all’immigrato” la sta facendo il governo che nell’ultimo consiglio dei ministri ha stanziato ben 78 milioni di euro per dotare ogni regione di un Cpt (rinominati Cie, Centri di identificazione ed espulsione), ha reso più rigide, con il fine di eliminare gli “abusi”, la normativa per la richiesta di asilo e la normativa sui ricongiungimenti familiari che ora prevede il test del Dna nel proprio Paese, e a proprie spese, per chi vuole raggiungere un proprio familiare. A ciò si aggiunge l’invio di 500 militari nel casertano a seguito della mattanza razzista di Castelvolturno, aumentando ulteriormente la militarizzazione dei territori già in atto grazie all’invio nelle città di 3000 militari ad opera del ministro La Russa.

A livello europeo il recente patto sull’immigrazione e l’asilo proposto dalla presidenza di turno francese, continua nell’ipocrita politica del controllo dei flussi contro i “clandestini” distinguendo così tra immigrazione “buona” e “cattiva”, potenziando gli strumenti polizieschi di pattugliamento alle frontiere e gli accordi di partenariato con i Paesi d’origine che mascherano veri e propri contratti d’affari per il capitalismo europeo.
Ma i lavoratori immigrati sono necessari al sistema capitalistico perché sono mano d’opera a basso costo da poter sfruttare, sottopagare, privare di diritti rendendoli così più ricattabili. Allo stesso modo il capitalismo in crisi, con la complicità dei governi di ogni colore e delle burocrazie dei sindacati concertativi, oggi spinge fino in fondo l’attacco alla classe lavoratrice nativa attraverso lo smantellamento delle garanzie e dei diritti dei lavoratori, la precarizzazione delle condizioni lavorative, l'attacco al costo del lavoro, la perdita del potere d'acquisto dei salari. Il capitalismo per  poter sopravvivere e riprodursi ha necessità di una classe lavoratrice frammentata e divisa e per questo fine usa, da sempre, anche lo strumento del razzismo, mette in atto campagne di sicurezza e di criminalizzazione del “diverso” (non solo per il colore della pelle, ma anche per cultura, religione ecc.) che diventa il capro espiatorio su cui scaricare rabbia e disagio.

Il razzismo lavora contro gli interessi di tutti i lavoratori ed è quindi necessario costruire l’unità e la solidarietà di classe tra lavoratori immigrati e nativi per una battaglia comune contro i piani europei di supersfruttamento, di riforme del lavoro, di tagli alle spese sociali, di privatizzazione, di delocalizzazione e di ricolonizzazione. È necessaria una lotta internazionale contro le espulsioni e per la regolarizzazione di tutti gli immigrati, contro le politiche militari e repressive dei governi e dell’Ue; per il diritto incondizionato all’asilo; contro ogni aggressione razzista e xenofoba; per la sindacalizzazione dei lavoratori immigrati e per i pieni diritti politici e sociali.
Con questa piattaforma di lotta il Partito di Alternativa Comunista sostiene i lavoratori immigrati che in questo autunno hanno deciso di far sentire la loro voce contro il razzismo e la xenofobia e contro le politiche razziste del governo. Aderisce e partecipa attivamente alla manifestazione antirazzista del 4 ottobre, come tappa di un processo di ricomposizione di classe che passa per lo sciopero del sindacalismo di base del 17 ottobre, con l’obiettivo di costruire lo sciopero generale contro il governo.

Sabato 4 ottobre il Partito di Alternativa Comunista sarà presente con il banchetto con il giornale di partito, volantini e libri in piazza della Repubblica dalle ore 13,
e da lì parteciperà al corteo antirazzista con partenza alle ore 14.
Per informazioni e contatti: 334 77 80 607

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