Partito di Alternativa Comunista

Mafiosit

Caltanissetta

Mafiosità e squadrismo in azione

 

Pdac - sezione di Caltanissetta

Mentre i candidati a sindaco di Caltanissetta fanno a gara pubblicamente a chi fa le promesse più grandi ai potenziali elettori, dietro le quinte si manifesta in maniera inquietante la consueta fenomenologia del malaffare, tanto più forte in periodo elettorale, che costituisce una chiara rappresentazione del funzionamento del sistema disumano in cui viviamo, il sistema capitalista. Soltanto noi del PdAC, sfruttando gli spazi di visibilità che i mass media sono costretti a concederci in periodo elettorale per la “par condicio”, abbiamo propagandato un programma di rottura radicale col sistema, denunciando l'illusorietà delle “elezioni democratiche” come strumento di cambiamento nonché l'ipocrisia e le menzogne dei politicanti dei vari schieramenti, i cui volti campeggiano in questi giorni in ogni angolo della città.

 

La giungla nissena

Da mesi ormai ogni angolo di Caltanissetta è tappezzato da immagini e gigantografie di candidati sindaci e consiglieri che, forti dell'accondiscendenza di chi teoricamente dovrebbe controllare, deliziano gli automobilisti coi loro busti ingiacchettati e i loro volti tirati a lucido. Gigantografie da decine di migliaia di euro al mese da parte di personaggi che si candidano a gestire virtuosamente la pubblica amministrazione nel rispetto dell'ambiente e preannunciando tagli agli sprechi !
Dietro le quinte, i candidati in corsa per le poltrone pagano giovani e disoccupati per fare attacchinaggio selvaggio. Si ripete la squallida storia dello sfruttamento indegno che i rappresentanti dei partiti di sistema, a ogni latitudine e longitudine, mettono in atto nei confronti dell'indigenza. Un esercito di disoccupati, lavoratori sottopagati, padri di famiglia con la scure dei debiti sulla testa, costretti a girare giorno e notte per affiggere manifesti in maniera selvaggia al soldo dei loro carnefici. Tra queste persone disperate, non manca qualcuna che utilizza la metodologia dell'intimidazione e della violenza anche fisica. Di questo atteggiamento paramafioso hanno fatto le spese ieri pomeriggio due nostri compagni, i quali, mentre attaccavano dei manifesti negli spazi assegnati dal comune sono stati oggetto di un'aggressione da parte di un nutrito gruppo di individui che non ha esitato ad usare anche la violenza fisica.

Da comunisti certamente non ci facciamo intimorire, e ci rifiutiamo di fare denunce alle forze dell'ordine costituito, perché non ci interessa  la repressione verso persone vittime della disperazione e dell'ignoranza indotte dal sistema economico vigente. Ci interessa però conoscere i mandanti materiali di queste azioni intimidatorie, dato che il mandante è uno che probabilmente fra poco sarà sindaco o consigliere della nostra città, uno che si candida a gestire le politiche di massacro sociale che faranno precipitare in una disperazione ancora maggiore settori popolari privati di ogni speranza. Nel ribadire il nostro ribrezzo verso questo connubio fra politica e mafiosità, esprimiamo ottimismo rispetto alla possibilità di riuscire a individuare i candidati che se ne fanno promotori.

 

Migranti ed elezioni: fra razzismo e ipocrisia

Sulla questione dei migranti si è assistito durante la campagna elettorale alla più miserabile esibizione di luoghi comuni razzisti ed ipocrisia. Ci siamo dovuti sorbire il monito di Iacona, candidato di destra, che nel ripetere i soliti appelli alla “tradizione” e all' “identità” (quella berlusconiana?), si è lamentato del mancato rispetto delle “regole” da parte dei migranti. Detto da uno che sta col partito dei Berlusconi, Cosentino e Dell'Utri fa un certo effetto!
Al razzismo aperto delle forze di centrodestra ha fatto da contraltare la vaghezza dei grillini nisseni sull'argomento (del resto le posizioni xenofobe di Grillo e Casaleggio sono tristemente note) e la profonda ipocrisia del candidato di “centrosinistra” Ruvolo che in questi giorni durante gli incontri pubblici è spesso stato applaudito dalle claques costantemente al suo seguito per le belle parole spese sui migranti e sulla vergogna delle lunghe attese all'interno del CIE.

Peccato che le leggi razziste da cui tutto ciò deriva, citiamo su tutte la Turco-Napolitano e la Bossi-Fini, sono state votate in questi anni dai suoi alleati di oggi, quelli che adesso stanno nel Pd dei Francantonio Genovese e quelli dell'Udc del democristiano Casini, che giorni fa è venuto a benedire la candidatura di Ruvolo. Pd e Udc hanno contribuito negli anni in maniera determinante alle politiche di massacro sociale e di tagli ai servizi pubblici, sia a livello locale che nazionale, sull'altare delle banche e delle grandi imprese, eppure il loro candidato a sindaco di Caltanissetta si esercita in acrobatiche esaltazioni dello stato sociale e della politica dell'integrazione. Sarà confusione? Sarà che si sta adeguando a quel politichese da cui a parole prende le distanze? Ai posteri l'ardua sentenza.

Di certo, qualora diventasse sindaco, saremo i primi a richiamarlo dalla piazza al rispetto degli impegni presi. Stessa opposizione radicale che riserveremo a chiunque varcherà la soglia di Palazzo del Carmine, siano i qualunquisti a cinque stelle, il reazionario Iacona, il Giarratana del  “comune azienda” di ispirazione berlusconiana o il Lo Verme della campagna elettorale nascosta.

Constatiamo che la presenza energica dei comunisti sta creando diffuso malumore e fastidio, e la cosa non può che farci piacere, fra le forze politiche che partecipano alle elezioni come fra sedicenti gruppetti di “sinistra” corresponsabili del degrado politico della città e ormai in agonia.

 

Squadrismo contro i migranti. Costruiamo un fronte delle forze antifasciste e antirazziste!

Promesse e ipocrisia dicevamo, mentre i migranti vengono picchiati per le strade di Caltanissetta da un gruppo di fanatici squadristi a bordo di una “uno bianca”. La stampa di sistema si è affrettata a derubricare gli episodi attribuendo le responsabilità delle aggressioni a persone afgane, strumentalizzando una rissa avvenuta qualche giorno prima nel centro polifuzionale fra persone di nazionalità afgana e altre di nazionalità pachistana. Politicanti e stampa di sistema hanno scaricato ogni colpa sui migranti, alimentando nei fatti quell'odioso sentimento xenofobo che galoppa in città, e che solo noi in questa campagna elettorale abbiamo denunciato apertamente, affiancando la denuncia a rivendicazioni programmatiche orientate verso la chiusura dei lager per i migranti e verso politiche di reale integrazione.
La vulgata della stampa locale sull'episodio succitato viene smentita da tanti nostri amici pachistani, i quali sorridono all'idea di afgani con la “uno bianca”, e ci riferiscono che i vigliacchi picchiatori erano italiani e non stranieri. Che qualcuno stia cercando di coprire qualcun altro? La gravità di questo come di altri episodi, che costituiscono l'ennesima smentita (se mai ce ne fosse bisogno) dell'archiviazione del fascismo promossa dai grillini, ci induce a tenere alta la soglia di attenzione e a lanciare un appello di unità d'azione alle forze che si riconoscono nei valori antifascisti e antirazzisti.

Uniamo le lotte, di nativi e migranti, contro il sistema e i suoi gestori!

 

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