Partito di Alternativa Comunista

Proseguire la battaglia a fianco dei No Muos e dei No Tav!

Proseguire la battaglia

a fianco dei No Muos e dei No Tav!

Costante l'impegno del Pdac dalla Sicilia alla Val di Susa

 

 

di Pdac Sicilia

Nonostante i lavori di installazione del muos abbiano avuto negli ultimi tempi un'accelerazione, con l'innalzamento delle tre gigantesche parabole, la lotta contro il muos-tro di Niscemi non si arresta. Nell'articolo uscito sull'ultimo numero del nostro giornale, Progetto comunista, abbiamo scritto delle denunce che hanno colpito alcuni attivisti no muos a inizio anno, ennesime misure repressive con cui le “istituzioni” provano a piegare la resistenza del movimento, e abbiamo allo stesso tempo documentato la pronta risposta degli attivisti no muos, concretizzatasi in una serie di iniziative, fra le quali ricordiamo la manifestazione del 12 gennaio a Niscemi in difesa dell'ospedale pubblico. Un'iniziativa volta a denunciare l'ipocrisia delle politiche governative, a livello locale come a quello nazionale, che mentre avallano la devastazione ambientale – come nel caso del muos di Niscemi  - sull'altare delle guerre imperialiste e degli interessi del capitale, attaccano selvaggiamente la sanità pubblica.
In questi mesi di lotta, il Pdac ha sostenuto con le forze a propria disposizione la battaglia no muos, sia attraverso il supporto diretto fornito da singoli nostri militanti al presidio no muos e all'attività svolta a Niscemi, sia mediante lo sviluppo di campagne informative promosse nei comizi con cui  abbiamo raggiunto parecchie piazze in ogni angolo della Sicilia, da Mazara a Catania, da Messina a Ragusa, da Palermo ad Agrigento. Campagne informative volte a divulgare i gravissimi rischi che si celano dietro al muos, e a collocare la lotta al mostro di Niscemi nel quadro più ampio della guerra da combattere contro il sistema capitalista e per la presa del potere politico da parte delle masse oppresse, passaggio fondamentale in direzione di una società finalmente libera dallo sfruttamento dell'uomo sull'uomo e sull'ambiente. Un progetto che a nostro avviso passa attraverso la costruzione di un'organizzazione rivoluzionaria internazionale, la Lit-Quarta internazionale (di cui il Pdac è sezione italiana), che pur consapevole dei propri limiti rispetto alle necessità imposte dalla lotta di classe, è senz'altro la più importante organizzazione marxista rivoluzionaria del mondo, non solo in termini numerici (circa trenta sezioni aderenti, incluse le simpatizzanti, con un avvio di costruzione anche nel continente africano) ma anche e soprattutto rispetto alla coerenza del progetto politico e alla crescita che conosce a diverse latitudini fra i settori più avanzati delle masse mobilitate.

 

Il corteo del 22 febbraio a Caltanissetta

Il Pdac ha sempre supportato attivamente le manifestazioni promosse dal coordinamento regionale dei comitati no muos, fino alle due più recenti (1).
Sabato 22 febbraio a Caltanissetta si è svolto un corteo che ha attraversato la città, dal tribunale fino alla prefettura. Obiettivo principale dell'iniziativa, svoltasi in concomitanza con la giornata nazionale di mobilitazione no tav, era quello di denunciare la repressione operata dalle “istituzioni” nei confronti degli attivisti no muos e no tav, unica risposta che dai palazzi si fornisce alle legittime manifestazioni di dissenso e di protesta che ogni giorno che passa si estendono sempre più, a qualsiasi latitudine e longitudine. E proprio dalla prefettura nissena sono partiti anche i recenti provvedimenti che hanno colpito alcuni attivisti no muos a inizio gennaio, così come ricordato da diversi militanti intervenuti, a fine corteo, davanti la prefettura. Buona la partecipazione alla manifestazione, cui hanno preso parte anche parecchi studenti, e diverse realtà di lotta provenienti da varie parti della Sicilia.

Unica nota stonata, l'atteggiamento offensivo e provocatorio tenuto dall'anziano rappresentante locale del Pcl (o meglio, di ciò che resta del Pcl siciliano) che si è lasciato andare alle minacce nei confronti di alcuni nostri compagni, rei di essersi avvicinati per un momento in direzione della parte iniziale del corteo (provocazioni cui ovviamente i nostri compagni non hanno abboccato)! Il personaggio in oggetto, ormai tristemente noto a livello regionale ha fatto scuola a suo modo, e pur essendo ormai totalmente isolato, può vantare un alunno diligente. Ci riferiamo a un altro pciellino locale, un tipo che ha appreso bene il metodo delle ingiurie e delle provocazioni come valvola di sfogo per le proprie frustrazioni e incapacità politica (2). Un metodo tanto più inquietante se promosso da personaggi di un partito che si spaccia per “rivoluzionario”.

Diamo queste informazioni, anche per rispondere a chi ci ha chiesto in merito, giusto per mettere in guardia da questo sparuto gruppetto di sciocchi provocatori i pochi compagni della sinistra antisistema che ancora non ne conoscono le tragicomiche vicende. Non c'è cosa più sciocca del dividere il fronte, sarebbe importante unire le forze contro il sistema piuttosto che fare ridicole sceneggiate assolutamente controproducenti per il movimento.

 

La manifestazione del primo marzo a Niscemi

Sabato 1 marzo una delegazione del Pdac ha partecipato alla manifestazione promossa a Niscemi dal coordinamento dei comitati no muos. Nonostante gli ostruzionismi delle “istituzioni”, che hanno provato a boicottare l'iniziativa negando l'autorizzazione per il percorso all'interno della sughereta, e nonostante il maltempo, migliaia di persone hanno risposto presente. Al corteo, partito da contrada Apa, e autorizzato all'ultimo minuto su un altro percorso rispetto a quello richiesto inizialmente dagli organizzatori (lo stesso percorso della manifestazione del marzo 2013), hanno preso parte tantissimi attivisti, di diverse realtà politiche, sindacali e di movimento, provenienti da ogni parte della Sicilia, e non solo (presente ad esempio una rappresentanza del Pdac Bergamo).
Il movimento ha dimostrato che nonostante le difficoltà, nonostante le misure repressive messe in atto dagli apparati di sistema e l'accelerazione nei lavori di costruzione del Muos, la lotta non si ferma. Il movimento è vivo e ne ha dato prova, gli attivisti hanno sfidato le avversità e non hanno avuto timore nemmeno davanti allo schieramento delle forze dell'ordine. Al contrario, sfondandone il cordone all'altezza del cancello 1, parecchi militanti – fra cui i compagni del Pdac – hanno proceduto per circa un chilometro oltre l'arrivo del percorso autorizzato, fino a raggiungere la collinetta da cui i manifestanti hanno potuto ammirare, si fa per dire, l'infernale impianto satellitare (le 46 antenne e le tre gigantesche parabole) nonché l'enorme schieramento di forze armate a sua difesa.

Il tutto mentre i militanti dei partiti riformisti si sono ben guardati dal violare i limiti del percorso “istituzionalmente consentito”, nonostante lo sfoggio di bandiere e slogan. Parliamo degli stessi gruppi, come Sel e Prc, ormai in disfacimento, che in questi anni hanno partecipato ai governi borghesi e votato le politiche filopadronali, incluse le missioni militari (e che oggi paradossalmente sostengono di essere contro il muos e le guerre imperialiste).

Il coordinamento dei comitati no muos ha espresso soddisfazione per il raggiungimento degli obiettivi prefissati, noi come Pdac ci associamo e rinnoviamo il nostro invito a tutte le realtà antisistema a continuare la battaglia conto il muos a fianco degli attivisti di Niscemi e dei comitati territoriali. Dalla Sicilia alla Val di Susa, no muos, no tav! Sempre!

 

Note

(1) Rispetto alla nostra analisi sulla questione muos, rimandiamo al seguente testo, pubblicato la scorsa estate, subito dopo la manifestazione del 9 agosto, nel corso della quale gli attivisti no muos hanno invaso la base della marina militare americana. La nostra rappresentanza ovviamente partecipò all'invasione: http://www.alternativacomunista.it/content/view/1870/51/
(2) Nel primo caso parliamo dell'ex coordinatore regionale del Pcl, tutt'oggi militante del partito di Ferrando, noto per le minacce spesso perpetrate in passato a compagni della sua come di altre organizzazioni. A tal proposito, consultare a titolo altamente esemplificativo il seguente testo, scritto dall'ex coordinatore provinciale del Pcl Palermo, uscito quasi due anni fa in blocco dal Pcl assieme a tutti i militanti della sua sezione e ad altri militanti di diverse sezioni e nuclei siciliani. Alcuni di questi militanti sono passati successivamente al Pdac, altri purtroppo si sono disimpegnati dalla politica per sconcerto, in seguito alle profonde amarezze e delusioni vissute nel Pcl, un partito in cui esiste una distanza abissale fra la teoria e la prassi. Questi sono i danni enormi provocati dalle forze riformiste e centriste. http://www.alternativacomunista.it/dmdocuments/FILE%20PER%20SITO/perche%20sono%20uscito%20dal%20pcl.pdf

Nel secondo caso il riferimento è a un altro militante del Pcl che ha pensato bene recentemente di effettuare una stupida provocazione nei confronti dei compagni del Pdac che stavano svolgendo un comizio in piazza a Caltanissetta, tamponando con l'automobile in corsa della quale era alla guida il palchetto da cui un nostro militante stava parlando, e cimentandosi subito dopo nella consueta pratica degli insulti gratuiti prima di darsi alla fuga. Come se ciò non bastasse, quando un nostro militante al corteo del 22 febbraio gli ha chiesto spiegazioni di quel gesto, ha provato ad aggredirlo. Un tentativo malriuscito di aggressione che lo ha coperto di ridicolo pubblicamente.

 

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