Partito di Alternativa Comunista

Mai piu al governo con i padroni

MAI PIU' AL GOVERNO CON I PADRONI!
E' fallita la sinistra riformista e governista
Costruiamo una sinistra comunista e rivoluzionaria
 
appello per una costituente dei comunisti rivoluzionari
 
Chi promuove o aderisce a questo appello ha provenienze e collocazioni differenti: siamo militanti, attivisti e sostenitori di organizzazioni politiche comuniste e del sindacalismo di classe. Diversa è anche la valutazione che facevamo, prima delle elezioni del 14 aprile, sulla possibilità o meno di condizionare a sinistra il governo Prodi. Oggi ci ritroviamo tutti d'accordo su alcuni elementi essenziali di bilancio necessari per un rilancio dei comunisti.
 
1) BILANCIO DELLA PARTECIPAZIONE DEI COMUNISTI AL GOVERNO PRODI
Due anni di partecipazione dei partiti più grandi della sinistra al governo Prodi ha portato a un peggioramento delle condizioni di vita dei lavoratori, dei giovani, degli immigrati. Il potere d'acquisto dei salari è diminuito; le condizioni di lavoro nelle fabbriche sono peggiorate e per questo continua a crescere il numero dei morti sul lavoro; il lavoro precario è diventato la condizione abituale per milioni di giovani; l'età pensionabile è stata aumentata e ora si preparano a distruggere il contratto nazionale di lavoro. I Cpt non sono stati chiusi e anzi sono state promosse politiche dal chiaro segno razzista, inseguendo sul terreno della cosiddetta "sicurezza" la destra reazionaria, con caccia a Rom e rumeni. Le spese militari sono aumentate, con il via libera al Dal Molin e si è avuta un'accelerazione nelle privatizzazioni dei servizi, nello smantellamento della scuola pubblica, nella devastazione del territorio per favorire gli affari delle imprese. Gli unici a guadagnarci sono stati i padroni, che hanno moltiplicato i profitti, hanno ricevuto miliardi dalle casse pubbliche e attuato il loro programma nell'assenza di una reale mobilitazione di opposizione dei lavoratori, anche grazie alla presenza al governo dei partiti della Sinistra Arcobaleno, che hanno persino rinunciato ai simboli storici del movimento operaio, alla falcemartello.
Alla fine di due anni di partecipazione di Prc e Pdci al governo, infine, Berlusconi ha vinto per la terza volta e la sinistra non ha più nessuna rappresentanza parlamentare.
 
2) VA FATTO UN BILANCIO STORICO: E' FALLITA L'IPOTESI DI UN GOVERNO COMUNE DI PADRONI E LAVORATORI
Alcuni di noi (non tutti) ci avevano creduto. Avevano creduto, cioè, che fosse possibile esercitare una pressione su un governo che (ne eravamo consapevoli dall'inizio) non era nostro. Ma la pressione di Rifondazione e Pdci -se c'è stata- non ha portato ad alcun effetto e viceversa abbiamo pagato la presenza al governo con la rinuncia a costruire lotte contro il governo che sostenevamo. Ora siamo tutti d'accordo nel dire che è necessario fare un bilancio complessivo che vada oltre questa esperienza di due anni, che guardi a tutta l'esperienza storica del movimento operaio. Riconosciamo che in tutta la storia degli ultimi due secoli non si è dato un solo esempio in cui un governo comune di padroni e operai abbia portato benefici, seppure minimi, agli operai. Ogni volta, anzi, i lavoratori hanno subito i costi dei "risanamenti" del capitalismo, perso al governo le conquiste che avevano strappato con le lotte e si sono allontanati ulteriormente da una prospettiva di alternativa di potere e di società.
 
3) TUTTE LE COSTITUENTI PROPOSTE OGGI RILANCIANO L'IDEA DI UN GOVERNO CON LA BORGHESIA E IL PD
E' sulla scorta di questo bilancio che soppesiamo tutte le proposte che oggi vengono avanzate da più parti per risolvere la crisi drammatica della sinistra.
C'è chi, come Bertinotti e Vendola, propone una "costituente della sinistra" che superi il comunismo e dia vita, nei fatti, a una forza socialista. C'è chi, come Ferrero e Grassi, propone di rilanciare Rifondazione Comunista. C'è chi, come Diliberto e Giannini, propone una "costituente dei comunisti". Si tratta di proposte diverse ma accomunate da uno stesso riferimento di fondo: l'idea che si debba, prima o poi, tornare a governare con la borghesia "progressista", col Pd di Veltroni e D'Alema, nazionalmente come nelle giunte locali.
Gli stessi dirigenti che hanno promosso la "costituente dei comunisti", al di là di un richiamo a nomi e simboli che pure noi rivendichiamo, hanno infatti subito accolto con entusiasmo le recenti aperture di D'Alema al rilancio di un'alleanza di governo tra il Pd e i partiti della sinistra.
 
4) SERVE L'UNITA' DEI COMUNISTI: MA NON PER TORNARE AL GOVERNO COI PADRONI
Molti compagni davanti a questa ennesima sconfitta della sinistra sostengono la necessità di ritrovare l'unità e in primo luogo l'unità dei comunisti. Pensiamo che sia giusto. Ma crediamo che non sia possibile costruire questa unità rimuovendo il bilancio di questi due anni, ignorando il bilancio storico di tutte le esperienze di governo, continuando a governare oggi in tante città con il Pd e rilanciando questa stessa prospettiva di governo comune nazionalmente. Ai dirigenti che invocano "l'unità dei comunisti" va detto: noi siamo d'accordo, serve l'unità di classe, ma allora impegnatevi da subito a non sostenere mai più un governo con i banchieri.
Noi, firmatari di questo appello, partiamo da posizioni programmatiche differenti e oggi militiamo in organizzazioni diverse. Non pensiamo che questo ci impedisca di discutere e di fare questa discussione senza interrompere la battaglia di opposizione contro il nuovo governo Berlusconi. Ma siamo convinti che per fare tutto questo sia necessario partire almeno da una certezza comune: mai più al governo con i padroni!
 
5) COSA PROPONIAMO
A tutti i militanti e gli attivisti -ovunque collocati, politicamente e sindacalmente- ai tanti compagni senza tessera e a tutte le organizzazioni e comitati che condividono questo punto di partenza -mai più al governo con i padroni, nelle città come nazionalmente- proponiamo di sostenere questo appello, di diffonderlo e raccogliere attorno ad esso nuove adesioni. Sappiamo che l'idea dell'autonomia dalla borghesia e l'opposizione di classe ai suoi governi non è di per sé sufficiente per costruire quel nuovo partito comunista radicato e di massa di cui c'è bisogno. Ma si tratta -di questo siamo convinti- del punto di partenza obbligato per delimitare un campo comune di discussione che, pur senza avere la pretesa di annullare d'incanto le differenze, ci consenta di non partire da un terreno che già sappiamo fallimentare, quello governista, per evitare di ricadere subito nella stessa sconfitta.
Vogliamo organizzare in ogni città banchetti per promuovere questa prospettiva, raccogliere adesioni a questo appello, indire assemblee pubbliche in vista di una assemblea nazionale da organizzare in autunno, in un intreccio stretto tra una discussione in cui ogni singolo o organizzazione intervenga con il proprio punto di vista e la lotta unitaria contro Berlusconi.
Se saremo riusciti in questo lavoro, raccogliendo forze e approfondendo intanto tra noi la discussione, potremo poi fare un passo avanti reale nella costruzione di una nuova unità dei comunisti su basi chiare, in una costituente dei comunisti rivoluzionari che abbia come baricentro le lotte ma che non escluda la possibilità di presentare alle prossime scadenze elettorali (a partire dalle europee) una lista unitaria con la falcemartello e che miri a costruire quel partito comunista che oggi ancora non c'è, un partito che lotti per un'alternativa vera al capitalismo.
 
Promotori - primi firmatari
Mino Capettini - Direttivo Regionale lombardo Cub Trasporti (Promotore dello sciopero ad oltranza dei lavoratori dei trasporti di Milano del dicembre 2003)
Enzo Caccese - Operaio, Rsu Filtea Cgil, Gruppo Safilo (Venezia)
Domenico Petruzzelli - Presidente Movimento disoccupati di Bari
Claudio Signore - Delegato Rsu ATM Milano (Promotore dello sciopero ad oltranza dei lavoratori dei trasporti di Milano del dicembre 2003)
Cesare Castellani - Comitato operaio contro l'amianto (Latina)
Claudio Onorato - Comitato operaio contro l'amianto (Latina)
Patrizio Cacciotti - Dir. Naz. Rdb Cub
Giorgio Silvestrini - Megafono Rosso - per l'Unità degli studenti in lotta
Stefano Morini - Operaio Fincantieri, Fiom Cgil (Ancona)
Giovanna Bosco - Insegnante, Rsa Cgil Flc (Salerno)
Orlando Micucci - Dipendente pubblico (Ancona)
Cassandra Steca - Collettivi studenti medi (Fermo)
Stefano Bonomi - Collettivo Valseriana antifascista (Bergamo)
Oltjon Collaku - Comitato Via le truppe - campagna europea per il ritiro delle truppe
Nicola Filannino - Coordinamento prov. per la ripubblicizzazione dell'acqua (Barletta-Adria-Trani)
Maurizio Torelli - Operaio Biesse, ex membro del direttivo Fiom Cgil (Pesaro)
 
stanno già arrivando moltissime adesioni!
 
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SOSTENIAMO L'APPELLO "PER UNA COSTITUENTE
DEI COMUNISTI RIVOLUZIONARI"
 
Partito di Alternativa Comunista
Odg conclusivo del Consiglio nazionale
(Rimini, 31 maggio - 2 giugno 2008)
 
Il governo Berlusconi, a pochi giorni dalla sua nascita, sta già sferrando un pesante attacco alla classe lavoratrice, a partire dai settori più ricattabili. Il varo del decreto sicurezza a firma Maroni, con l'introduzione del reato di immigrazione clandestina e l'inasprimento delle misure repressive nei confronti degli immigrati, suggerisce quella che sarà la linea d'intervento del governo delle destre.
 
E' una linea di attacco ai lavoratori e alle masse popolari: dallo smantellamento del contratto collettivo nazionale di lavoro all'accelerazione delle privatizzazioni e del federalismo fiscale, dalle "grandi opere" di distruzione ambientale per alimentare profitti miliardari (Tav, Ponte sullo Stretto) al ritorno al nucleare, al rilancio delle politiche di guerra coloniale e imperialista (Afghanistan, Libano, ecc.).
In parallelo con l'avvio di queste misure anti-operaie, vengono assecondati dal governo atteggiamenti razzisti, che cercano di rompere il fronte dei lavoratori e quello tra nativi e immigrati, scatenando una guerra tra poveri. I recenti gravissimi fatti di Pigneto, i ripetuti episodi di aggressioni a danno di campi Rom, nonché la campagna mediatica orchestrata da governo e stampa borghese, sono l'espressione di un fatto tristemente noto nella storia: l'immiserimento di fette crescenti della popolazione induce la grande borghesia a scaricare il malessere su un capro espiatorio, ieri l'ebreo, oggi l'immigrato rumeno o africano. Lo spazio che trova questa logica perversa e l'affermazione elettorale di una forza reazionaria e xenofoba come la Lega anche tra la classe operaia è uno dei frutti del sostegno delle sinistre governiste a politiche fatte di pesanti attacchi ai lavoratori, di smantellamento delle conquiste guadagnate con le lotte, a vantaggio dei profitti del grande capitale (la Fiat ha dichiarato "i più alti utili della storia"). Non solo: il sostegno delle burocrazie sindacali di Cgil, Cisl e Uil a tutte le manovre padronali ha indebolito la classe operaia anche sul piano della lotta sindacale e nei luoghi di lavoro.
 
Il Pd coerentemente con gli interessi di classe che incarna quelli di consistenti settori della grande borghesia italiana che non si sentono rappresentati dalle politiche del berlusconismo è, dal punto di vista del programma di governo, indistinguibile dal centrodestra su ogni terreno, incluso quello dei diritti civili. Le linee guida del nuovo "pacchetto sicurezza" presentate da Maroni percorrono un solco già tracciato dal precedente governo. Si tratterà, per le destre, solo di inasprire ciò che c'è già. Lo stesso Maroni ha dichiarato: "riprendiamo il 90% del pacchetto Amato" (Repubblica, 13 maggio), votato all'unanimità nel Consiglio dei ministri del governo Prodi nel dicembre 2007 (col voto a favore dell'ex ministro Prc Ferrero), ideato per dare la caccia a Rom e rumeni. Non solo, gli stessi sindaci del Pd, nella gran parte dei casi sostenuti da giunte di cui fanno parte anche i partiti dell'ex Arcobaleno, approvano le misure di Maroni e, anzi, in alcuni casi ne sono gli ispiratori (è il caso di Domenici, sindaco sceriffo di Firenze). Nemmeno sul terreno del Welfare e della politica estera si possono riscontrare differenze sostanziali tra i due schieramenti borghesi: Sacconi ha lodato il suo predecessore Damiano per aver difeso a spada tratta la legge 30, così come nulla cambia sul terreno delle spese militari che, in due anni di governo Prodi, sono costantemente aumentate. Per questo si annuncia una stagione di accordi "bipartisan", a cui il leader del Pd Veltroni si è detto più che disponibile.
 
Contro le politiche del governo bisogna allora iniziare da subito la costituzione di comitati unitari nei luoghi di lavoro e di studio, nei quartieri popolari, in ogni città e nazionalmente, per rilanciare le lotte di opposizione sulla base di una piattaforma che unisca lavoratori, precari, immigrati, disoccupati, studenti, nella prospettiva di cacciare il governo Berlusconi, per una alternativa di classe.
 
La scomparsa dal parlamento dei partiti dell'Arcobaleno, che per due anni hanno sostenuto attivamente le politiche antioperaie e xenofobe del governo Prodi, apre nuove potenzialità per la costruzione di una sinistra rivoluzionaria in Italia. Il riformismo ha fallito, dimostrando una volta di più che non è possibile difendere gli interessi dei lavoratori e degli sfruttati partecipando ai governi dei padroni: è impossibile conciliare interessi di classe opposti. L'unico governo che può difendere gli interessi dei lavoratori è un governo dei lavoratori per i lavoratori, che dia al proletariato le redini dell'economia.
Ma dalle ceneri della socialdemocrazia assistiamo al risorgere di cadaveri che ripropongono, con abito diverso, quella stessa politica riformista che ha contribuito a spostare i rapporti di forza a vantaggio della borghesia, a danno dei lavoratori. Bertinotti e Vendola propongono una "costituente di sinistra" volta a creare una nuova forza socialdemocratica; Ferrero e Grassi vogliono rilanciare Rifondazione comunista, riproponendone la strategia politica riformista e di pressione sulle classi dominanti; Diliberto e Rizzo propongono una "costituente dei comunisti" che, a parte il richiamo al simbolo della falcemartello, svuotato di significato, si dice fin da subito disponibile ad accordi anche di governo col Pd: in tutti i casi, nessuna presa d'atto del fallimento del riformismo, che ha fatto grossi regali al padronato e ha spianato la strada all'affermazione delle destre.
Riteniamo sbagliate e dannose anche le proposte delle due piccole organizzazioni a sinistra dell'Arcobaleno, Sinistra Critica e Pcl, che coniugano atteggiamento settario (alle elezioni politiche con posa di autosufficienza hanno rifiutato qualsiasi ipotesi di cartello elettorale a sinistra dell'Arcobaleno) e opportunismo (esibito tanto nei programmi come in spregiudicate manovre come quella che ha portato il Pcl a presentare la lista elettorale con l'appoggio di parlamentari guerrafondai). Oggi Sinistra Critica propone di costruire una "nuova sinistra anticapitalistica" sulla base di 11 punti, che configurano un programma sostanzialmente riformista e compatibile col sostegno politico, seppure "critico", a governi o giunte della borghesia (come dimostra il caso di Roma, dove Sc ha fatto dichiarazione di voto per Rutelli al secondo turno). Il Pcl di Ferrando, con il solito atteggiamento autoreferenziale, propone invece di nuovo solo l'adesione al proprio partito sulla base di 4 punti colabrodo, con la figura del leader come unico collante per compensare la mancanza di strutture militanti e quadri dirigenti, di un reale radicamento, la mancanza di un progetto di costruzione di un'Internazionale rivoluzionaria.
 
Non è possibile ridurre il richiamo al comunismo a un simbolo, per poi riproporre la solita minestra riformista, cioè il sostegno (interno o esterno, critico o supino) ai governi nazionali o locali della borghesia, sostegno che, come l'esperienza storica ha dimostrato, non può far altro che tradursi nella subordinazione degli interessi dei lavoratori a quelli della borghesia. Per il Partito di Alternativa Comunista il comunismo è anzitutto un programma e l'organizzazione per realizzarlo: il programma dell'abbattimento del sistema capitalista attraverso una rivoluzione socialista; un partito comunista con influenza di massa, che realizzi questo obiettivo, da costruire contemporaneamente sul piano nazionale e internazionale. Alternativa Comunista non ha la pretesa di essere questo partito con influenza di massa che ancora non c'è: pensiamo di essere e vogliamo essere uno strumento per contribuire alla costruzione di una nuova forza comunista e rivoluzionaria. In questo processo vogliamo portare il programma del marxismo rivoluzionario odierno, cioè il trotskismo, il piccolo ma importante patrimonio di quadri e organizzazione che abbiamo costruito in Italia, e l'esperienza che abbiamo maturato sul piano internazionale come sezione della Lega Internazionale dei Lavoratori, che sta svolgendo in queste settimane il proprio IX Congresso Mondiale ed è impegnata in un processo in forte crescita di ricostruzione di una Internazionale rivoluzionaria, la Quarta Internazionale.
 
Per questi motivi, il Consiglio nazionale del Pdac, riunito a Rimini nei giorni del 31 maggio, 1 e 2 giugno 2008, decide di sottoscrivere l'unico appello, tra i vari in circolazione, che a nostro avviso si muove nella giusta direzione. Si tratta dell'appello circolato in queste settimane e titolato "Mai più al governo con i padroni! Per una costituente dei comunisti rivoluzionari". E' l'unico appello per una costituente che vuole avere di comunista non solo il nome: in quanto pone come premessa indispensabile di una unità dei comunisti l'indipendenza di classe dalla borghesia e dai suoi governi per una prospettiva di alternativa vera, di classe. Si tratta di un appello (reperibile sul sito www.costituenterivoluzionaria.org e riportato qui sotto) promosso da operai, attivisti delle lotte degli ultimi anni (come i lavoratori dei trasporti che hanno diretto lo sciopero ad oltranza del dicembre 2003), precari, giovani, studenti e immigrati.
Ci impegneremo nei prossimi mesi a diffonderlo e a organizzare, come partito, insieme con tutti i singoli e i partiti, le organizzazioni, i comitati che lo sosterranno, iniziative in ogni città che intreccino la proposta di una costituente dei comunisti rivoluzionari alla battaglia di opposizione di classe al governo Berlusconi e alle giunte dei due poli dell'alternanza borghese.
 
 

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