Partito di Alternativa Comunista

Sull'assemblea nazionale del 7 ottobre

Sull’assemblea nazionale del 7 ottobre
PER UNO SVILUPPO DEL MOVIMENTO DI OPPOSIZIONE AL GOVERNO
 

di Roberto Angiuoni
 
Domenica 7 ottobre, a Roma, presso il Centro Congressi in via dei Frentani, si è svolta l’assemblea dei movimenti, partiti, reti e associazioni che si stanno battendo contro le politiche di guerra del governo Prodi e gli “accordi di luglio” tra governo e burocrazie sindacali.
L’assemblea, centrata sulla preparazione dello sciopero “generale/generalizzato” del 9 novembre, è stata promossa in particolare dai sindacati di base, dai centri sociali di Roma e del Nord-Est, dal PdAC  e da tutte quelle sigle -del mondo politico, studentesco o associazionistico- che, pur con contraddizioni e auto-limitazioni non marginali, stanno provando a ricostruire un nuovo percorso di mobilitazione nel Paese.
 
Il dibattito
Nell’assemblea non si è discusso del solo sciopero del 9 novembre, ma di tanti altri temi affrontati in più di 4 ore di interventi.
Si è partiti dalla pre-analisi del referendum dell’8-10 ottobre indetto da Cgil-Csil-Uil per la ratifica tra i lavoratori (e tra i pensionati) del Protocollo Damiano; si è parlato, en passant, della manifestazione “governista” di Prc e Pdci prevista per il 20 ottobre; si è poi definito un primo calendario di eventi e iniziative di lotta che si susseguiranno per tutto l’autunno (vedi i cortei dei migranti del 27 e 28 ottobre a Brescia e Roma, annunciati nel suo intervento da Nure Alam Bachcu del Comitato Immigrati in Italia; vedi ancora la manifestazione di Novara-Cameri contro la produzione dei cacciabombardieri americani F35; la manifestazione nazionale contro le politiche sociali del governo Prodi che si terrà a Roma il 24 novembre; l’assemblea del 25 novembre, sempre a Roma,  contro la guerra, le basi e le spese militari; e l’importante manifestazione di Vicenza del 15 dicembre); e si è concluso con la proposta  del  “Patto contro la precarietà e per i diritti sociali”, contenuta nella mozione finale dell’assemblea (la riportiamo qui sotto) ed avanzata da una parte del comitato promotore.

L'intervento e le proposte di Alternativa Comunista
Il PdAC, già partecipe dell’assemblea del 12 settembre, che ha lanciato questo nuovo momento di dibattito, ha concorso alla promozione di questa assemblea con la ferma intenzione di avanzare alle sigle e ai compagni presenti delle proposte di lotta che permettano a tutti i soggetti colpiti dall’azione classista del governo (lavoratori –precari e non, studenti, immigrati, ecc…) di vincere la battaglia contro i propri e comuni oppressori.
Alternative all’ancor precario e parziale progetto di “opposizione” che la gran parte delle forze critiche verso il governo ha illustrato nel corso dell’assemblea, le proposte avanzate dal PdAC vanno nella direzione di una mobilitazione radicale –permanente ed unitaria- che spazzi via il governo Prodi e faccia strada a un vero governo dei lavoratori.
A differenza di altri gruppi (da Sinistra Critica alla direzione della Rete 28 Aprile, passando per i centri sociali e vari settori del sindacato di base),  non abbiamo circoscritto la nostra critica alla sola azione estiva di Romano Prodi, né abbiamo visto negli ultimi provvedimenti del governo uno “strappo”  rispetto alle riforme dello scorso anno.
Questo governo era e resta il rappresentante naturale e diretto degli interessi del grande capitale; proprio per questo la sua azione, dal 2006 fino ad oggi, è stata un continuum “coerente” di attacchi contro il mondo giovanile e del lavoro dipendente.
Come ha fatto con la Finanziaria 2007, come accadrà con la Finanziaria 2008, il governo Prodi, con finanziamenti a pioggia e sgravi fiscali per le grandi imprese, ha dimostrato di saper rispondere alle sole esigenze della Confindustria e dei poteri forti del Paese.
Per questo -ha insistito il PdAC nel suo intervento dal palco- le nuove lotte dei movimenti non possono che partire dall’opposizione continuata contro l’insieme di questo governo, contro tutti i suoi provvedimenti, vecchi e nuovi, contro il ruolo anestetizzante del conflitto operaio che la sinistra del governo (il c.d. Cantiere per la “Cosa Rossa) ha assunto in quest’anno e mezzo di governo Prodi.
In questo senso, il PdAC ha altresì manifestato la propria indisponibilità a manifestare in piazza il 20 ottobre con Prc/PdCI, come faranno, purtroppo, tutte le sinistre del Prc (a partire da Sinistra Critica), la Rete 28 aprile, il Sindacato dei Lavoratori, il Pcl e altri settori della sinistra antagonista.
A nostro giudizio, il movimento “12 settembre/ex 9 giugno” avrebbe potuto e dovuto lanciare un’iniziativa alternativa al corteo governista di Prc e del Pdci, che altro non è se non un’operazione volta ad alimentare nuove ed illusorie speranze tra i lavoratori circa un improbabile cambiamento di rotta del governo Prodi-Padoa Schioppa.
Il PdAC, per ovviare a tale mancanza, ha invitato promotori e partecipanti all’assemblea a prender parte all’assemblea del comitato Vicenza Est che, in contemporanea con la sfilata a Roma dei sostenitori di sinistra di Romano Prodi, insieme a tante altre reti di movimento discuterà, proprio nei pressi della Caserma Ederle, del cammino che porterà alla manifestazione internazionale del 15 dicembre.
Anche il PdAC, nel suo intervento, ha denunciato, insieme ai principali rappresentanti del sindacato di base, mendacità ed insidie della consultazione indetta da Cgil, Cisl e Uil. Tuttavia ha positivamente preso atto del fortissimo dissenso che ampi settori del mondo del lavoro, nelle assemblea precedenti la consultazione, hanno direzionato verso il “No” all’accordo -motivo che ha spinto il PdAC a partecipare alla costituzione di comitati per il No, legati alla mobilitazione per lo sciopero generale contro il governo.
Il PdAC ha poi confermato la propria adesione allo sciopero generale-generalizzato del 9 novembre, che, benché tardivo e diluito in varie manifestazione locali (che, probabilmente non avranno la stessa efficacia di un unico e grande sciopero nazionale, concentrato in una sola città), è certamente un’importante risposta alla Finanziaria e gli accordi estivi del governo. Su questo terreno, abbiamo invitato le sinistre della Cgil, a partire dalla Rete 28 aprile, ad esser conseguenti, a rompere con pressioni e mere critiche al governo e a scender in piazza con noi (invito che Cremaschi e la Rete, al momento, hanno preferito declinare).
 
La costruzione di un movimento plurale, unitario, democraticamente organizzato, che organizzi la cacciata del governo
Su un tema, che raccoglie tutto il senso delle nostre proposte, del nostro intervento in assemblea e, più in generale, della nostra azione nei movimenti, siamo stati particolarmente chiari e precisi.
Il PdAC è più che ottimista circa le potenzialità che questi reti/assemblee possono esprimere e continuerà a dare il proprio appoggio a tutte le iniziative di lotta volte a respingere e ostacolare le politiche del governo Prodi. Tuttavia crediamo che la logica dei “Patti” temporanei, del raggiungimento dei “punti minimi” di convergenza, della parzialità e frammentarietà della mobilitazione, che la maggior parte delle forze a sinistra di Rifondazione va patrocinando nel corso di queste iniziative, possa compromettere la crescita del movimento e la costruzione di una vera opposizione contro il governo.
Siamo convinti non siano utili accordi pasticciati su questa o quella manifestazione (in specie, se le stesse si rivelino scollegate tra loro o centrate sui soli temi del “reddito sociale” e della precarietà), ma riteniamo necessario promuovere un fronte unico di lotta (democraticamente organizzato attorno a comitati locali e nazionali che prevedano rappresentanti eletti e revocabili, e decisioni sancite da votazioni democratiche) che riattivi i lavoratori tutti nella preparazione di un vero sciopero generale per la cacciata del governo.
Non possiamo più permettere al governo dei padroni di continuare indisturbato nella sua azione; né possiamo concedergli “mezze opposizioni” o critiche che altro non dimostrano se non l’accettazione, obtorto collo, dell’attuale quadro politico.
I precari, i pensionati, i giovani, i lavoratori e gli immigrati attaccati dal governo meritano -una volta per tutte- un’alternativa vera!
Via il governo Prodi, governo di guerra e di rapina!
Sciopero generale unitario e continuato!
Costruiamo insieme l’alternativa dei lavoratori!

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